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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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<strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azione solare incidente. Si è inoltre calcolata l’assolazione in ore per giorno,mese e anno.RisultatiI risultati conseguiti sino ad ora oltre ad evidenziare la preferenza <strong>di</strong> B.crassifolium per gli ambienti sciafili, permettono <strong>di</strong> quantificare il fattore ecologicoinsolazione e <strong>di</strong> valutare il contributo che, per la sua determinazione, danno iparametri in esame. In particolare si segnala che in 3 delle stazioni rilevate, lara<strong>di</strong>azione solare <strong>di</strong>retta non arriva mai durante l’intero anno ed in altre 6 arriva inquantità trascurabile (meno del 5% <strong>di</strong> quanto giunge ad un piano orizzontale allamedesima latitu<strong>di</strong>ne e non schermato da ostacoli). Soltanto in 6 rilievi su 26l’insolazione, rispetto a quella incidente sul piano orizzontale, supera il 50%.Considerando l’insieme delle stazioni esaminate, la me<strong>di</strong>a dell’insolazione chegiunge effettivamente su B. crassifolium è del 26%; mentre, se si considera solol’influenza dell’esposizione e dell’inclinazione, la me<strong>di</strong>a dell’insolazione rispetto alpiano orizzontale è del 51%. Soltanto in 3 rilievi si raggiunge e supera l’80% dellara<strong>di</strong>azione solare incidente su <strong>di</strong> un piano orizzontale e senza ostacoli.In me<strong>di</strong>a, l’assolazione incide per il 26% sul piano inclinato e ombreggiato rispettoal piano orizzontale e per il 66% se non si considera l’effetto <strong>degli</strong> ostacoli. L’analisidei dati evidenzia, come preve<strong>di</strong>bile, che le stazioni <strong>di</strong> B. crassifolium ricevono menoirraggiamento solare soprattutto nei mesi invernali, tanto che 17 stazioni su 26 nonricevono irraggiamento solare <strong>di</strong>retto per uno o più mesi dell’anno; questo numeroscende a 7 su 26 se il calcolo viene effettuato senza considerare gli ostacoli.Alla luce dei dati suesposti l’affermazione <strong>di</strong> Martinoli può essere parzialmentecontestata. Effettivamente B. crassifolium ha, nella maggior parte dei casi, uncomportamento sciafilo, ma alcune delle stazioni rilevate ricevono un quantitativo <strong>di</strong>ra<strong>di</strong>azione solare <strong>di</strong>retta del tutto paragonabile a quella che riceverebbero se fosserosu <strong>di</strong> un piano orizzontale, non schermato da ostacoli e alla medesima latitu<strong>di</strong>ne. Per<strong>di</strong> più è proprio nei mesi estivi, quelli <strong>di</strong> maggior stress idrico per le piante, che iquantitativi <strong>di</strong> irraggiamento solare ricevuto si avvicinano maggiormente a quelliincidenti sul piano. In base a questi primi risultati, sembra <strong>di</strong> poter affermare che B.crassifolium è una specie che pre<strong>di</strong>lige gli ambienti sciafili, nei quali tra l’altro mostrain genere l’habitus più rigoglioso, anche se in alcuni casi può colonizzare ambientirupicoli ad elevata insolazione. E’ probabile che la spiegazione <strong>di</strong> questo fenomenosia da ricercarsi nel concomitante influsso <strong>di</strong> altri fattori ecologici, quali la tipologia delsuolo, il quantitativo <strong>di</strong> terra ed acqua (<strong>di</strong> qualsiasi origine) <strong>di</strong> cui l’esemplare può<strong>di</strong>sporre e la litologia.Per quel che riguarda un eventuale <strong>di</strong>fferente comportamento della varietàcanescens rispetto alla forma tipica, l’esiguo numero <strong>di</strong> rilievi realizzato sino ad ora(rilievi II e III) non consentono <strong>di</strong> giungere a conclusioni supportabili statisticamente.Limiti e potenzialitàLa metodologia illustrata, applicata ad un numero consistente dei popolamenticonosciuti <strong>di</strong> una specie dalla <strong>di</strong>stribuzione limitata, consente <strong>di</strong> identificare il rangeche ha il taxa rispetto al fattore ecologico dell’insolazione, senza la necessità <strong>di</strong>eseguire lunghe e <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>ose misurazioni strumentali sul campo.L’alternativa all’utilizzo <strong>di</strong> una metodologia <strong>di</strong> tipo matematico come quelladescritta sarebbe l’utilizzo <strong>di</strong> piranometri, costosi e soprattutto poco pratici a causadel tempo necessario per prendere i dati e, in molte località, non idonei per motivilogistici. Un altra alternativa, interessante in quanto permette <strong>di</strong> realizzare carte

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