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6° 6éme Congresso Congrès Européen Europeo de di Psicopatologia Psychopathologie dell’Infanzia de l’Enfance e et dell’Adolescenza
de l’Adolescence
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THURSDAY, May 5 WORKSHOPS
Workshop 7 Abusi, maltrattamenti e filicidio
MALTRATTAMENTI E VIOLENZE IN GRAVIDANZA:
UN ASPETTO SOMMERSO DELLA VIOLENZA DI GENERE
Merete Amann Gainotti, Paola Schiavulli Facoltà di Scienze della Formazione Università di Roma Tre (Roma - IT)
In due contributi precedenti abbiamo
discusso da più punti di vista il grave fenomeno
della violenza domestica, mettendo in
evidenza come esso ponga numerosi e seri
problemi a livello familiare, psicologico, sanitario
e socio-economico (Amann Gainotti e
Pallini, 2006, 2008).
Infatti in Italia, ma anche in altri paesi di cosiddetta
cultura occidentale avanzata si continua a
registrare un aumento delle violenze subite dalle
donne nelle mura domestiche: dalle percosse,
alle umiliazioni, ai ricatti economici e fino all’omicidio.
Le violenze hanno come vittime non solo le
donne ma anche i bambini.
Nel presente articolo intendiamo attirare l’attenzione
su un problema ancora poco studiato
in letteratura: quello delle violenze subite in gravidanza.
1. Violenze e gravidanza: alcuni dati quantitativi
Il problema di raccogliere dati ed informazioni
obiettive sul fenomeno della violenza contro le
donne é fortemente sentito e si fa riferimento
alla piattaforma di azione elaborata a Pechino
nel 1995, in occasione della Conferenza mondiale
delle donne, in cui si invitava i paesi membri
a promuovere la ricerca, ad organizzare la
raccolta di dati, a predisporre statistiche sul
fenomeno della violenza di genere, sulla prevalenza
delle varie forme di violenza, a ricercarne
le cause e a promuovere misure efficaci per prevenire
e riparare.
E ormai dimostrato, in base a dati statistici
forniti da organismi internazionali quali l’ONU,
l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) e
l’UNICEF, dalle singole nazioni, occidentali e
non (M. Jaspard, 2006), che la violenza di genere
di cui sono vittime le donne, è un fenomeno uni-
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versale che attraversa tutte le razze, le etnie, le
religioni, le situazioni storiche e culturali e le
linee educative.
Curiosamente, da un punto di vista culturale
c’è stata, e forse vi è ancora, una notevole reticenza
ad associare la violenza alla vita coniugale,
in particolar modo nelle società
occidentali,in cui la relazione di coppia è considerata
più come uno spazio di libertà individuale
e di realizzazione.
individuale. Parlare poi di violenza in relazione
alla gravidanza costituisce un “taboo” ancora
più radicato: la gravidanza nella nostra società
rappresenta un terreno privato e “sacrale”, all’interno
del quale introdurre un argomento sgradevole
come la violenza appare un atto stonato,
intrusivo e dissacratorio.Un mito diffuso è che la
gravidanza risulti in qualche modo protettiva nei
confronti della violenza e dei maltrattamenti.
Sembra invece che la violenza non risparmia la
donna neppure durante questa fase della vita e
anzi può cominciare ad inasprirsi proprio in quel
periodo.
La gravidanza rende la donna più vulnerabile,
riducendo tra l’altro la sua autonomia, sia emotiva
che finanziaria, e così i cambiamenti legati
alla gravidanza possono essere vissuti dal partner
come una opportunità per stabilire potere e
controllo sulla donna.
I dati dell’OMS stimano che una donna su
quattro sia stata vittima di una qualche forma di
violenza in gravidanza, mentre dati provenienti
dagli U.S.A (Gazmararian et al., 2000) riportano
che due su cinque donne in gravidanza avrebbero
subito violenze dal partner. La violenza
interpersonale risulta essere la decima causa di
morte per le donne comprese tra 15 e 44 anni e
la seconda causa di morte materna.
Secondo Dubini e Curiel (2006), una metaanalisi
di 14 studi, che riflettono la realtà di diversi