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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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Geologia e litologiaINTRODUZIONEDal punto <strong>di</strong> vista geologico l’Iglesiente costituisce, assieme al Sulcis, unasubregione della Sardegna del tutto peculiare, che si caratterizza sin dai primor<strong>di</strong> peruna storia in parte autonoma. L’originalità <strong>di</strong> questo territorio è imme<strong>di</strong>atamentepercepibile osservando una carta geologica dell’area (Figura 19), dalla quale risultanoevidenti una complessità ed una eterogeneità geologiche superiori a quelleriscontrabili in altre aree dell’isola, anche se questa è la regione in Italia più varia dalpunto <strong>di</strong> vista geologico. Si può citare a questo proposito CARMIGNANI et al. (2001), nelquale si afferma che “...a causa del complesso assetto tettonico dell’area, la correttainterpretazione stratigrafica della successione cambriana dell’Iglesiente-Sulcis fuoggetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito per più <strong>di</strong> mezzo secolo.” Per via <strong>di</strong> questa complessità e,soprattutto, dell’abbondanza <strong>di</strong> giacimenti minerari, l’Iglesiente è senza dubbio ilterritorio sardo sul quale si è maggiormente concentrata l’attenzione dei geologi. Tali<strong>stu<strong>di</strong></strong>, quasi sempre condotti ad un livello e con una rilevanza internazionali, vedonocome precursore Della Marmora (1860) e si sono sviluppati grazie all’impegno deitanti geologi delle compagnie minerarie italiane e straniere, che soprattutto a partiredal 1860, si interessarono a questo territorio. Contributo rilevante alla conoscenzageologica dell’area è quello dato dai geologi del Regio Servizio Geologico, tra i quali siricordano Novarese, Taricco, Fraas, Zoppi, De Castro e Lovisato. Un esempio dellarisonanza internazionale che ebbero questi <strong>stu<strong>di</strong></strong> è quello relativo all’attribuzione delle“arenarie” al Cambriano inferiore, che si deve a Blayal e Thoral per la Montagna Neranel 1931, che accertarono un età più recente <strong>degli</strong> scisti a Paradoxides me<strong>di</strong>terraneusrispetto ai metase<strong>di</strong>menti ad Olenopsis. Questa attribuzione venne introdotta inSardegna l’anno successivo dall’ingegnere minerario HAVRE (1932) e definitivamenteconfermata da SCHWARTZBACH nel (1939). Nell’Iglesiente si concentrarono <strong>stu<strong>di</strong></strong> acarattere strutturale che consentirono negli anni ’60 ad Arthaud (ARTHAUD, 1963;ARTHAUD & MATTE, 1966) l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> una tettonica polifasica ercinica epermisero a Poll e ZWART (1964) <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare complessi sistemi <strong>di</strong> interferenza tradeformazioni “sarde” e deformazioni erciniche. In questi anni viene anche <strong>stu<strong>di</strong></strong>ata,con approccio <strong>di</strong> tipo quantitativo, la deformazione interna dei metase<strong>di</strong>mentiordoviciani ad opera <strong>di</strong> Dunnet (CARMIGNANI et al, 2001). Grazie a questo interessenegli anni ’60 il quadro stratigragfico e strutturale della Sardegna sud-occidentaleaveva raggiunto livelli <strong>di</strong> conoscenza elevati, in linea con le più avanzate metodologie<strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o in campo stratigrafico e strutturale, ed in netto anticipo rispetto alleconoscenze che si avevano del resto della Sardegna. Negli anni ’70 e ’80 il ritardonelle conoscenze geologiche per la Sardegna a NE del Campidano venne colmatograzie soprattutto al lavoro <strong>di</strong> geologi della scuola Pisana. L’interesse per l’Iglesientenon viene comunque meno in quegli anni, come conferma una imponente mole <strong>di</strong>letteratura scientifica e le conoscenze in quest’area continuano a perfezionarsi. Così,ad esempio, le ricerche sull’evoluzione stratigrafica, strutturale, metamorfica emagmatica del basamento sardo, svolte nell’ambito <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> ricerca delMinistero della Pubblica Istruzione e coor<strong>di</strong>nate da Cocozza, portaronoall’in<strong>di</strong>viduazione delle falde erciniche dell’Unità dell’Arburese nell’Iglesiente-Sulcisorientale (BARCA et al., 1981a). Negli anni ’80 le accresciute conoscenze relative albasamento ercinico della Sardegna portano a riconoscerlo come un segmento <strong>di</strong>catena ercinica in cui si <strong>di</strong>stinguono: una Zona esterna dell’Igesiente-Sulcis, una zona

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