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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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quando non si è certi della derivazione del toponimo dal nome vernacolare <strong>di</strong> unaspecie vegetale. La sigla “cfr.” in<strong>di</strong>ca che il toponimo si riferisce probabilmente allaprima delle specie in<strong>di</strong>cate, ma vi è la possibilità che identifichi una <strong>di</strong> quelle in<strong>di</strong>catetra parentesi. Con il simbolo “*” sono stati contrad<strong>di</strong>stinti quei toponimi non riportatisulle carte dell’IGM ma d’uso corrente fra gli abitanti del luogo.Nell’allegato 2 viene riportata la lista <strong>di</strong> toponimi derivanti da cognomi che hannouna etimologia botanica, tranne un caso nel quale il toponimo deriva dal nome <strong>di</strong> unacooperativa agricola e non dall’uso dei locali.RisultatiIn totale, sono stati censiti ed analizzati 2964 toponimi, 526 dei quali sono risultatiessere fitotoponimi, relativi ad almeno 107 taxa (vedere elenco), rappresentanti circail 6,9% della flora dell’Iglesiente.La toponomastica generale dell'area risulta prevalentemente composta dafitotoponimi in <strong>di</strong>aletto campidanese, riferiti in gran parte a specie arboree edarbustive presenti e spesso molto frequenti nel territorio esaminato.Lo spettro biologico relativo ai toponimi rinvenuti (Figura 30), evidenzia una nettadominanza delle fanerofite (51%) rispetto alle altre forme biologiche. Questo apparein relazione con il fatto che le specie forestali legnose sono sicuramente meglioconosciute, più evidenti e sovente utilizzate dall’uomo. Va infatti rilevato che in tuttal’area iglesiente le colture più <strong>di</strong>ffuse sono arboree, dominano oliveti, mandorleti,agrumeti e altri frutteti. Le colture erbacee sono secondarie e limitate alle areepianeggianti e pedemontane.Non identificabili4%T6% Ch3%G14%P51%NP8%H14%Figura 30. Forme biologiche dei fitotoponimi censiti per l’Iglesiente.In Figura 31 vengono evidenziate le specie più ricorrenti nella fitotoponomasticalocale. Tra queste, le maggiormente citate sono Pyrus spinosa Forssk. e Pyruscommunis L. (26), seguite da Myrtus communis L. ssp. communis (23), Ficus caricaL. var. caprificus Risso (22), Phragmites australis (Cav.) Trin. (20), Olea europaea L.var. sylvestris Brot. (19), e da numerose sclerofille calcifughe quali: Lavatera sp. pl.(16, anche se alcuni potrebbero riferirsi alla pratica del debbio), Arbutus unedo L. eQuercus suber L. (15).I dati confermano le potenzialità vegetazionali dell’area, determinate dalla naturadei substrati e dalle con<strong>di</strong>zioni bioclimatiche. Dominano infatti i substrati noncarbonatici, quali i graniti ercinici e le metamorfiti acido-subacide paleozoiche

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