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La Relazione 2010 - Dipartimento per le politiche antidroga

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RELAZIONE AL PARLAMENTO SULLE TOSSICODIPENDENZENEUROSCIENZE E DIPENDENZEaree del cervello in seguito all’uso ripetuto di sostanze.Importanti osservazioni al proposito sono state fatte già da alcuni anni in meritoall’attività di strutture fondamentali, quali il nuc<strong>le</strong>o accumbens (NAc) (Breiter1997), e altre aree cerebrali coinvolte nei meccanismi di “craving” (Kufahl 2005,Risinger 2005), aprendo nuove prospettive di conoscenza <strong>per</strong> la comprensione delmeccanismo che porta alla conservazione dello stato di addiction.Oggi infatti, il craving ed il suo correlato comportamenta<strong>le</strong> di ricerca attiva dellasostanza, può essere “visualizzato” attraverso una “mappatura” del<strong>le</strong> areecerebrali che si attivano in relazioni a stimoli trigger in grado di elicitare ta<strong>le</strong>condizione. Anche se questa può sembrare una semplice osservazione strumenta<strong>le</strong>di fenomeni cerebrali, essa assume una forte importanza da un punto di vistaclinico nel momento in cui si riesca a differenziare, <strong>per</strong> esempio, aree e attività apiù alto rischio o stimoli più o meno evocanti e attivanti attraverso lo studio diparadigmi differenziati usati <strong>per</strong> esempio nella risonanza magnetica funziona<strong>le</strong>.Anche se questi esami ad oggi non sono alla portata comune dei dipartimenti del<strong>le</strong>dipendenze non è da escludere che nell’arco di qualche anno ta<strong>le</strong> disponibilità,con i progressi tecnologici e la maggiore diffusione di questi strumenti, possadiventare molto più alta.Varie osservazioni (Wex<strong>le</strong>r 2001, Paulus 2002, Kauman 2003) hanno in seguito<strong>per</strong>messo di comprendere sempre meglio il ruolo di potenzia<strong>le</strong> “control<strong>le</strong>r” divarie aree della corteccia prefronta<strong>le</strong> in seguito all’attivazione del craving o nelprocesso decisiona<strong>le</strong> nel controllo cognitivo e comportamenta<strong>le</strong>.L’area prefronta<strong>le</strong> infatti, è la sede e<strong>le</strong>ttiva del<strong>le</strong> funzioni razionali e del controllodel comportamento. Queste ulteriori osservazioni e il loro successivoapprofondimento ci <strong>per</strong>metteranno di comprendere ancora meglio quali siano imeccanismi efficaci e la loro “maturazione”, che portano <strong>per</strong> esempio la maggiorparte degli individui a sviluppare un comportamento natura<strong>le</strong> di estinzionedell’addiction con il progredire dell’età.I dati epidemiologici generali infatti ci mostrano come la dipendenza da eroina siauto estingua naturalmente nella maggior parte dei casi nell’arco di 6-8 anni,indipendentemente dai trattamenti eseguiti. È presumibi<strong>le</strong> pensare, e forse anches<strong>per</strong>are, che ta<strong>le</strong> comportamento risulti in relazione con modificazioni cerebraliche comportino un minor grado di attività e quindi di effetto del<strong>le</strong> aree del cravinged una maggior influenza di controllo del<strong>le</strong> aree prefrontali.Contemporaneamente, altri studi hanno messo in relazione <strong>le</strong> osservazionistrutturali e funzionali con evidenze in ambito genetico (Li 2008) dimostrando laprobabilità di correlare osservazioni morfofunzionali e genetiche al fine diinterpretare e comprendere la maggiore vulnerabilità al<strong>le</strong> droghe di alcuni soggetti(Mattay 2003, Hariri 2002).In particolare, la risonanza magnetica funziona<strong>le</strong> ha consentito di dimostrare larelazione esistente tra craving <strong>per</strong> la cocaina e stress (Duncan 2007) entrandoquindi in argomenti e campi in cui, fino a qualche anno fa, non si sarebbe maipensato che la neuroradiologia potesse dare contributi così importanti. <strong>La</strong>correlazione stress e vulnerabilità all’addiction è nota da tempo, come è noto datempo che gli individui presentano risposte diversificate allo stress e che questepossono essere dei predittori interessanti proprio <strong>per</strong> la vulnerabilità all’addiction.(Piazza PV, 1996; Andrews JA et al, 1993; Leshner AI., 2000; Black DW, GabelJ, Hansen J, Schlosser S., 2000; Hall GW, Carriero NJ, Takushi RY, Montoya ID,Preston KL, Gorelick DA., 2000).Altre tecniche basate sulla medicina nuc<strong>le</strong>are (PET e SPECT) hanno <strong>per</strong>messo diacquistare ulteriori evidenze (Fow<strong>le</strong>r 2003, Kung 2003) sui sistemi recettorialicellulari e sul metabolismo dei neurotrasmettitori consegnando ai ricercatori del<strong>le</strong>precise mappature attraverso l’utilizzo di radiotracciati che <strong>per</strong>mettono lamisurazione del metabolismo cerebra<strong>le</strong> del glucosio.In questo modo si è potuto anche comprendere meglio il ruolo della dopaminanell’euforia conseguente all’uso di sostanze (Volkow 2003) e,<strong>La</strong> mappatura del<strong>le</strong>aree del carvingOsservazionimorfofunzionali egenetiche evulnerabilità al<strong>le</strong>droghe<strong>La</strong> medicinanuc<strong>le</strong>are304

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