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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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1320 (primi dati <strong>di</strong>sponibili): 816 abitanti circa1485: 192 abitanti1583: 632 abitanti1698 (fine periodo spagnolo): 1.157 abitanti1728 (inizio periodo sabaudo): 1.265 abitanti1848 (fusione perfetta): 1.878 abitanti1861 (unità d’Italia): 2.063 abitanti1901: 2.305 abitanti1951: 3.851 abitanti2001: 4.234 abitantiVILLACIDROCitta<strong>di</strong>na situata sulle pen<strong>di</strong>ci orientali del massiccio del Linas, a 147 m slm. contacirca 15.000 abitanti. Sul suo territorio vi sono numerose testimonianzearcheologiche che <strong>di</strong>mostrano la continuità della presenza dell’uomo sin dall’epocanuragica.L’attuale centro abitato deriva da un inse<strong>di</strong>amento romano i cui resti sono statioggetto <strong>di</strong> scavi archeologici nella piazza del Municipio. In epoca me<strong>di</strong>oevale eranopresenti due nuclei abitati, uno con e<strong>di</strong>fici in pietra raccolti attorno alla parrocchiale el’altro, più a valle e più modesto, <strong>di</strong> case in la<strong>di</strong>ri. Appartenne al Giu<strong>di</strong>cato <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>e fu inclusi nella curatoria <strong>di</strong> Gippi. Nel 1258 questo Giu<strong>di</strong>cato fu debellato e <strong>di</strong>viso eil centro abitato incluso nei territori che andarono al conte <strong>di</strong> Capraia; all’estinzionedella sua <strong>di</strong>scendenza prese ad essere amministrato da funzionari del Comune <strong>di</strong>Pisa. Subito dopo la conquista aragonese fu concesso in feudo a BernardoCespujades che però fu costretto a cedere il villaggio nuovamente a Pisa dopo laseconda pace con l’Aragona nel 1326. Villacidro rimase così a far parte del grandefeudo che i pisani sfruttarono sino allo scoppio della prima guerra tra Mariano IV ePietro IV nel 1353. In quell’occasione gli abitanti si ribellarono e passarono con ilGiu<strong>di</strong>cato <strong>di</strong> Arborea. Per tutto la restante parte del secolo XIV il villaggio rimasepossesso giu<strong>di</strong>cale e soffrì notevoli danni a causa delle guerre tra Arborea eAragona. Caduto il Giu<strong>di</strong>cato <strong>di</strong> Arborea, nel 1420 fu concesso in feudo a GiovanniCiviller che lo unì al suo feudo <strong>di</strong> Villasor. Successivamente il feudo passò ai DeBesora sino al 1506, quando passà a Eugenio de Gerp. Nei decenni successivi inuovi feudatari svilupparono la coltura <strong>degli</strong> agrumi. Estinti i De Gerp nel 1582 ilpaese venne venduto ai Brondo. Questi, nel corso del secolo XVII <strong>di</strong>edero unulteriore impulso allo sviluppo del villaggio che <strong>di</strong>venne capoluogo dell’omonimoMarchesato. Dai Brondo passò ai Bou Crespi ai quali fu riscattato nel 1838.Nell’ultimo periodo della sua lunga storia feudale, il villaggio, a partire dal secoloXVIII fu centro <strong>di</strong> numeroseimprese legate all’attività mineraria, in particolare fu sededella fonderia creata da Mandel, che però dopo alcuni anni fu chiusa, e cominciò asfruttare l’ingente patrimonio forestale della zona <strong>di</strong> Monti Mannu. Nel 1821 Villacidrofu incluso come capoluogo <strong>di</strong> mandamento della provincia <strong>di</strong> Iglesias; nel 1848 entròa far parte della <strong>di</strong>visione amministrativa <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> e dal 1859 della sua omonimaprovincia. Nel corso del secolo XIX la sua economia si sviluppò notevolmente e ilcentro <strong>di</strong>venne sede <strong>di</strong> villeggiatura <strong>di</strong> numerose famiglie dell’aristocrazia e dellaborghesia cagliaritana. Durante la seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, la presenza nelle suecampagne <strong>di</strong> un campo d’aviazione causò notevoli danni; nel dopoguerra il centroabitato ebbe un ulteriore deciso sviluppo soprattutto alla fine <strong>degli</strong> anni ’60 con la

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