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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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presente in un’unica stazione sulle falesie presso Masua, Lathyrus annuus, presentecon <strong>di</strong>versi piccoli popolamenti lungo il corso del Rio Cixerri e Cuscuta scandens ssp.scandens.Una particolare attenzione è stata rivolta agli aspetti legati alla conservazione deitaxa e <strong>degli</strong> habitat maggiormente minacciati. A questo fine ci si è sforzati <strong>di</strong>delineare con precisione lo stato <strong>di</strong> conservazione e le minacce <strong>di</strong> alcuni tra questi,realizzando <strong>degli</strong> approfon<strong>di</strong>menti sulle conoscenze relative a ecologia, <strong>di</strong>stribuzione,demografia e fenologia <strong>di</strong> alcuni taxa endemici, quali Astragalus verrucosus,Anchusa littorea, Anchusa montelinasana e sulle popolazioni <strong>di</strong> “Charyb<strong>di</strong>stoddeana”. Su Bellium crassifolium è stato realizzato uno <strong>stu<strong>di</strong></strong>o relativo allara<strong>di</strong>azione solare incidente, al fine <strong>di</strong> valutare l’importanza <strong>di</strong> questo fattore ecologicosu una specie prevalentemente rupicola e la praticabilità della metodologia utilizzata.Al fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare e conservare alcuni esemplari particolarmente rappresentativiper la loro età e <strong>di</strong>mensione è stato effettuato un primo censimento dei patriarchidell’Iglesiente, per il quale sono state realizzate delle schede descrittive relative allaloro ubicazione, <strong>di</strong>mensioni, stato fitosanitario, minacce e tutela.Uno sforzo considerevole è stato necessario per l’aggiornamento nomenclaturaledelle numerose segnalazioni bibliografiche e d’erbario relative alla flora dell’Iglesientee per il suo inquadramento secondo schemi tassonomici aggiornati basati su criteri <strong>di</strong>tipo filogenetico. In particolare si è adottato lo schema APG II (ANGIOSPERMPHYLOGENY GROUP, 2003) per le angiosperme, mentre un lavoro <strong>di</strong> ricerca piùcomplesso è stato necessario per in<strong>di</strong>viduare inquadramenti tassonomici coerenti perle pteridofite e per le gimnosperme.Un lavoro <strong>di</strong> ricerca è stato compiuto anche per quanto riguarda l’espressionedella rarità, per la quale si è adottato il metodo <strong>di</strong> RABINOWITZ (1981), basatosull’in<strong>di</strong>viduazione e la valutazione <strong>di</strong> tre <strong>di</strong>stinti fattori costituenti la rarità.Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o ha consentito <strong>di</strong> creare una banca dati riguardante la bibliografiabotanica e, più in generale, naturalistica dell’Iglesiente e <strong>di</strong> censire tutti i riferimentibibliografici riguardanti la sua flora.L’importanza <strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> carattere floristico e vegetazionale per la creazione <strong>di</strong>strumenti adeguati per la tutela e la gestione del territorio, è stata confermata dalcoinvolgimento nella realizzazione delle relazioni botaniche <strong>di</strong> un piano <strong>di</strong> gestioneper un SICp dell’Iglesiente e del piano forestale regionale (PFAR), realizzato suiniziativa della Regione Autonoma della Sardegna. Nel corso <strong>di</strong> questi lavori si èpotuta apprezzare l’importanza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> una banca dati <strong>di</strong> carattere floristico.Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o della flora del territorio Iglesiente, in particolare della componenteendemica, unitamente alle peculiarità <strong>di</strong> tipo vegetazionale, ed alla possibilità <strong>di</strong>definire in modo chiaro i confini del territorio anche da un punto <strong>di</strong> vista geografico,geologico e geomorfologico, consentono <strong>di</strong> proporre un inquadramento biogeograficodello stesso, che lo definisce come sottosettore Iglesiente nell’ambito del settoreSulcitano-iglesiente.Nonostante i risultati ottenuti, almeno in termini numerici, si possano considerarecome una buona approssimazione della flora dell’Iglesiente, non sfugge a chi scrivela necessità <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re le conoscenze relative ad alcuni territori, agli exsiccatadepositati in altri erbari italiani e stranieri e, soprattutto, <strong>di</strong> verificare alcuni dubbi <strong>di</strong>carattere tassonomico che necessitano, per la loro risoluzione, <strong>di</strong> analisi piùapprofon<strong>di</strong>te anche in collaborazione con <strong>stu<strong>di</strong></strong>osi specialisti <strong>di</strong> determinati gruppisistematici. È quello che si è iniziato a fare con Prof. Selvi per quanto riguarda leBoraginaceae, Prof. Marchetti per le pteridofite, Prof. Blanché per i Delphinium eProf. Brullo per le Charyb<strong>di</strong>s.

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