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Documento PDF - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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<strong>di</strong>minuzione della velocità dell’acqua, come quello presente nella valle <strong>di</strong> Rio deCaddaxius o quello della valle <strong>di</strong> Rio is Trigas.La carta dei suoli della Regione Sardegna (ARU et al., 1991), realizzata secondo laclassificazione della U.S.D.A Soil Taxonomy, in<strong>di</strong>vidua nell’area <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o suoli <strong>di</strong> tipoRock Outcrop e Lithic Xerorthents che ricoprono superfici estese, mentre risultanopiù rari i suoli <strong>di</strong> tipo Xerochrepts. Questi suoli, che accomunano l’Arcuentu ad altrezone presenti nel Sud della Sardegna quali Trexenta, Marmilla, Monastir, Isole <strong>di</strong>S’Antioco e Carloforte, presentano una tessitura che va da franco-argillosa adargillosa, una permeabilità me<strong>di</strong>a ed una reazione neutra. Sono altresì caratterizzatida una bassa profon<strong>di</strong>tà, che causa limitazioni al loro sfruttamento dovute arocciosità e pietrosità elevate e scarsa resistenza agli agenti erosivi. A causa <strong>di</strong>queste caratteristiche gli unici usi produttivi consentiti in questi territori sono quelli deipascoli posti nelle aree pedemontane dei versanti settentrionali ed orientali. A talproposito si evidenzia che sarebbe consigliabile razionalizzare anche questatipologia <strong>di</strong> sfruttamento al fine <strong>di</strong> non incrementare i fenomeni erosivi in queste areegià a forte rischio. In particolare le pen<strong>di</strong>ci occidentali del Monte Arcuentu mostranosegni <strong>di</strong> erosione superficiale, evidenziati dall’affiorare in vari punti della rocciamadre, anche a quote non elevate.Per l’analisi delle con<strong>di</strong>zioni climatiche si sono utilizzati i dati rilevati dalle stazionitermopluviometriche <strong>di</strong> Montevecchio, Gonnosfana<strong>di</strong>ga e Capo Frasca, dalle quali èpossibile desumere che il territorio <strong>stu<strong>di</strong></strong>ato rientra, secondo la classificazionebioclimatica della terra (RIVAS-MARTÍNEZ, 2004) nel macrobioclima Me<strong>di</strong>terraneo, conun bioclima <strong>di</strong> tipo me<strong>di</strong>terraneo pluvistagionale oceanico (FERRARINI et. al.),termotipi che variano dal termome<strong>di</strong>terraneo superiore al mesome<strong>di</strong>terraneosuperiore e ombrotipi compresi tra il secco superiore ed il subumido superiore.RisultatiLe unità tassonomiche rilevate sono in totale 556, appartengono a 335 generi, 83famiglie e 38 or<strong>di</strong>ni. Il Phylum maggiormente rappresentato è Anthophyta con 539unità tassonomiche, all’interno del quale le Eu<strong>di</strong>cotyledones rappresentano il grupposistematico più numeroso con 22 or<strong>di</strong>ni, 53 famiglie e 405 specie.Gli or<strong>di</strong>ni maggiormente rappresentati sono Asterales (74 unità tassonomiche),Lamiales (59), Fabales (53) e Caryophyllales (30).Tra le famiglie (Figura 107), la più numerosa è risultata quella delle Asteraceae(71 unità tassonomiche), seguita dalle Fabaceae (52) e dalle Poaceae (51).I generi maggiormente rappresentati (Fig. 3) sono Trifolium (11 unitàtassonomiche), Euphorbia (9), Allium, Geranium, Juncus, Me<strong>di</strong>cago, Ophrys eOrobanche (7).

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