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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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Occorre infine fare un cenno alla presenza delle <strong>di</strong>scariche <strong>di</strong> materiali <strong>di</strong><strong>di</strong>fferente tipologie prodotte dall’attività mineraria e abbandonate sul territorio senzala realizzazione <strong>di</strong> alcun intervento per limitare la <strong>di</strong>ffusione dell’inquinamento che nederiva. Per tali ambienti sono previste opere <strong>di</strong> ripristino che seguono le linee guidaper la bonifica pre<strong>di</strong>sposte dal Ministero dell’Ambiente e adottate dalla RegioneSardegna. Tali meto<strong>di</strong>che, tuttavia, tengono in scarsa considerazione le peculiaritàecologiche del territorio e non contengono in<strong>di</strong>rizzi metodologici per la ricostituzionedella copertura vegetale. Ancora più importante sotto l’aspetto conservazionistico, è ilfatto che chi progetta gli interventi <strong>di</strong> bonifica ambientale spesso ignora che suimateriali inquinanti si sviluppano specie <strong>di</strong> estrema rarità, come Limoniummerxmuelleri e Iberis integerrima, che risulterebbero seriamente minacciate se gliambienti minerari fossero rapidamente riconvertiti ad altri usi.In conclusione, si ritiene particolarmente importante adottare criteri e metodologie<strong>di</strong> recupero ambientale più adeguate alle caratteristiche ecologiche <strong>di</strong> questi territori.Questo può essere fatto da un lato adottando tecniche <strong>di</strong> ingegneria naturalistica perfavorire una rapida evoluzione della copertura vegetale sui substrati instabili,dall’altro sperimentando in loco nuove tecnologie <strong>di</strong> decontaminazione per mezzodelle piante (phytoreme<strong>di</strong>ation). Infatti, è stata già <strong>di</strong>mostrata in varie parti del mondol’utilità dei vegetali nel rimuovere gli inquinanti dal suolo e dalle acque e atttualmente<strong>di</strong>verse ricerche in questa <strong>di</strong>rezione vengono condotte presso l’Università <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong><strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> (Centro Conservazione Bio<strong>di</strong>versità del Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Botanichee Dipartimento <strong>di</strong> Geoingegneria e Tecnologie Ambientali).Per quanto riguarda infine le prospettive <strong>di</strong> sviluppo turistico del territorio, questosembra incentrarsi oggi sul rilancio e la riconversione dei villaggi minerariabbandonati. In particolare la Regione Sardegna ha deciso <strong>di</strong> cedere, tramite unbando internazionale, tutte le strutture ex-minerarie <strong>di</strong> Masua e Agruxiau, per larealizzazione <strong>di</strong> villaggi per un turismo d’élite, con centri benessere e campi da golf.Non si può però ignorare che la grande valenza naturalistica del territorio offrespazio anche all’ecoturismo, che permette <strong>di</strong> accogliere un pubblico attento allebellezze paesaggistiche e interessato alla conoscenza <strong>degli</strong> aspetti naturalistici.Attività come l’arrampicata sportiva, il <strong>di</strong>ving, e l’escursionismo a pie<strong>di</strong>, a cavallo o inbicicletta richiamano già oggi numerosi turisti, i quali, se in<strong>di</strong>rizzati verso idoneestrutture ricettive e indotti a praticate tali attività ricreative nel rispetto dell’ambiente,potranno costituire una importante fonte <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to per il territorio.A tale proposito si vuole qui segnalare un sentiero che passa sulla falesia, da CalaDomestica a Canalgrande e da qui alla scogliera prospicente lo Scoglio del Pan <strong>di</strong>Zucchero. Il percorso, segnato recentemente dal CAI, attraversa uno dei tratti delterritorio del SICp più suggestivi, sui quali è possibile osservare la maggior parte<strong>degli</strong> habitat protetti segnalati per questo SICp. In particolare: “Matorral arborescenti<strong>di</strong> Juniperus. spp. (1120)”, “Scogliere delle coste me<strong>di</strong>terranee con Limonium spp.endemici (1240)”, “Arbusteti termo-me<strong>di</strong>terranei e pre-desertici (5330)”, “Phryganeendemiche dell'Euphorbio-Verbascion (5430)” con Genista sardoa, “Percorsisubsteppici <strong>di</strong> graminacee e piante annue dei Thero-Brachypo<strong>di</strong>etea (6220)”,“Foreste <strong>di</strong> Olea e Ceratonia (9320)”, le “Pareti rocciose calcaree con vegetazionecasmofitica (8210)”. Dal punto <strong>di</strong> vista floristico le specie più interessanti che sipossono osservare lungo questo percorso sono Bellium crassifolium Moris var.canescens Gennari, Seseli praecox (Gamisans) Gamisans, Hyoseris taurina (Pamp.)Martinoli, Prospero obtusifolia (Poir.) Speta ssp. interme<strong>di</strong>a (Guss.) Soldano et F.Conti, Limonium sulcitanum Arrigoni, Romulea rollii Parl., Romulea ligustica Parl.,

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