27.05.2013 Views

Nouvelles normalités Nouvelles pathologies Nouvelles ... - Psynem

Nouvelles normalités Nouvelles pathologies Nouvelles ... - Psynem

Nouvelles normalités Nouvelles pathologies Nouvelles ... - Psynem

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

6° 6éme Congresso Congrès Européen Europeo de di Psicopatologia Psychopathologie dell’Infanzia de l’Enfance e et dell’Adolescenza<br />

de l’Adolescence<br />

Nuove <strong>Nouvelles</strong> normalità <strong>normalités</strong> Nuove <strong>Nouvelles</strong> patologie <strong>pathologies</strong> Nuove pratiche <strong>Nouvelles</strong> pratiques<br />

THURSDAY, May 5 POSTER SESSIONS<br />

Poster session 4 Families - Adoption - Support - Educational Training<br />

4 - ...SAI...IO HO I PENSIERI DOLOROSI...<br />

IL DOLORE DEL BAMBINO ADOTTIVO E L'ARTE DELLA SCATOLA<br />

Lorena Fornasir Azienda Servizi Sanitari n. 6 "Friuli Occidentale", ASS6, (Pordenone, IT)<br />

«…sai…io ho i pensieri dolorosi, ne ho a bastanza»<br />

è il pensierino scritto da una bimba alla<br />

sua terapeuta. L’incanto dell’infanzia si è rotto<br />

spezzando la metà del suo cielo. Come lei, altri<br />

bimbi vivono il dramma dell’abbandono, dello<br />

sradicamento, della perdita, della disidentità e<br />

ricominciano una seconda vita con l’adozione.<br />

Questo libro sgrana le parole del “danno” ad<br />

una ad una per riconsegnarle ad un alfabeto<br />

della cura costruito in modo corale, nell’integrazione<br />

tra figure del servizio pubblico e del privato<br />

sociale. Pedagogiste, psicologhe, famiglie<br />

adottive, il filosofo, la narratrice di fiabe, partecipano<br />

con contributi singolari restituendo un panorama<br />

ampio sull’area della genitorialità e della<br />

filiazione adottiva.<br />

La parte clinica fa riferimento alle basi teoriche<br />

di importanti autori post kleiniani. La filigrana di<br />

tempi e spazi mentali si snoda tra la stanza della<br />

terapia e l’Atélier di gruppo in cui si riproduce<br />

una scena particolare: l’incontro del bambino<br />

con il “testimone” e il suo “sguardo”.<br />

Il dolore spaventa. Guardarlo può trasformarsi<br />

in una paralisi. Di fronte a questo urto, il pensiero<br />

rischia di rimanere ucciso. È esperienza dei<br />

tanti, anche dei bambini che imparano presto<br />

l’anestesia delle emozioni. Ecco dunque che lo<br />

“sguardo” è indispensabile come il ponte che<br />

unisce due sponde. È una chiamata ad essere<br />

dentro la relazione proprio con quel bambino,<br />

con quel gruppo, con le sue particolarità, con i<br />

167<br />

suoi perimetri sepolti. Lo “sguardo” invocato si<br />

espande nella rêverie e ritesse la filigrana di un<br />

tempo psichico sottratto ed interrotto.<br />

La Scatola, con il suo corpo reale e simbolico,<br />

sintesi della funzione paterna e materna, si presta<br />

a metaforizzare il “danno” affinché il male<br />

non cada nell’oblio e la rimozione non si porti<br />

via il bambino.<br />

Ancora di più, il male va riconosciuto poiché<br />

esso non appartiene al singolo bambino e<br />

non è solo un dramma individuale. Abita ovunque<br />

ci sia un derelitto, un sofferente, un inerme,<br />

un misero, un essere abbandonato alla povertà,<br />

all’aids, alla guerra. La sua condivisione, la<br />

sua trasformazione nel male di tutti è una posizione<br />

etica ma anche una pratica di relazione<br />

in quanto, per essere trasformato, deve essere<br />

condiviso. Questo nodo mette in discussione la<br />

neutralità del rapporto terapeutico ed interroga<br />

il dispositivo della cura dentro l’istituzione.<br />

Al danno non c’è risposta ma può non esserci<br />

fuga; al danno che uccide il pensiero e non lascia<br />

spazio che all’odio rendendo il mondo delle<br />

relazioni ancora più inospitale, può ergersi un<br />

orizzonte dove amore, odio e conoscenza siano<br />

chiamati a misurarsi non nell’esclusione ma<br />

nell’integrazione, affinché i bambini possano<br />

abitare il mondo senza dimenticare, senza cancellare<br />

ma forse, «trasformare e inspiegabilmente<br />

perdonare».

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!