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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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Altre tipologie <strong>di</strong> vegetazioneGarigheFormazioni vegetali <strong>di</strong> arbusti bassi, per lo più rade e aperte. La copertura erbaceapuò essere continua o quasi assente. Le specie dominanti possono essere <strong>di</strong>fferenti:Helichrysum microphyllum (Willd.) Camb. ssp. tyrrhenicum Bacch., Brullo et Giusso,Stachys glutinosa L., Santolina insularis (Gennari ex Fiori) Arrigoni, Teucrium sp. pl.,Scrophularia canina L. ssp. bicolor (Sibth. et Sm.) Greuter, etc.Macchie basse a cisti o a ginestra spinosaSono dominate da Cistus sp. pl. o da Calicotome villosa. Derivano dal degrado,dovuto soprattutto agli incen<strong>di</strong>, delle macchie a sclerofille più alte e compatte.Macchie a lentisco e olivastroSono <strong>di</strong>ffuse in tutto il territorio in<strong>di</strong>pendentemente dal substrato. Rappresentanouna tappa evolutiva della copertura vegetale che può derivare dalle macchie basse o<strong>di</strong>rettamente dai prati perenni.Discariche minerarieComprendono i <strong>di</strong>versi depositi <strong>di</strong> materiali derivati dalle attività minerarie. I piùimportanti all’interno del SICp sono rappresentati dalle <strong>di</strong>ghe sterili <strong>di</strong> Masua.Zone umideNel territorio del SICp si trovano tifeti (a Typha latifolia L. e T. angustifolia L.) ecanneti (a Phragmites australis (Cav.) Trin. ex Steud.) lungo i principali corsi d’acquae canali. Questo tipo <strong>di</strong> vegetazione risulta cartografabile solo in corrispondenzadella palude <strong>di</strong> “Sa Masa”.Aree agricole, aree urbanizzate, rimboschimenti, altro.Aspetti gestionaliL’area considerata ha subito negli ultimi decenni un ra<strong>di</strong>cale cambiamento nell’usodel territorio, soprattutto per quanto riguarda le aree collinari che delimitano la valledel Rio S.Giorgio e quelle situate più a Nord, fino a Buggerru, ma anche ben oltre ilimiti del SICp.L’economia infatti è stata caratterizzata dalle attività minerarie, che attraverso isondaggi, gli scavi e gli inse<strong>di</strong>amenti, si sono <strong>di</strong>stribuite capillarmente in tutte le areecollinari. Le altre forme <strong>di</strong> uso del territorio sono state in questi ambiti secondarie espesso funzionali alla sussistenza <strong>degli</strong> stessi villaggi minerari: l’agricoltura hasfruttato piccoli appezzamenti nelle aree a minore acclività, la necessità <strong>di</strong> legna e <strong>di</strong>pascolo hanno ridotto e impoverito buona parte dei boschi un tempo assai più <strong>di</strong>ffusied estesi.Negli ultimi decenni, a partire dagli anni ’60, la crescente crisi del settore minerarioha visto il declino delle attività estrattive accompagnato da drastici fenomeni <strong>di</strong>spopolamento e una conseguente <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> tutte le attività antropiche sulterritorio. Attualmente le attività agricole e pastorali sono praticate in maniera<strong>di</strong>scontinua e generalmente non intensiva. In particolare, l’agricoltura è

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