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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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delle me<strong>di</strong>terraneo occidentali insulari (EMOI), come proposto da BACCHETTA &PONTECORVO (2005). Ciò è stato fatto poiché <strong>di</strong>verse entità presentano un areale <strong>di</strong><strong>di</strong>stribuzione limitato ad alcune isole tirreniche e a esigue porzioni delle coste nordafricane e provenzali.Per quanto riguarda la flora alloctona le categorie utilizzate per descrivere il grado<strong>di</strong> integrazione con la flora locale sono state prese da (PYŠEK et al., 2004).Nell’elenco floristico vengono in<strong>di</strong>cati, per ciascuna unità tassonomica, la formabiologica e l’elemento corologico, l’ecologia, il sito <strong>di</strong> rinvenimento (quando il taxon èlocalizzato) e i dati relativi alla frequenza delle singole entità. Per quest’ultimo dato sisono volute utilizzare le categorie <strong>di</strong> rarità proposte da RABINOWITZ (1981) eRABINOWITZ et al. (1986) in considerazione del fatto che consentono una valutazionepiù analitica ed oggettiva.L’autore dei taxa superiori al genere è stato verificato da “Index nominumsupragenericorum plantarum vascularium” (KIGER & REVEAL, 2006).All’interno delle Angiospermae è stato utilizzato lo schema tassonomico <strong>di</strong> APG II(ANGIOSPERM PHYLOGENY GROUP, 2003) nel quale vi sono alcune <strong>di</strong>visioni <strong>di</strong> rangonon definito evidenziate dal nome in inglese posto tra virgolette. Alcune <strong>di</strong>visionitassonomiche mancano <strong>di</strong> autore poiché il loro utilizzo e le caratteristiche si sonodelineate nel corso <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi secoli e ad opera <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti <strong>stu<strong>di</strong></strong>osi, tra i quali non èforse possibile stabilire a chi vada attribuita la paternità.I calcoli e le elaborazioni <strong>di</strong> carattere floristico sono stati realizzati considerandotutte le specie rinvenute e segnalate da precedenti autori.L’or<strong>di</strong>namento tassonomico seguito per le Pteridophyta è quello in<strong>di</strong>catodall’AUSTRALIAN NATIONAL HERBARIUM-CENTRE FOR PLANT BIODIVERSITY RESEARCH(1999). Per le Gymnospermae, per quanto relativamente poco rappresentate nellanostra flora, si sono riscontrate le maggiori <strong>di</strong>fficoltà nel trovare uno schematassonomico aggiornato e basato su <strong>di</strong> un rigoroso criterio monofiletico. La letteraturaconsultata, compresi i più aggiornati d-base presenti in internet, sono <strong>di</strong>scor<strong>di</strong> nellivello tassonomico al quale <strong>di</strong>fferenziare i <strong>di</strong>fferenti gruppi delle gimnosperme, chealcuni suggeriscono essere probabilmente non monofiletiche (JUDD et al., 2002) ,mentre altri le <strong>di</strong>stinguono solo a livello <strong>di</strong> superclasse (REVEAL, 1998), o <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne,come nel sistema dell’APG e nel d-base <strong>di</strong> EARLE (1999). Quest’ultimo vieneutilizzato come riferimento in alcuni recenti lavori quale quello <strong>di</strong> MONGRAND et al.(2001) e si occupa solo dei livelli tassonomici al <strong>di</strong> sotto dell’or<strong>di</strong>ne, con unimpostazione che lo stesso autore ammette essere forse troppo conservatrice, magiustificata dalla attuale incertezza in materia.Per i taxa protetti e/o a rischio d’estinzione, sono state anche specificate le <strong>di</strong>versesigle utilizzate dalla IUCN (2001; 2003), CITES (CE, 2001), Convenzione <strong>di</strong> Berna(CEE, 1982), Direttiva Habitat 92/43 (CEE, 1992) e contenute nella proposta <strong>di</strong>Legge Regionale per la protezione della flora sarda (BACCHETTA et al., 1999). Sullabase del lavoro <strong>di</strong> campo realizzato e dei dati bibliografici e <strong>di</strong> archivio ritrovati,vengono proposte le mo<strong>di</strong>fiche alle categorie <strong>di</strong> protezione per alcuni taxa, secondole norme dettate dalla IUCN (2001, 2003).Sigle ed abbreviazioniCon il simbolo (°) sono in<strong>di</strong>cati i taxa osservati in aree limitrofe all’area <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o;mentre il simbolo (*) in<strong>di</strong>ca quelli la cui presenza sul territorio può esseretestimoniata per osservazione <strong>di</strong>retta.Le sigle utilizzate per esprimere la rarità dei taxa sono il risultato <strong>di</strong> tre fattori, perognuno dei quali si sono considerate due possibilità: <strong>di</strong>ffusione sul territorio [wide

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