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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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classificazione delle angiosperme da parte <strong>di</strong> APG, la prima nel 1998 contenevaalcune lacune che sono state in parte colmate dagli <strong>stu<strong>di</strong></strong> compiuti negli ultimi anni eche hanno consentito una seconda versione nel 2003 (APG II) maggiormentedefinita. Anche questa contiene ancora numerose criticità ed è più che probabile che<strong>stu<strong>di</strong></strong> futuri imporranno dei cambiamenti anche all’interno dei cla<strong>di</strong> ai quali si pensava<strong>di</strong> aver dato una sistemazione defintiva.Nonostante questo si è deciso <strong>di</strong> adottare, per la flora dell’Iglesiente, il sistema <strong>di</strong>APG II. Sono numerose le obiezioni che si possono sollevare (e che sono statesollevate) nei confronti <strong>di</strong> una tale scelta. Queste sono dovute al fatto che si tratta <strong>di</strong>un sistema non ancora del tutto definito, alla <strong>di</strong>ffidenza circa la reale capacitàchiarificatrice dei rapporti filogenetici da parte della biologia molecolare,all’impossibilità <strong>di</strong> compiere poi paragoni sulla consistenza dei gruppi sistematici conaltre flore strutturate secondo sistemi <strong>di</strong>fferenti. La critica che ha fatto più riflettere sibasa sulla constatazione che la capacità <strong>di</strong> risoluzione delle <strong>di</strong>fferenze sistematicheda parte della biologia molecolare è <strong>di</strong>fferente rispetto a quella dello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dellamorfologia. Adottare una classificazione strettamente filogenetica porterebbe quin<strong>di</strong>,in alcuni casi, all’impossibilità <strong>di</strong> determinare i taxa secondo caratteri <strong>di</strong> tipomorfologico.In merito a questi dubbi si pensa che, se il botanico deve ragionare in meritoall’evoluzione della flora <strong>di</strong> un territorio, dei suoi gruppi critici, e del suo contingentefloristico esclusivo, deve necessariamente lavorare nell’ambito <strong>di</strong> una logicafilogenetica. Integrare le nuove concezioni <strong>di</strong> carattere filogenetico con i progressi incampo paleontologico, paleogeografico, paleoclimatico ed ecologico vegetale (ma lalista potrebbe essere ancora lunga!) è il solo modo per formulare in modo correttodelle ipotesi per rispondere ai quesiti <strong>di</strong> cui sopra. È inoltre possibile constatarecome, in linea generale, il sistema proposto da APG confermi, più che smentire, le“parentele” sistematiche desunte in passato sulla base <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> soprattutto <strong>di</strong>carattere morfologico. Sono poche, infatti, le famiglie che vengono mo<strong>di</strong>ficate inmodo sostanziale. Lo stesso si può <strong>di</strong>re a riguardo dei gruppi superiori, dove èpossibile constatare, ad esempio, che la <strong>di</strong>visione tra monocotiledoni e <strong>di</strong>cotiledoni èmo<strong>di</strong>ficata solo dall’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> alcune famiglie, tra l’altro poco numerose,“ancestor” rispetto ad entrambi i gruppi.Vivere in un epoca <strong>di</strong> rapi<strong>di</strong> e profon<strong>di</strong> cambiamenti culturali è, in ogni caso, unostimolo ed una sfida affascinante, ed è stata soprattutto la curiosità verso questenuove concezioni che ha spinto verso il loro <strong>stu<strong>di</strong></strong>o ed infine alla loro adozione perquesta flora.

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