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Nouvelles normalités Nouvelles pathologies Nouvelles ... - Psynem

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6° 6éme Congresso Congrès Européen Europeo de di Psicopatologia Psychopathologie dell’Infanzia de l’Enfance e et dell’Adolescenza<br />

de l’Adolescence<br />

Nuove <strong>Nouvelles</strong> normalità <strong>normalités</strong> Nuove <strong>Nouvelles</strong> patologie <strong>pathologies</strong> Nuove pratiche <strong>Nouvelles</strong> pratiques<br />

THURSDAY, May 5 WORKSHOPS<br />

Workshop 10 Adolescence and the vicissitudes of the body<br />

TRIONFI E MISERIE DEL CORPO ADOLESCENTE<br />

IN SERVIZIO AMBULATORIALE DI CONSULTAZIONE<br />

Paolo Salvador Psicologo, psicoterapeuta, responsabile Polo Adolescenti dell’A.U.L.S.S. 12 Veneziana<br />

narcisismo e gli ideali dell’Io assumono nuovi<br />

significati, la complementarietà dei sessi diventa<br />

la rappresentazione simbolica delle nuove funzioni<br />

del corpo. “Essa si appoggia sulla percezione<br />

della differenza dei sessi, non come prova<br />

della castrazione, ma come alternativa ad essa.<br />

In tal senso, essa restaura l’Ideale dell’Io del<br />

bambino perché veicola l’illusione della completezza.<br />

L’adolescente può rinunciare al genitore<br />

edipico proprio in quanto scopre il sesso complementare<br />

e in quanto egli tende ad esso vedendovi<br />

la soluzione alla propria infelicità e alla propria<br />

impotenza”.<br />

Tuttavia la complementarietà ad un altro corpo<br />

comporta anche una consapevolezza di un’autonomia<br />

limitata: il proprio sesso anatomico va<br />

accettato nella sua limitatezza e diversità, ma è<br />

necessario allora abbandonare il precedente<br />

sentimento di onnipotenza e accettare la dipendenza<br />

da un altro corpo. Questo può far emergere<br />

una ferita narcisistica e costituire una<br />

minaccia alla propria immagine di sé, facendo<br />

emergere il desiderio di ristabilire un rapporto<br />

con una madre presessuale, o alla sempre più<br />

diffusa pratica delle esperienze bisessuali, che<br />

offrono l’illusione di conservare l’integrità androgina<br />

dell’infanzia.<br />

Prendere confidenza con il nuovo corpo, la<br />

costruzione di una sua rappresentazione abbastanza<br />

stabile e di un sentimento di identità, il<br />

mantenimento dell’autostima e del senso di<br />

sicurezza, richiedono tempo. I cambiamenti<br />

possono però essere avvertiti come dei pericoli,<br />

quando riattivano vissuti infantili dolorosi e non<br />

superati. Il corpo può quindi diventare il teatro<br />

del conflitto interno, dove le difese si attivano<br />

contro di lui, nel tentativo di controllare il cambiamento,<br />

esprimendo così la paura di crescere.<br />

È il responsabile delle rinunce al sogno infantile<br />

99<br />

e dell’avvio al distacco dalla madre; ma ciò<br />

implica vissuti di sofferenza a volte incontenibili,<br />

che trovano come unica via di espressione di un<br />

sintomo psichico o corporeo.<br />

Comunque “si tratta sempre di un compromesso<br />

tra ciò che possiamo desiderare e ciò<br />

con cui la nostra coscienza ci permette di vivere”<br />

(Laufer, 1995), ma alcune volte la mancata mentalizzazione<br />

del nuovo corpo può esprimersi in<br />

uno scacco evolutivo con conseguenti difficoltà<br />

nell’effettuare un corretto esame di realtà. “…<br />

Certi costrutti deliranti, le proiezioni paranoiche,<br />

le aggressioni violente al corpo, come i tentativi<br />

di suicidio e le automutilazioni,… possono<br />

inquadrarsi tutti in questo scacco evolutivo, nel<br />

quale l’adolescente ripudia il proprio corpo sessualmente<br />

maturo e perpetua invece un rapporto<br />

con un corpo fantasticato, diverso da<br />

quello che possiede in realtà”. Il corpo allora,<br />

anziché esprimere la dimensione vitale della<br />

propria realtà umana ed essere un supporto alle<br />

funzioni psichiche, permettendo l’accesso al<br />

sistema simbolico rappresentativo, diventa<br />

invece un oggetto persecutorio, un oggetto<br />

estraneo a sé e quindi luogo di attacchi distruttivi<br />

(Anzieu, 1974).<br />

Ma “non è la stessa cosa l’uso del corpo e<br />

delle sue funzioni o l’uso dell’immagine del<br />

corpo, poiché sono in gioco operazioni psichiche<br />

diverse… La rappresentazione, magari alterata,<br />

mantiene un investimento. Quando invece<br />

è usato direttamente il corpo, l’immagine viene<br />

disinvestita, al fine di liberare la mente dal dolore<br />

che essa comporta” (Giaconia, 1988). Così<br />

potremmo affermare con Rossi Monti e D’Agostino<br />

(2009) che ciò che appare alla superficie<br />

del corpo dà voce (ma non proprio rappresentazione)<br />

a ciò che si muove nel mondo interiore<br />

dell’adolescente.

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