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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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Aiton ssp. implexa e Tamus communis L. Nel sottobosco sono abbondanti le erbeperenni come Arisarum vulgare L., Cyclamen repandum Sm. ssp. repandum,Asparagus acutifolius L., Ruscus aculeatus L., Carex <strong>di</strong>stachya Desf. e Aspleniumonopteris L.).Malgrado una consistente parte del territorio presenti una potenzialità per questotipo <strong>di</strong> boschi, essi sono poco rappresentati all’interno del SICp. Una densa lecceta sitrova alle falde meri<strong>di</strong>onali del M. S. Giovanni, sopra la frazione <strong>di</strong> Bindua. Si trattacomunque <strong>di</strong> una formazione <strong>di</strong>sturbata dalla notevole presenza antropica, che siriflette soprattutto nella povertà del sottobosco e nella presenza <strong>di</strong> pini non autoctoni.L’habitat non appare attualmente minacciato, se si esclude il rischio <strong>di</strong> incen<strong>di</strong>, cuisono soggette tutte le formazioni forestali.9330 - Foreste <strong>di</strong> Quercus suberLe sugherete presenti all’interno del SICp corrispondono all’associazione Galioscabri-Quercetum suberis Rivas-Martínez, Bion<strong>di</strong>, Costa et Mossa 2003, cherappresenta il massimo sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> sviluppo della vegetazione sui substrati scistosimeno esposti all’influenza del mare. Si tratta <strong>di</strong> boschi a Quercus suber L. con Q. ilexL., Viburnum tinus L., Arbutus unedo L., Erica arborea L., e Phillyrea latifolia L. Lostrato erbaceo è caratterizzato da Galium scabrum L., Cyclamen repandum Sm. ssp.repandum e Ruscus aculeatus L. Come per i boschi <strong>di</strong> leccio, anche queste forestepotrebbero estendersi su un territorio ben più vasto <strong>di</strong> quello che occupanoattualmente. Si trovano in formazioni mature e compatte poco a est dei limiti delSICp, nella zona compresa tra M. S. Pietro e il bacino <strong>di</strong> Monteponi. Solo i lembi piùoccidentali <strong>di</strong> questo sistema forestale ricadono all’interno del SICp, dove si possonoosservare in formazioni compatte soprattutto lungo il Canale <strong>di</strong> Matoppa.L’habitat non appare attualmente minacciato, se si esclude il rischio <strong>di</strong> incen<strong>di</strong>, cuisono soggette tutte le formazioni forestali.8310, 8330 - Grotte non ancora sfruttate a livello turistico e Grotte marinesommerse semisommerse.I sistemi carsici dell’Iglesiente sono particolarmente sviluppati e articolati. Inparticolare va sottolineato come l’origine delle cavità sotterranee risalga a <strong>di</strong>fferentiepoche geologiche ed esista pertanto una notevole varietà <strong>di</strong> tipologie attive einattive. I sistemi <strong>di</strong> cavità naturali sono andati intersecandosi e sovrapponendosi neisecoli alle gallerie create con l’attività mineraria. Da un lato gli scavi hannodeterminato un aumento <strong>di</strong> spazi adatti alla vita della fauna troglobia, creando unnuovo sistema <strong>di</strong> cavità sotterranee e mettendo in comunicazione con l’ambienteesterno alcune cavità isolate. Per contro le grotte naturali sono talora state taloracolmate con materiali <strong>di</strong> risulta o totalmente <strong>di</strong>strutte dallo sfruttamento dei filoni.Le grotte naturali, sia quelle sommerse che quelle sopra il livello del mare,risentono oggi <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> inquinamento in parte derivante dalla natura stessadella roccia, in parte dovuto alle mo<strong>di</strong>fiche <strong>di</strong> tali ambienti apportate dall’uomo.Per quanto riguarda le grotte non sottomarine, è importante che oggi venganogestite e tutelate insieme al sistema <strong>di</strong> gallerie minerarie, in quanto la fauna tipica<strong>degli</strong> ambienti <strong>di</strong> grotta ha ormai ampiamente colonizzato tutte la cavità artificiali eallo stato attuale è <strong>di</strong>fficile <strong>di</strong>stinguere, sotto l’aspetto ecologico, gli ambienti ipogeinaturali da quelli creati dall’uomo.

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