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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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geologi per poter così correttamente interpretare il paesaggio e l’ecologia dellespecie rinvenute. Il Cavara, inoltre, nel 1908 <strong>di</strong>ede alle stampe un secondo, più brevecontributo, dal titolo “Un escursione botanica in Sardegna” nel quale vengono citate<strong>di</strong>verse specie del territorio compreso tra Domusnovas e Musei.Anche Herzog <strong>stu<strong>di</strong></strong>ò gran parte dell’isola dal punto <strong>di</strong> vista briologico pubblicandonel 1905 un lavoro in cui enumera 113 entità e descrive specie, varietà e formenuove; nel 1909 un ulteriore contributo in cui elenca 230 taxa e nel 1926 la briofloradel M. Gennargentu. Nel 1909 Terracciano pubblicò un elenco sistematico critico <strong>di</strong>muschi acrocarpi citando per ciascuna specie i luoghi <strong>di</strong> ritrovamento, fra cui moltelocalità dell’Iglesiente. Tale opera, secondo le intenzioni dell’autore, si sarebbedovuta articolare in tre parti ma, la sua prematura scomparsa nel 1917, ne impedì larealizzazione. Un manoscritto ine<strong>di</strong>to della seconda parte è stato rinvenutoall’Herbarium Neapolitanum del Dipartimento <strong>di</strong> Biologia Vegetale dell’Università <strong>di</strong>Napoli e pubblicato nel 1997 da Aleffi e Cortini Pedrotti.Nel 1913 Adriano Fiori pubblicò i risultati delle sue erborizzazioni primaverili inSardegna, compiute l’anno precedente nel periodo compreso tra il 13 marzo ed il 4aprile in compagnia i Negri. Nell’introduzione Fiori rammenta come in Sardegnarimanga ancora molto da indagare. “…benché esplorata da molti botanici, rimaneancora imperfettamente nota dal lato floristico, fatta eccezione i alcuni <strong>di</strong>stretti, quali i<strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Sassari e <strong>Cagliari</strong> ed i gruppi montuosi del Limbara e del Gennargentu”.Durante il suo viaggio nell’Isola, visitò nell’Iglesiente il territorio circostante la città <strong>di</strong>Iglesias.Con la prima guerra mon<strong>di</strong>ale, i viaggi e le escursioni botaniche subirono unabattuta d’arresto. Bisognerà attendere quasi la fine della seconda guerra mon<strong>di</strong>aleper trovare dei lavori <strong>di</strong> carattere botanico relativi all’area Iglesiente.A partire dal 1939 e anche durante il secondo conflitto mon<strong>di</strong>ale GiuseppeMartinoli compì una serie <strong>di</strong> escursioni in <strong>di</strong>verse parti dell’Iglesiente, ed inparticolare presso Gonnesa, sul Marganai, a Buggerru, Monteponi e presso le Grotte<strong>di</strong> S. Giovanni. Dopo questi lavori pubblicati a cavallo tra gli anni quaranta ecinquanta. bisogna attendere gli <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> Arrigoni e della Cortini per l’area <strong>di</strong>Pixinamanna compiuti agli inizi <strong>degli</strong> anni sessanta. I lavori portati avanti da questidue autori interessarono sia la flora e la vegetazione fanerogamica che la brioflora eancor oggi rimangono tra i più articolati per queste aree.Nel 1957 Chiappini, <strong>di</strong>rettore dell’Orto botanico dell’Università <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, realizzòuno <strong>stu<strong>di</strong></strong>o su Leucanthemum flosculosum (L.) P. Giraud nella Sardegna meri<strong>di</strong>onale,descrivendo molto minuziosamenente tutte le stazioni dell’Iglesiente fino a quel,momento conosciute e quelle <strong>di</strong> nuova segnalazione. Lo stesso fece assieme aSILECCHIA (1967) per Barbarea rupicola, a DIANA (1978) per Brassica insularis, aRIOLA (1978) per Bellium crassifolium, a PODDA & ANGIOLINO (1983) per Taxusbaccata.A parte questi lavori, in questi anni vi sono pochi <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> carattere floristicosull’Iglesiente. Si possono citare le escursioni compiute nel giugno del 1977 daRASABACH e REICHSTEIN vi effettuarono escursioni al fine <strong>di</strong> verificare la presenza <strong>di</strong>Cheilanthes fragrans (L.) Swartz var. gennari Fiori segnalata a Arrigoni per l’area. Ilrisultato <strong>di</strong> tali escursioni fu pubblicato l’anno successivo e portò alla definizione delgenere Cheilanthes Swartz per l’Iglesiente e per la Sardegna.Nel 1978 lo speleologo Angelo Berta, insieme a Chiappini, pubblicò un primocontributo sulla conoscenza speleobiologica vegetale della Sardegna, analizzando lacomponente algale, fungina, briofitica e pteri<strong>di</strong>ofitica <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse grotte sarde. Inparticolare i loro <strong>stu<strong>di</strong></strong> si concentrarono nell’area carbonatica carsica posta nellaparte meri<strong>di</strong>onale dell’Iglesiente.

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