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Nouvelles normalités Nouvelles pathologies Nouvelles ... - Psynem

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6° 6éme Congresso Congrès Européen Europeo de di Psicopatologia Psychopathologie dell’Infanzia de l’Enfance e et dell’Adolescenza<br />

de l’Adolescence<br />

Nuove <strong>Nouvelles</strong> normalità <strong>normalités</strong> Nuove <strong>Nouvelles</strong> patologie <strong>pathologies</strong> Nuove pratiche <strong>Nouvelles</strong> pratiques<br />

THURSDAY, May 5 WORKSHOPS<br />

Workshop 10 Adolescence and the vicissitudes of the body<br />

TRIONFI E MISERIE DEL CORPO ADOLESCENTE<br />

IN SERVIZIO AMBULATORIALE DI CONSULTAZIONE<br />

Paolo Salvador Psicologo, psicoterapeuta, responsabile Polo Adolescenti dell’A.U.L.S.S. 12 Veneziana<br />

Sembra insomma essere riuscita non solo a<br />

dare una forma ad un dolore altrimenti ingestibile,<br />

ma ad ottenere anche un certo tipo di riconoscimento<br />

identitario attraverso un corpo che<br />

nell’esibire le proprie ferite si fa realtà.<br />

Marta, che ha la stessa età, è invece rinchiusa<br />

da due mesi in camera non uscendovi quasi mai,<br />

se non a seguito di furibonde litigate con la madre.<br />

L’indubbia bellezza di un corpo longilineo contrasta<br />

con la rigida tensione che lo caratterizza, specie<br />

nell’espressione mimica, che appare sempre<br />

tesa, trattenuta, timorosa di poter esprimere una<br />

emozione. Eppure l’essere riuscita a venire all’ambulatorio,<br />

peraltro visibile dalle finestre di casa<br />

sua, rappresenta una sorpresa e una conquista.<br />

Marta è sempre stata una bambina che aveva<br />

avuto bisogno di uno sguardo speciale da parte<br />

degli altri, al punto di essere considerata una<br />

bambina iperattiva, rompiscatole, “esagerata”,<br />

nonostante le sue ottime capacità cognitive. Non<br />

aveva mai avuto bisogno di studiare, grazie alle<br />

sue notevoli risorse, per cui il suo tempo era stato<br />

principalmente dedicato alla frequentazione di<br />

compagni e amici di cui sembrava avere un gran<br />

bisogno.<br />

I dodici anni sono stati un periodo particolarmente<br />

denso di avvenimenti che devono averla<br />

fatta sentire assolutamente impreparata e inadeguata.<br />

Prima di tutto arriva il menarca, ma è anche<br />

un periodo di contrasto feroce con un ragazzino<br />

prepotente, e assolutamente “figo” e con grande<br />

ascendente, che le ha fatto toccare con mano<br />

quanto aleatorio fosse il suo successo e il suo<br />

ascendente fra amici e compagni.<br />

È il periodo in cui lei scopre anche la sua poca<br />

voglia di studiare, o meglio la fatica necessaria<br />

per mantenere un certo standard di prestazioni<br />

scolastiche, specie per la madre, docente in carriera<br />

che ottiene un mandato per insegnare in un<br />

102<br />

paese dell’Oriente. Ovviamente tutto viene ripensato<br />

e riorientato in funzione del trasferimento<br />

dell’intera famiglia in questo Paese, cosa che<br />

avviene, ma solo per poco più di un mese. Marta<br />

aveva già ottenuto di entrare nella scuola internazionale<br />

insieme alla figlia dell’ambasciatore, ma<br />

non regge e vuole tornarsene a casa con il papà.<br />

Progressivamente le sue giornate sono gravate<br />

da un sempre maggiore senso di solitudine, alleviato<br />

soltanto da un uso sempre più dilatato di<br />

giochi di ruolo, conquistando spazi notturni non<br />

tanto per affermare una discontinuità e una peculiarità<br />

della sua giovanissima adolescenza, quanto<br />

per il non riuscire a distaccarsi dalla preziosa funzione<br />

che il web le poteva offrire: un contatto<br />

discreto, sempre disponibile, per nulla esigente,<br />

soprattutto capace di acquietare quel senso<br />

drammatico di non aver mai niente da dire, di sentirsi<br />

un totale fallimento, di non riuscire a dare<br />

alcun senso alla vita.<br />

Il suo entrare in hikikomori ha comunque ottenuto<br />

il rientro sofferto della madre (dopo due<br />

anni), peraltro convinta di poter mettere riparo ad<br />

ogni cosa attraverso un atteggiamento di affettuosissima<br />

e incondizionata disponibilità combinata<br />

a perentorie richieste, senza quindi offrire<br />

una funzione di holding minimamente coerente<br />

ed efficace.<br />

L’adulto che incrocia i caotici e fracassoni lavori<br />

in corso dell’adolescente in divenire, o le sue<br />

silenziose e segretissime trame per uscire chissà<br />

quando in una timida rappresentazione di giovane<br />

adulto, si ritrova quindi davanti all’interrogativo<br />

di cosa pensare di questo adolescente:<br />

se ritenere il suo corpo come luogo dove si<br />

combattono le battaglie identitarie e dunque<br />

considerare le sue manipolazioni come rappresentazioni<br />

che preludono alla simbolizzazione?<br />

Saremmo in questo caso in un’area di confine

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