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Nouvelles normalités Nouvelles pathologies Nouvelles ... - Psynem

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6° 6éme Congresso Congrès Européen Europeo de di Psicopatologia Psychopathologie dell’Infanzia de l’Enfance e et dell’Adolescenza<br />

de l’Adolescence<br />

Nuove <strong>Nouvelles</strong> normalità <strong>normalités</strong> Nuove <strong>Nouvelles</strong> patologie <strong>pathologies</strong> Nuove pratiche <strong>Nouvelles</strong> pratiques<br />

FRIDAY, May 6 WORKSHOPS<br />

Workshop 20 Dalla migrazione alla nuova identità<br />

L’ESPERIENZA DEL CON-FINE. IL LAVORO CON ADOLESCENTI FIGLI DI MIGRANTI<br />

Giovanna Di Falco, Maria Di Blasi Dipartimento di Psicologia - Università di Palermo (Palermo IT)<br />

Alcuni autori ritengono che l’adolescenza dei<br />

figli di migranti costituisca un periodo di vulnerabilità<br />

(Moro, Nathan, 1989) che può esitare in<br />

diverse forme di sofferenza, che testimoniano la<br />

difficoltà di sviluppare un’identità integrata.<br />

All’origine di tale disagio risiederebbe la dissociazione<br />

tra filiazione ed affiliazione, tra dimensione<br />

verticale ed orizzontale.<br />

Coloro che vivono in Italia, figli di genitori<br />

migranti, spesso non hanno compiuto una migrazione,<br />

non possono quindi essere identificati<br />

come immigrati ma più correttamente come figli<br />

dell’immigrazione.<br />

L’immigrazione non produce seconde generazioni<br />

di immigrati ma contribuisce a creare una<br />

nuova generazione trans-culturale arricchita<br />

dalla presenza di un “quid de novi” che caratterizza<br />

le nuove generazioni: essa può essere vista<br />

come un processo di trasformazione che coin-<br />

265<br />

volge sia la popolazione ospite sia quella ospitante.<br />

Da questo punto di vista a nostro parere<br />

non è più possibile ragionare ancora nei termini<br />

di “Seconda Generazione”; ci troviamo piuttosto<br />

dinanzi a un nuovo fenomeno che vede adolescenti<br />

di diversa appartenenza culturale condividere<br />

ideali e abitudini del Paese ospitante.Parlare<br />

di “seconda generazione” nega al paese<br />

ospitante la possibilità di riconoscere i figli di<br />

migranti come una sua parte attiva e vitale e<br />

nega agli adolescenti il riconoscimento di parte<br />

della loro identità.<br />

Su queste basi il Dipartimento di Psicologia di<br />

Palermo ed il CNR hanno realizzato uno studio<br />

che ha coinvolto 200 adolescenti al fine di valutare<br />

sia i punti di forza dell’appartenenza multiculturale<br />

sia le sue fragilità su cui può potenzialmente<br />

innestarsi il disagio psichico. I principali risultati<br />

verranno presentati in sede di convegno.

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