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6° 6éme Congresso Congrès Européen Europeo de di Psicopatologia Psychopathologie dell’Infanzia de l’Enfance e et dell’Adolescenza
de l’Adolescence
Nuove Nouvelles normalità normalités Nuove Nouvelles patologie pathologies Nuove pratiche Nouvelles pratiques
SATURDAY, May 7 WORKSHOPS
Workshop 30 Trauma interno e trauma esterno
IL SILENZIO COME STRUMENTO PER DIFENDERSI DALLA TRAUMATICA SCOPERTA
DI UNA SINDROME DI MORRIS
Fabiana Santamaria Università “Federico II”, Napoli (Napoli - IT)
Objective: In questo lavoro si presenterà
un’esperienza di psicoterapia effettuata presso
l’Università di Napoli “Federico II” con un’adolescente
con Sindrome di Morris.
La sindrome di Morris comporta un’interruzione
dell’apparato riproduttivo nel feto; ciò
significa che una persona con tale sindrome
presenta cromosomi sessuali maschili (XY) e nel
suo corpo si sviluppano i testicoli embrionali che
iniziano a produrre androgeni. Tali ormoni
maschili, tuttavia, non possono completare uno
sviluppo dei caratteri maschili a causa di una
rara insensibilità dei tessuti fetali agli androgeni.
Per questo motivo, le caratteristiche genitali
esterne si sviluppano seguendo le linee femminili.
Una bambina (perché così si presenta fenotipicamente)
con sindrome di Morris avrà, pertanto,
cromosomi maschili, testicoli che molto
probabilmente dovranno essere rimossi alla
nascita, una vagina a fondo cieco che comporterà
un intervento chirurgico nella tardo adolescenza
per creare un canale vaginale.
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Methods: Dopo una breve consultazione, si è
intrapresa con questa adolescente una psicoterapia
settimanale ad orientamento psicodinamico
per sostenerla nella comunicazione della
diagnosi.
Results: Nel corso della terapia la scoperta traumatica
della diagnosi ha determinato lunghi
silenzi come espressione della difficoltà a nominare
e ad affrontare il proprio problema.
Conclusions: La graduale comunicazione della
diagnosi effettuata dal pediatra deve a volte
scontrarsi con la scoperta traumatica di tale diagnosi
da parte dell’adolescente. Il lavoro psicologico
deve allora non solo consentire la creazione
di uno spazio mentale ed emotivo
nell’adolescente, ma soprattutto deve aiutarlo
nella elaborazione del trauma causato dalla brusca
scoperta della diagnosi.