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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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predominante nei contrafforti meno elevati del massiccio, <strong>di</strong>viene meno abbondantenelle parti alte dei versanti, dove affiorano più frequentemente i graniti. Le aree dovele metamorfiti paleozoiche non sono state erose sono, tranne che in aree cacuminali,generalmente ricoperte dalla copertura forestale, per cui se ne intuisce la presenzasostanzialmente dalle forme più dolci che assume il rilievo. Le cime principali delMassiccio (P.ta Perda de Sa Mesa, Punta Cabixettas, Punta Cammedda, PuntaMagusu, sono allineate in senso NW-SE e sono <strong>di</strong>vvise in due blocchi da Canali Mau,una profonda e stretta valle fluviale. A pochi Km a WSW del Monte Linas vi è MonteLisone, che si presenta come un rilievo isolato, quasi conico, dalla forma regolaretipica del substrato metamorfico.Le aree minerarie della “cintura del metallifero” sono un paesaggio <strong>di</strong> originesoprattutto antropica, unico in Sardegna per la vastita del territorio interessato. Leminiere venivano aperte soprattutto lungo la linea <strong>di</strong> contatto tra le litologiecarbonatiche e quelle metamorfiche dei territori <strong>di</strong> Iglesias e Domusnovas.Osservando una carta geologica è possibile in<strong>di</strong>viduare le maggiori <strong>di</strong> queste aree, inparticolare quella a sud del Monte Marganai, affacciata sul Cixerri, dove sono icomprensori minerari <strong>di</strong> <strong>di</strong> Monteponi (Figura 12), S. Giovanni <strong>di</strong> Bindua e quella anord del Marganai, compresa tra questo ed il Monte Lisone ed il M. Linas, dove visono le miniere <strong>di</strong> Barraxiutta, Sa Duchessa, Tinnì, Arenas, Malacalzetta. Questa areaa nord del Monte Marganai è la più vasta ed impressionante dal punto <strong>di</strong> vistapaesaggistico. Caratteristiche della zona sono le immense <strong>di</strong>scariche minerarie(Figura 13), alcune delle quali delle <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> piccole colline, tra le quali vi sonovillaggi <strong>di</strong> minatori abbandonati, carrelli, macchinari, pozzi, torri <strong>di</strong> ferro arrugginito,bacini <strong>di</strong> decantazione (Figura 14). Si tratta <strong>di</strong> un territorio totalmente sconvolto dalleattività umane, caratterizzato da una vegetazione rada costituita da poche specie ingrado <strong>di</strong> colonizzare gli sterili <strong>di</strong> miniera. I corsi d’acqua presenti hanno spesso colorisurreali dovuti ai materiali erosi dalle <strong>di</strong>scariche minerarie, ricchi tra l’altro in metallipesanti che comportano gravi problemi <strong>di</strong> inquinamento delle falde acquifere e deiterreni in buona parte dell’Iglesiente.I rilievi metamorfici dell’Iglesiente sud-occidentale sono prevalentemente costituitida Metarenarie a cemento carbonatico, metacalcari oolitici e metadolomie dellaFormazione <strong>di</strong> Nebida. L’area dove affiora questo formazione si trova compresaall’interno <strong>di</strong> quella caratterizzata dalle litologie carbonatiche della Formazione <strong>di</strong>Gonnesa. La zona <strong>di</strong> contatto tra queste due formazioni, soprattutto lungo il latooccidentale, è stata particolarmente esplorata ed utilizzata a fini minerari. Vi si trovanoinfatti le miniere <strong>di</strong> Can<strong>di</strong>azzus, Grugua, Acquaresi e Montecani. Tra le metamorfiti <strong>di</strong>questa area si deve annoverare la “Pud<strong>di</strong>nga ordoviciana”, un metaconglomerato cheaffiora in un area <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni limitate presso la costa tra Fontanamare e Nebida,dando origine ad un paesaggio del tutto peculiare, dovuto al caratteristico colorvinaccia <strong>di</strong> questa formazione e alla dolcezza dei rilievi, che contrasta con l’asprezza<strong>di</strong> quelli costituiti da carbonati paleozoici che si trovano a contatto dei primi e spessoaffiorano tra questi. Particolarmente suggesitvo è il contrasto tra le due litologie che siverifica nel tratto <strong>di</strong> costa a sud <strong>di</strong> Masua (Figura 15). Questo paesaggio, presenteunicamente in quest’area dell’Iglesiente, si può definire “endemico”.L’area dei calcari costieri si estende a sud <strong>di</strong> Is Compinxius sino al Monte S.Giovanni <strong>di</strong> Bindua. Si tratta <strong>di</strong> un’area vasta, caratterizzata dalla presenza miniere, inparticolare lungo la linea <strong>di</strong> contatto con le metamorfiti paleozoiche, e da installazionilegate all’attività mineraria, quali massicciate e tunnel ferroviari, laverie, porti perl’imbarco dei minerali, tra i quali, unico nel suo genere, quello <strong>di</strong> Porto Flavia. Lamorfologia dell’area è molto tormentata e si caratterizza per la frequenza <strong>di</strong> pareti efalesie alte spesso più <strong>di</strong> 100 m. La linea costiera in particolare, ad eccezione <strong>di</strong>

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