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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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maggiormente sviluppata a sud <strong>di</strong> Iglesias, nella restante parte del SICp prevalel’allevamento estensivo, ovino e caprino.Per quanto riguarda la conservazione <strong>degli</strong> habitat, il fenomeno dell’abbandonodel territorio appare generalmente positivo, in quanto le formazioni mature <strong>di</strong> forestae boscaglia tendono a riconquistare ampi spazi ormai abbandonati dall’uomo.Diverse però sono le conseguenze su habitat secondari ma comunque <strong>di</strong> estremointeresse per la loro rarità.L’habitat prioritario “Percorsi substeppici <strong>di</strong> graminacee e piante annue dei Thero-Brachypo<strong>di</strong>etea” tende infatti a inse<strong>di</strong>arsi sui terreni dove le formazioni arboree earbustive sono state <strong>di</strong>strutte dall’attività umana e ad essere rapidamente sostituitodalle garighe a cisti o a ginestre, e in tempi ben più lunghi, dalle macchie e dai boschidella classe Quercetea ilicis Br.-Bl. ex A. et O. Bolòs 1950. Già oggi l’habitat appareframmentato all’interno del SICp, spesso in formazioni a mosaico con le macchie alentisco e le garighe.Anche l’habitat “Phrygane endemiche dell'Euphorbio-Verbascion”, rappresentatoin quest’area soprattutto dalle formazioni a Genista sardoa, risulta minacciato, inquanto, come sopra detto è destinato ad essere sostituito con il tempo dalleformazioni più evolute dell’or<strong>di</strong>ne Pistacio-Rhamnetalia alaterni Rivas-Martìnez 1975.Un <strong>di</strong>scorso analogo vale anche per l’unica specie prioritaria presente nell’area,Linum muelleri. Le garighe su substrati carbonatici, sulle quali spesso si ritrova inpopolamenti consistenti, tendono infatti a scomparire in alcuni settori dove il pascolonon viene più praticato.Paradossalmente la pratica dell’incen<strong>di</strong>o, che l’uomo ha sempre utilizzato comesistema per eliminare le formazioni naturali a più elevata naturalità, ha favorito la<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> habitat e specie <strong>di</strong> grande interesse conservazionistico.Per quanto riguarda le altre specie rare e/o minacciate, si nota come fra questesiano particolarmente numerose quelle rupicole. Queste entità sono state in passatoconsiderate le meno minacciate dall’azione umana, in quanto irraggiungibilidall’incen<strong>di</strong>o e dal bestiame al pascolo e rifugiate in ambiti in cui veniva esclusoqualsiasi uso del suolo. Lo sfruttamento delle risorse minerarie, oggi cessato, hatalora provocato la <strong>di</strong>struzione della vegetazione rupestre, comunque circoscritta aisettori in cui gli scavi a cielo aperto si attuavano in corrispondenza <strong>di</strong> pareti verticali osubverticali.Attualmente la più seria minaccia per l’habitat “Pareti rocciose calcaree convegetazione casmofitica” deriva dall’arrampicata sportiva. I rocciatori hanno infattil’abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> “ripulire” le vie e i possibili appigli dalle piante che sviluppano le propriera<strong>di</strong>ci nelle fessure delle rocce. In tal modo si impoverisce notevolmente l’habitatmettendo a rischio la stessa sopravvivenza delle specie rupestri.In <strong>di</strong>verse regioni europee le attività <strong>di</strong> arrampicata sono state interdette oregolamentate per questo motivo, provve<strong>di</strong>mento che sarebbe opportuno attuareanche per le pareti rocciose del Sulcis-Iglesiente che presentano una elevatabio<strong>di</strong>versità.Per quanto riguarda la salvaguar<strong>di</strong>a delle specie più rare e/o a rischio <strong>di</strong> estinzionepresenti nel SICp si ritiene necessario, oltre allo sviluppo <strong>di</strong> politiche <strong>di</strong>conservazione in situ calibrate sulle esigenze dei <strong>di</strong>fferenti taxa, la pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong>un piano per la conservazione del germoplasma ex situ presso una strutturaattrezzata presente sul territorio regionale.

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