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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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imputare alle numerose specie endemiche del genere Genista presenti sul territorio<strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o.ENDEMOFLORA 173 H Ch G T P/NP I N° u.t.Iglesiente 30,5 27,2 19,2 12,6 9,9 0,7 151Sulcis 33,3 22,5 21 13,8 8,7 0,7 138Sarrabus-Gerrei 36,1 24,1 24,1 7,2 7,2 1,2 82Tabella 20. Comparazione tra gli spettri biologici delle endemoflore <strong>di</strong> Iglesiente, Sulcis eSarrabus. Dati in percentualeTra i taxa endemici rilevati hanno particolare importanza quelli esclusivi delterritorio iglesiente: Anchusa montelinasana Angius, Pontecorvo et Selvi, Astragalusverrucosus Moris, Bellium crassifolium Moris var. canescens Gennari, Calaminthasandaliotica Bacch. et Brullo, Dianthus morisianum Vals., Genista arbusensis Vals.,Genista sulcitana Vals., Limonium merxmuelleri Erben, Linum muelleri Moris,Sesleria insularis Sommier ssp. morisiana Arrigoni. Segnaliamo come <strong>di</strong> questi taxaben tre (Genista sulcitana, Limonium merxmuelleri e Linum muelleri) siano specieadattate alle <strong>di</strong>scariche minerarie, habitat artificiali la cui presenza sin dall’antichitàha caratterizzato questo territorio. In effetti, l’evoluzione che ha portato tali specie avivere in con<strong>di</strong>zioni estreme quali quelle delle <strong>di</strong>scariche minerarie, è avvenuta apartire da taxa adattati ad ambienti salsi o ricchi <strong>di</strong> sali minerali. Questo è il caso <strong>di</strong>Limonium merxmuelleri, specie esclusiva dell’area mineraria <strong>di</strong> Monteponi (ARRIGONI& DIANA, 1985) ben adattata agli sterili <strong>di</strong> miniera ricchi in solfuri <strong>di</strong> Pb e Zn (Fanfaniet al. 2000). A questi si può aggiungere Anchusa littorea Moris, specie segnalata inpassato per <strong>di</strong>verse località del Sulcis, dell’Iglesiente e dell’Oristanese, ma oggiquasi certamente esclusiva dell’Iglesiente.Oltre a quelli citati, importanti dal punto <strong>di</strong> vista biogeografico, risultano i taxa la cui<strong>di</strong>stribuzione interessa in maniera esclusiva Iglesiente e Sulcis, entrambiprevalentemente montuosi e separati dal resto della Sardegna dalla fossa tettonicadel Campidano. Queste entità sono:, Armeria sulcitana Arrigoni, Borago morisianaBigazzi et Ricceri, “Charyb<strong>di</strong>s toddeana” Bacch., Brullo et Pontecorvo nom. prov.,Helichrysum montelinasanum Em. Schmid, Limonium sulcitanum Arrigoni, Ophrysnormanii J.J. Wood, Verbascum plantagineum Moris. Questi taxa confermanol’elevato livello <strong>di</strong> autonomia floristica dei territori <strong>stu<strong>di</strong></strong>ati.Il lavoro <strong>di</strong> ricerca svolto ha consentito <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare un taxa nuovo per la scienza(A. montelinasana), mentre gli <strong>stu<strong>di</strong></strong> sono in corso per la verifica dell’eventualeautonomia tassonomica <strong>di</strong> C. toddeana; e <strong>di</strong> aggiungere alcune entità a quelle giàsegnalate in bibliografia per l’endemoflora iglesiente: Buphthalmum inuloides Moris(Punta Suecci, Fluminimaggiore), Dianthus cyatophorus Moris (P.ta S. Michele,Domusnovas), Nananthea perpusilla (Loisel.) DC. (Riu Cruccueu, Domusnovas),Orchis x laconensis Scrugli et Grasso e Verbascum plantagineum Moris (Ingurtosu,Arbus).Non è possibile invece confermare la presenza <strong>di</strong> Borago morisiana Bigazzi etRicceri, segnalata da Moris (op. cit.) sub Buglossites laxiflora Moris var. parvifloraMoris e da Ballero & al. (op. cit.), ma della quale non esiste un campione d’erbarioper i territori indagati successivo al ritrovamento del Moris. Non sono state ritrovateanche Armeria morisii Boiss. in A. DC., Festuca morisiana Parl., Saxifraga173 Queste cifre fanno riferimento ad un lavoro ine<strong>di</strong>to per quanto riguarda la flora endemica delSulcis (BACCHETTA, 2006 in press), mentre per quanto riguarda il Sarrabus-Gerrei ci si è basati su(BACCHETTA et al 2005b), anche se Iiriti (in verbis) ha comunicato che lo stato <strong>di</strong> conoscenza dellaflora endemica del Sarrabus è nel frattempo notevolmente migliorato.

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