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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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trasgressione marina e dallo sprofondamento della fossa del Campidano soprattuttonel Pliocene me<strong>di</strong>o-superiore.Nel territorio <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o gli unici se<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> questo periodo risalgono al 3° ciclose<strong>di</strong>metario e si trovano nell’Arburese settentrionale, presso Capo Frasca.L’Iglesiente è stato quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>rettamente interessato dagli avvenimenti geologici del 2°e del 3° ciclo se<strong>di</strong>mentario solo marginalmente. Da considerare però che l’Iglesientead oriente confina con il Campidano che è stata invece la zona maggiormentecoinvolta in questi eventi. Nella ricostruzione della storia della flora del territoriobisogna tenere conto del fatto che le trasgressioni marine nell’area del Campidanohanno causato l’isolamento del Sulcis-Iglesiente dal resto dell’Isola.Successione marina e depositi continentali del Miocene superiore (3° ciclose<strong>di</strong>mentario)La successione trasgressiva del 3° ciclo affiora in Sardegna sui colli <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, nelSassarese, nel Logudoro, nel Sinis e nel territorio <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o a Capo Frasca.A partire dal basso, questa successione è costituita da se<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> origine marina<strong>di</strong> piattaforma esterna del Tortoniano, calcarei e marnosi. Verso l’alto si assiste aduna progressiva <strong>di</strong>minuzione della batimetria nel Tortoniano superiore-Messinianoinferiore, con conseguente sviluppo <strong>di</strong> piattaforme carbonatiche biocostruite,parallelamente alla paleolinea <strong>di</strong> costa. Questa successione evolve in facies lagunarie depositi evaporitici, da mettere in relazione con la crisi <strong>di</strong> salinità del Messiniano(CITA, 1973).La successione affiorante a Capo Frasca è segnata sulla carta geologica dellaSardegna 1: 200.000 come “8c”, sigla che contrad<strong>di</strong>stringue la Formazione <strong>di</strong> CapoS. Marco, ed è composta da argille marnoso-siltose, con intercalazioni <strong>di</strong> banchicalcarei organogeni <strong>di</strong> ambiente <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazione sub-litorale con transizione acon<strong>di</strong>zioni lagunari e/o palustri (CHERCHI et al., 1978). Nella parte superiore dellaformazione sono frequenti temporanei episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> emersione con strutture <strong>di</strong><strong>di</strong>sseccamento, paleosuoliargillosi e sabbie fluviali. Il contenuto fossilifero consente<strong>di</strong> datare questa formazione tra il Messiniano me<strong>di</strong>o-superiore (CIPOLLARI, 1997). Lasuperficie è troncata a tetto da una superficie erosiva; gli spessori massimiosservabili sono <strong>di</strong> circa 25 m. Al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> questo paleosuolo poggiano i calcarilaminati del Sinis, una formazione evaporitica composta da calcari quasi puri,microcristallini e sottilemtente stratificati., per uno spessore massimo <strong>di</strong> 25 m. Più inalto vi sono i segni <strong>di</strong> una nuova ingressione marina, dovuta alle ritmiche oscillazionieustatiche <strong>di</strong> questo periodo.Ciclo vulcanico ad affinità alcalina, transizionale e subalcalina del Plio-PleistoceneLa <strong>di</strong>namica estensionale che ha interessato la Sardegna ed il Tirreno nelPliocene e nel Pleistocene trova riscontro in un nuovo ciclo vulcanico, noto inletteratura come “post-elveziano”. Le vulcaniti <strong>di</strong> questo ciclo sono il prodotto <strong>di</strong> unvulcanesimo intraplacca e sono costituiti da lave basaltiche, da alcaline ad alcalinetransizionali e sub-alcaline (BECCALUVA et al., 1985).Le manifestazioni vulcaniche hanno dapprima interessato la Sardegna sudorientaleper espandersi poi in altri settori dell’Isola. Il Massiccio del Monte Arci, il piùvicino a Capo Frasca si è sviluppato tra 3,7 e 2,8 Ma (ASSORGIA et al., 1983). Icaratteri giaciturali <strong>di</strong> queste vulcaniti riflettono un’attività essenzialmente fessurale,legata a <strong>di</strong>rettrici tettoniche con orientazione sub-meri<strong>di</strong>ana, lungo le quali siallineano colate <strong>di</strong> modeste <strong>di</strong>mensioni associate a piccoli coni <strong>di</strong> scorie, e<strong>di</strong>fici isolati

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