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Nouvelles normalités Nouvelles pathologies Nouvelles ... - Psynem

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6° 6éme Congresso Congrès Européen Europeo de di Psicopatologia Psychopathologie dell’Infanzia de l’Enfance e et dell’Adolescenza<br />

de l’Adolescence<br />

Nuove <strong>Nouvelles</strong> normalità <strong>normalités</strong> Nuove <strong>Nouvelles</strong> patologie <strong>pathologies</strong> Nuove pratiche <strong>Nouvelles</strong> pratiques<br />

THURSDAY, May 5 PLENARY SESSIONS<br />

Plenary Session 1 New families<br />

LA FAMIGLIA ATTUALE, OVVERO LA CRISI NELLA CRISI<br />

Ivano Spano Facoltà di Psicologia Università di Padova<br />

lari di ogni singola persona, tanto meno il modo<br />

in cui cambiano nel tempo.<br />

La conseguenza di tutto questo sembra essere<br />

quella di avere degli psichiatri sempre più coartati,<br />

con capacità creative ridotte e che, soprattutto,<br />

sembrano avere abdicato al nucleo più<br />

specifico della loro identità, che è quello relazionale.<br />

Quanto più la mia vita viene spiegata sulla<br />

base di qualcosa che è già nei miei cromosomi,<br />

di qualcosa che i miei genitori hanno<br />

fatto o omesso di fare…, tanto più la mia<br />

biografia sarà la storia di una vittima (James<br />

Hillman, Il codice dell’anima).<br />

A stretto rigore il problema non è come<br />

farsi curare ma come vivere (Joseph Conrad,<br />

Lord Jim).<br />

Per ciò che attiene le nuove pratiche stimo che<br />

l’elemento più significativo di queste sia individuabile<br />

in una sorta di denominatore comune<br />

che vede, sempre più, ognuno di noi esposto<br />

alla tensione di riappropriazione della propria<br />

vita: da normati a soggetti normativi, attori,<br />

costruttori, singolarmente e collettivamente,<br />

della nostre stesse esistenze.<br />

L’uomo…La sua vita è qualcosa che deve<br />

essere scelto, inventato a mano a mano<br />

che si svolge: essere umani è essenzialmente<br />

questa scelta e questa invenzione<br />

(José Ortega y Gasset, La storia come<br />

sistema).<br />

La “crisi nella crisi”<br />

Sulla base di queste considerazioni, valutando,<br />

poi, che la famiglia è, di fatto, una astrazione, un<br />

sistema di relazioni tra diversi soggetti, in questa<br />

sede non si vuole produrre una ulteriore ana-<br />

20<br />

lisi del fenomeno, ma una ricerca del senso, dei<br />

significati che animano lo stesso. In altri termini<br />

pensare al problema/sistema famiglia come a<br />

un problema/sistema contesto-dipendente.<br />

L’evoluzione, le trasformazioni e la crisi della<br />

famiglia all’interno , quindi, della crisi più generale<br />

della società.<br />

L’uomo…posto come cosa tra le cose è<br />

immensamente solo. (Rainer Maria Rilke,<br />

Del paesaggio).<br />

Quelle che Spinosa chiamava le “passioni tristi”,<br />

non riferendosi alla tristezza del pianto<br />

quanto al sentimento di impotenza, di disgregazione,<br />

corrispondono a quel malessere diffuso,<br />

a quella tristezza che sembrano caratterizzare,<br />

in maniera crescente, la condizione dell’esistenza<br />

umana, oggi. Impotenza, disgregazione,<br />

malessere diffuso, non sono altro che il segno<br />

visibile della crisi della società e della cultura<br />

contemporanea.<br />

Di fatto, “Senza rendersene conto e senza che<br />

nessuno in particolare l’abbia deciso, la nostra<br />

società ha prodotto una specie di ideologia della<br />

crisi, un’ideologia dell’emergenza , lentamente e<br />

in modo impercettibile, si è insinuata a ogni<br />

livello, dallo spazio pubblico alle sfere più intime<br />

e private, fino a costituire, in ognuno di noi, il<br />

modo di pensarsi come persona. Questa ideologia<br />

di ripiego, però, non è una ‘narrazione’ o una<br />

cosmogonia completa in grado di sostituire davvero<br />

l’ideologia precedente, ma si rivela piuttosto<br />

un ‘patch-work’, una sorta di stampella che<br />

consente di fare ‘come se le cose funzionassero<br />

ancora’ nonostante la crisi” (Benasayag e Schimt,<br />

L’epoca delle passioni tristi).<br />

Si è, ormai, diffuso il “quotidiano della precarietà”<br />

che ha preso il posto dell’ottimismo diffuso<br />

a piene mani dalla ragione e dalla “fede” illuministica<br />

nel progresso, tendenzialmente illimitato.

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