10.07.2015 Views

Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Tra i generi con il maggior numero <strong>di</strong> entità (Figura 119) si riscontrano Trifolium eCarex (11), Ophrys e Plantago (9) Ranunculus (8), Euphorbia, Me<strong>di</strong>cago, Galium eRumex (7).1211 11109 9887 7 7 766 6 6 6 6 6420TrifoliumCarexOphrysPlantagoRanunculusEuphorbiaMe<strong>di</strong>cagoGaliumRumexViciaOrchisSileneBromusGeraniumLathyrusFigura 119. Generi con maggior numero <strong>di</strong> unità tassonomiche.Dal confronto tra la flora del territorio esaminato e quella <strong>di</strong> altre flore comparabiliper <strong>di</strong>mensioni dell’area, uso del territorio o vicinanza geografica, si evidenzia che ivalori assoluti e relativi siano comparabili a quelli delle aree con estensione simile,come Monte Arcuentu. Il paragone con la flora <strong>di</strong> un altro <strong>di</strong>stretto minerario, quello <strong>di</strong>Montevecchio, evidenzia un numero molto maggiore <strong>di</strong> unità tassonomiche ritrovate(548 contro 373), ma bisogna tener conto della minore estensione superficiale e dellamaggiore omogeneità ecologica e <strong>di</strong> uso del territorio <strong>di</strong> quest’ultimo.I dati dello spettro biologico generale (Figura 120), in particolare la percentuale <strong>di</strong>terofite, confermano la me<strong>di</strong>terraneità dell’area, anche se la percentuale <strong>di</strong> terofiterisulta inferiore rispetto a quello calcolato per la flora sarda (MOSSA et al., 2003) e allaflora del <strong>di</strong>stretto minerario <strong>di</strong> Montevecchio, ma molto vicina a quella calcolata suflore <strong>di</strong> territori molto meno antropizzati come Marganai (BALLERO & ANGIOLINO, 1991)e Monte Linas (ANGIOLINO & CHIAPPINI, 1983), <strong>di</strong>scostandosi invece sensibilmente daldato in<strong>di</strong>cato per l’Anfiteatro Romano <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> (BOCCHIERI & MULAS, 1983) (Tabella36).L’elevata percentuale <strong>di</strong> geofite può essere ricondotta sia alla me<strong>di</strong>terraneità delclima, sia al degrado causato dalle attività pastorali ed in particolare al problema delsovrappascolo e <strong>degli</strong> incen<strong>di</strong>. Ma è soprattutto la presenza <strong>di</strong> zone umide nell’area<strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o (delle quali la palude <strong>di</strong> Sa Masa è la più significativa), che contribuisce alvalore abbastanza elevato delle piante con questa forma biologica.Un altro dato che emerge dallo spettro biologico è la percentuale abbastanzaelevata <strong>di</strong> fanerofite e nanofanerofite. La causa <strong>di</strong> questo valore si può ricercare nellapresenza nell’area <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> formazioni a elevata naturalità (quali leccete esugherete), e nelle introduzioni <strong>di</strong> specie esotiche, verificatesi nelle vicinanze deibacini minerari e della palude <strong>di</strong> Sa Masa. Gli alti valori delle nanofanerofite

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!