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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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metagrovacche vulcaniche ed orizzonti <strong>di</strong> metavulcaniti grigio-scure <strong>di</strong> composizioneda basaltica ad andesitica.Successione dell’Ordoviciano superiore Carbonifero inferioreMetaconglomerati, metasiltiti e metarenarieNella Sardegna SW (Iglesiente meri<strong>di</strong>onale, Sulcis) non è presente il complessovulcanico dell’Ordoviciano me<strong>di</strong>o, per cui la successione dell’Ordoviciano superioresi trova in contatto <strong>di</strong>rettamente con la successione cambro-ordoviciana inferiore. Iprimi livelli fossiliferi <strong>di</strong> questa successione sono attribuibili al Caradoc, ma èpossibile che i conglomerati basali della Pud<strong>di</strong>nga arrivino anche dell’Ordovicianome<strong>di</strong>o. L’intera successione è nota da tempo, ma un completo inquadramentoformale è stato proposto solo negli anni ’90 (LASKE et al., 1994). La successioneinizia con i conglomerati della Pud<strong>di</strong>nga nettamente <strong>di</strong>scordanti sulle <strong>di</strong>verseformazioni del Cambriano e dell’Ordoviciano inferiore. Questi depositi grossolani,assieme alle soprastanti metarenarie e metasiltiti, costituiscono la Formazione <strong>di</strong> M.Argentu. Nell’inquadramento su citato la Pud<strong>di</strong>nga rappresenta il membro basaledella Successione: il Membro <strong>di</strong> P.ta Sa Broccia. La composizione dei clastirispecchia spesso la natura delle rocce del substrato <strong>di</strong> origine, prevalentementedalla Formazione <strong>di</strong> Cabitza, in misura minore dal Calcare ceroide e dalla formazione<strong>di</strong> Gonnesa. Il cemento, arenaceo-emetitico è responsabile del caratteristico color“vinaccia” della formazione. La zona nella quale la pud<strong>di</strong>nga si vede meglio è lacosta <strong>di</strong> Nebida e l’imme<strong>di</strong>ato entroterra, in particolare a Sud <strong>di</strong> P.ta Mezzodì. Inquest’area la potenza <strong>di</strong> questi conglomerati raggiunge i 150 m, imprimendo alpaesaggio un aspetto del tutto caratteristico. In questa zona è facilmetenteosservabile la netta <strong>di</strong>scordanza angolare presente alla base <strong>di</strong> questa formazione enota come “Discordanza sarda). Verso l’alto la <strong>di</strong>mensione dei clasti si riduceprogressivamente <strong>di</strong>ventando un conglomerato minuto che rappresenta latransizione con il Membro <strong>di</strong> Riu is Arrus, costituito da alternanze <strong>di</strong> metasiltitigrigiastre e lenti <strong>di</strong> metaconglomerati grossolani (COCOZZA & VALERA, 1966). LaFormazione <strong>di</strong> M. Argentu, dallo spessore complessivo variabile dai 200 ai 320 m, sichiude con metasiltiti, metapeliti e rari metaconglomerati color rosso-vinaccia delMembro <strong>di</strong> Medau Murtas (LASKE et. al., 1994). Nel Sulcis settentrionale enell’Iglesiente meri<strong>di</strong>onale il contatto tra i depositi dell’Ordoviciano inferiore e lapiattaforma carbonatica cambriana è spesso marcato da quarziti dello spessore da 1a 20 metri (LEONE, 1973).L’interpretazione paleoambientale della Formazione <strong>di</strong> M. Argentu è variata nelcorso <strong>degli</strong> anni, essendo stata la sua deposizione inserita in un contesto marinocostiero (NOVARESE, 1914), <strong>di</strong> depositi fluviali (POLL, 1966), <strong>di</strong> mare profondo(SCHNEIDER, 1974). Secondo COCOZZA et al., (1974) l’ambiente deposizionale erafluviale o deltizio; l’abbondante materiale ematitico presente testimonierebbe <strong>degli</strong>apporti <strong>di</strong> una vicina terra emersa sottoposta ad una alternanza <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni caldoumidee secche. Altri autori hanno successivamente proposto un’origine tettonica(BROUWER, 1987). Secondo i più recenti <strong>stu<strong>di</strong></strong> i conglomerati e le brecce basali <strong>di</strong>questa formazione sono stati deposti in conoi<strong>di</strong> alluvionali. Questi ambienti sarebberopoi evoluti in piane litorali <strong>di</strong> mare basso che costituirebbero l’ambiente <strong>di</strong>deposizione del Membro <strong>di</strong> Riu is Arrus. Le siltiti ed i conglomerati terminali sisarebbero invece deposti in piane alluvionali costiere (MARTINI et al., 1991) (Figura21).

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