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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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d’argento. Un deciso impulso alla crescita della città si ebbe dopo il 1258 quando,caduto il Giu<strong>di</strong>cato <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, il territorio fu assegnato ai Della Gherardesca del ramodel Conte Ugolino. Fu proprio il Conte a far costrutire il Duomo e che <strong>di</strong>ede unimpulso decisivo alla crescita della città che venne chiamata Villa <strong>di</strong> Chiesa(ispanizzato poi in Iglesias). La città <strong>di</strong>venne in breve il centro più importante dellaSardegna centro-meri<strong>di</strong>onale dopo <strong>Cagliari</strong>. In questo periodo vennero costruiteanche le mura, il castello Salvaterra e vennero promulgati gli statuti (il breve <strong>di</strong> Villa<strong>di</strong> Chiesa) che regolamentarono la vita civile e lo sfruttamento delle minierecircostanti. Nella guerra che oppose a Pisa i figli del Conte Ugolino, questi ultimi lapersero e da allora la città venne amministrata <strong>di</strong>rettamente da funzionari pisani. Nel1323 Villa <strong>di</strong> Chiesa venne asse<strong>di</strong>ata dalle truppe dell’infante Alfonso. La cittàresistette per alcuni mesi, e venne presa sostanzialmente a causa della fame. Ivincitori incrementarono le attività estrattive e vi impiantarono anche una zeccaReale. Allo scoppio delle guerre tra Mariano IV e Pietro IV la città insorse cacciandogli aragonesi e dal 1366 sino alla battaglia <strong>di</strong> Sanluri fu occupata stabilmente datruppe arborensi. Nei decenni successivi la riconquista aragonese le attivitàminerarie entrarono in crisi e la città decadde sino a che nel 1436 Alfonso V laconcesse in feudo alla contessa <strong>di</strong> Quirra che la acquistò per 5000 fiorini d’oro. Icitta<strong>di</strong>ni non sopportarono la decadenza <strong>di</strong> status da città reale a feudo, e tra il 1450e il 1453 si riscattarono. Iglesias continuò tuttavia a decadere, vani furono i tentativi<strong>di</strong> rilanciare l’attività estrattiva e il suo territorio venne eroso dai gran<strong>di</strong> feudatari dellazona, primi tra tutti i Gessa. Nel 1508 furono riformati i consigli comunali limitandonel’autonomia, e dal 1514 l’arcivescovo <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> resse in unione personale anche lacittà <strong>di</strong> Iglesias. Per tutto il XVI secolo la città continuò a decadere, oltre ai motivipredetti si aggiunse in questo secolo la recrudescenza delle incursioni dei piratibarbareschi che sbarcavano nel golfo <strong>di</strong> Palmas devastandone il territorio. Irappresentanti <strong>di</strong> Iglesias lamentarono più volte presso i Parlamenti dello stato <strong>di</strong>abbandono in cui era tenuta la Citta. Nel 1614 la situazione sembrò finalementemigliorare, furono riaperti gli antichi appro<strong>di</strong> <strong>di</strong> Funtanamare e Portoscuso esuccessivamente Portopaglia. Queste iniziative, assieme all’autorizzazione alavorare in proprio che ebbero i cavatori <strong>di</strong> Galena, <strong>di</strong>ede un impulso importante allosviluppo della città, che alla vigilia della peste del 1652 era tornata ad essere la terzadella Sardegna. L’epidemia, assieme ad una grave carestia e alla crisi delle attivitàestrattive fecero regre<strong>di</strong>re a tal punto la città che la <strong>di</strong>ocesi fu ad<strong>di</strong>rittura soppressa.La svolta si ebbe con il passaggio della Sardegna ai Savoia, che rilanciarono leattività minerarie e promossero l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> nuovi inse<strong>di</strong>amenti nel Sulcis. Nel1748 fu ricostituita la sua <strong>di</strong>ocesi e la città crebbe rapidamente. Nel 1821 <strong>di</strong>vennecapoluogo <strong>di</strong> provincia sino alla loro abolizione nel 1848, quando fu inclusa comecapoluogo <strong>di</strong> mandamento della <strong>di</strong>visione amministrativa <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> e dal 1859 nellaricostituita provincia. A partire dalla seconda metà dell’800, con lo sviluppo del suo<strong>di</strong>stretto minerario la città si trasformò in un centro prospero e vivace. Agli inizi delXX secolo sperimentò le prime forme <strong>di</strong> lotta operaia e nel primo dopoguerra ilconfronto violento tra socialisti e fascisti. A partire dal secondo dopoguerra Iglesiasha risentito della crisi delle attività minerarie.Tra<strong>di</strong>zioni, beni storici ed archeologici del territorioNumerose sono le testimonianze storiche e i monumenti notevoli presenti aIglesias, in particolare numerose sono le chiese, fatto questo che sembra giustificareil nome della città.

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