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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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Inquadramento fisiograficoL’area <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o (Figura 106) presenta una estensione <strong>di</strong> circa 52 Km 2 , dal punto <strong>di</strong>vista amministrativo ricade nei comuni <strong>di</strong> Arbus, Gonnosfana<strong>di</strong>ga e Guspini ed ècompresa nei fogli 546 sez. I, 538 sez. II e sez. III della Carta Topografica d’Italia inscala 1:25.000. Geograficamente risulta compresa tra 39°38’42’’e 39°33’28’’ <strong>di</strong>latitu<strong>di</strong>ne Nord e tra 8°29’10’’e 8°39’31’’ <strong>di</strong> longitu<strong>di</strong>ne Est. E’ delimitata ad Ovestdalla fossa tettonica <strong>di</strong> Funtanazza, a Nord e a Est confina invece con quella delCampidano, mentre a Sud è circoscritta dal <strong>di</strong>stretto minerario <strong>di</strong> Montevecchio. Ilterritorio <strong>stu<strong>di</strong></strong>ato si estende dai 50 ai 784 m s.l.m. della cima del Monte Arcuentu, hauna forma approssimativamente allungata in <strong>di</strong>rezione NO-SE, con un assemaggiore <strong>di</strong> circa 11 Km ed uno minore <strong>di</strong> 2.La genesi del complesso vulcanico dell’Arcuentu si inserisce nel contesto del ciclovulcanico calcalcalino oligo-miocenico, che rappresenta uno <strong>degli</strong> eventi terziari piùimportanti verificatisi nel Me<strong>di</strong>terraneo occidentale. Da un punto <strong>di</strong> vista geo<strong>di</strong>namicoquesto ciclo effusivo è associato ad un modello <strong>di</strong> subduzione oceanica conformazione <strong>di</strong> un bacino <strong>di</strong> retroarco rappresentato dal bacino balearico CARMIGNANIet al., (2001) che si è verificato in concomitanza con la rotazione del blocco sardocorso(ALVAREZ, 1972; SPERANZA et al., 2002). Nell’area esaminata in tale periodo sialternarono cicli effusivi associati a regressioni e trasgressioni marine e legati alcontesto geo<strong>di</strong>namico della fossa <strong>di</strong> Funtanazza (ANNINO et al., 2001).Il complesso vulcanico del M. Arcuentu è caratterizzato da una successione <strong>di</strong>eventi vulcanici a composizione sia basica che acida, in alternanza con episo<strong>di</strong>se<strong>di</strong>mentari sia marini che continentali e separabili in due cicli <strong>di</strong>stinti. I prodotti basicisono rappresentati soprattutto da lave basaltiche in colate; quelli aci<strong>di</strong> sonoprincipalmente caratterizzati da rioliti e riodaciti in espan<strong>di</strong>menti ignimbritici, tufi etufiti (CARMIGNANI et al., 2001). Le principali litologie originate da questi cicli vulcanicisono rappresentate da brecce vulcaniche parzialmente stratificate, alternate adelementi <strong>di</strong> basalto fortemente cementati da tufo, tufi cineritici e rare colatebasaltiche. Il complesso è attraversato da numerosi filoni basaltici e talora andesitici,caratterizzati dalla presenza <strong>di</strong> magnetite all’interno della loro composizionemineralogica; si possono anche osservare fenomeni <strong>di</strong> rubefazione sui tufi trachitici ecineritici bianchi del Miocene, dovuti al metarmofismo termico <strong>di</strong> contatto (SALVADORI& ZUFFARDI, 1973).La natura vulcanica del complesso del Monte Arcuentu si evidenzia nelle formedure e contrastanti, nettamente <strong>di</strong>scordanti con i paesaggi circostanti dai profili dolcie regolari. La vetta è un domo vulcanico caratterizzato da pareti <strong>di</strong> circa cento metriche si ergono sulle colline circostanti, rendendo la silouette <strong>di</strong> questo monteinconfon<strong>di</strong>bile. Caratteristici del paesaggio sono anche i numerosi sill, filoni basaltici<strong>di</strong> formazione tar<strong>di</strong>va che si <strong>di</strong>partono a raggiera dagli antichi coni vulcanici<strong>di</strong>sseminati per tutta l’area. Questi filoni, più resistenti agli agenti erosivi rispetto alsubstrato incassante, creano veri e propri “muri” naturali <strong>di</strong> roccia vulcanica che incerti punti raggiungono l’altezza <strong>di</strong> 5 m (BARCA & DI GREGORIO, 1999).La rete idrografica del Monte Arcuentu è rappresentata da numerosi piccoli corsid’acqua, per lo più a carattere torrentizio; quelli che scendono sui versani orientaliaffluiscono nel Rio Mannu e nello Stagno <strong>di</strong> S. Giovanni, mentre quelli presenti suiversanti occidentali sfociano <strong>di</strong>rettamente in mare. Alle quote più elevate questitorrenti hanno formato profonde incisioni a causa delle forti pendenze e dellaero<strong>di</strong>bilità della roccia vulcanica. Si hanno così profon<strong>di</strong> <strong>di</strong>rupi che arrivano fino allebasse quote per aprirsi con i classici conoi<strong>di</strong> <strong>di</strong> deiezione determinati dalla repentina

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