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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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Spettro biologicoI dati dello spettro biologico (Figura 43) confermano la me<strong>di</strong>terraneità dell’area inesame e le problematiche legate all’utilizzo del territorio, evidenziate dal dato delleterofite (40,0%), delle emicriptofite (25,2%) e delle geofite (14,4%). Grazie alla<strong>di</strong>ffusione sul territorio <strong>di</strong> pratelli annuali e pascoli la percentuale <strong>di</strong> terofite risulta parial valore stimato per la flora sarda attorno al 40% (MOSSA et al., 2003). L’alto valoredelle geofite viene ricondotto sia alla me<strong>di</strong>terraneità del clima, sia al degrado causatodalle attività pastorali ed in particolare al problema del sovrappascolo e <strong>degli</strong> incen<strong>di</strong>.I valori più bassi sono quelli relativi alle essenze legnose, con le camefite (7,5%), lefanerofite (7,4%), mentre gli alti valori delle nanofanerofite (NP=3,1%), sono dovutiall’abbondanza e <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> piccoli arbusti, in particolar modo rapresentati dalgenere Genista. Le idrofite mostrano valori molto bassi (2,2%), ed ancor più le elofite(0,1%) per effetto della limitata estensione <strong>degli</strong> habitat acquatici.T40,0%Ch7,5%G14,4%P7,4%NP3,1%I2,2%He0,1%H25,2%Figura 43. Spettro delle forme biologiche secondo Raunkiaer (1934).Il grafico che analizza le sottoforme biologiche (Figura 44), permette <strong>di</strong> osservareuna maggiore presenza <strong>di</strong> piante “semplici” che non necessitano <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong>energie per svilupparsi, infatti le T scap (516 u.t.) sono in assoluto le più frequenti,seguite dalle H scap (172), mentre le T caesp rappresentano solo il 3,3% delleterofite e tra le geofite risultano largamente maggioritarie le bulbose.

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