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La Relazione 2010 - Dipartimento per le politiche antidroga

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RELAZIONE AL PARLAMENTO SULLE TOSSICODIPENDENZENEUROSCIENZE E DIPENDENZEconsentirebbe di sviluppare nuovi orientamenti e ricerche che in nessun altropaese potrebbero essere sviluppate.Si sta parlando soprattutto di approfondimenti e puntualizzazioni in campodiagnostico, centrati sui meccanismi del craving, sulla possibilità di individuare estudiare <strong>le</strong> aree cerebrali coinvolte nella sua attivazione, sugli eventi triggermonitorati nella loro efficacia di attivazione attraverso tecniche di RisonanzaMagnetica funziona<strong>le</strong> ecc., di valutare se e quali tipologie diversificate vi siano dirisposta agli stimoli trigger ma soprattutto se sia possibi<strong>le</strong> identificare diverseattività frontali che possano determinare in qualche modo diverso rischio diricaduta e se queste strutture possano essere riattivate più precocemente conqualche nuovo metodo.Dal<strong>le</strong> osservazioni fin qui fatte e citate precedentemente, <strong>per</strong> esempio, è statopossibi<strong>le</strong> comprendere che l’azione neurobiologica della cocaina si esp<strong>le</strong>ta (oltreall’effetto gratificante dopamina correlato) direttamente anche con una forteinibizione del<strong>le</strong> aree prefrontali, come ben documentate da studi sia con larisonanza magnetica funziona<strong>le</strong> che con la PET, il che fa capire e giustifica <strong>per</strong>chévi sia quasi costantemente una sorta di “anosognosia” da parte dei cocainomanirispetto alla loro patologia con una estrema difficoltà al controllo cognitivocomportamenta<strong>le</strong> del craving e conseguentemente allo sviluppo di consapevo<strong>le</strong>zzadel prob<strong>le</strong>ma e quindi una forte refrattarietà al cambiamento.Il rendere visibi<strong>le</strong> ed osservabi<strong>le</strong> (e quindi clinicamente più governabi<strong>le</strong>), anchenella sua evolutività e differenti tipologie, questo malfunzionamento e riduzionedi attività del<strong>le</strong> aree cerebrali deputate al controllo e allo sviluppo del<strong>le</strong> capacità digiudizio <strong>per</strong> es., rende sicuramente più comprensibi<strong>le</strong> il correlatocomportamenta<strong>le</strong> espresso e la va<strong>le</strong>nza <strong>per</strong> esempio che l’allontanamentoimmediato e duraturo dalla sostanza stupefacente (ma anche dal<strong>le</strong> situazionitrigger <strong>per</strong> lo scatenamento del craving che presentano una variabilitàdocumentabi<strong>le</strong> da <strong>per</strong>sona a <strong>per</strong>sona) riveste in termini terapeutici, dandoci inoltrenotizie anche sul<strong>le</strong> durate che i vari interventi dovrebbero avere, in relazione al<strong>le</strong>trasformazioni cerebrali documentabili. Tutte informazioni che, oltreall’innegabi<strong>le</strong> interesse scientifico, hanno anche un forte riscontro nella praticaclinica e nella strutturazione di nuove forme di intervento.Basti pensare alla possibilità di poter monitorare attraverso queste indagini il rea<strong>le</strong>effetto dei vari interventi terapeutici (sia di ordine farmacologico, psicologico chesocio educativo) sul<strong>le</strong> strutture e sul<strong>le</strong> attività cerebrali e la possibi<strong>le</strong>comprensione anticipata della trasformazione di queste strutture in modo ta<strong>le</strong> dapoter prevedere eventuali rischi di ricaduta in base al<strong>le</strong> diverse tipologiestereotipali riscontrabili. Anche se i dipartimenti del<strong>le</strong> dipendenze ad oggi nonsono in grado di provvedere, con <strong>le</strong> proprie risorse e il proprio attua<strong>le</strong> know-how,e di sostenere queste attività, vi sono sicuramente strutture ed organizzazioni siasul territorio italiano ma anche internaziona<strong>le</strong>, disponibili a collaborare <strong>per</strong>costruire <strong>per</strong>corsi virtuosi ed innovativi anche in questo senso.Le Neuroradiologie, gli istituti di neuroscienze, i centri di ricerca genetica, <strong>le</strong>neurofisiologie, i centri di neuropsicologia e di social neuroscience sono moltointeressati a sviluppare studi e collaborazioni in questo settore.Ecco <strong>per</strong>ché riteniamo che sia indispensabi<strong>le</strong> battere nuove strade che integrinoconoscenze di vario tipo nell’ambito del<strong>le</strong> neuroscienze (che non sono daintendere esclusivamente orientate ad una prospettiva strettamente biologica maincludono vari aspetti contemporanei e comp<strong>le</strong>mentari: neurobiologici, difunzionamento psichico, aspetti più propriamente cognitivi comportamentali, maanche di comportamenti sociali, di come i condizionamenti educativi influenzinostrutturalmente e funzionalmente il cervello) <strong>per</strong> affinare <strong>le</strong> potenzialitàdiagnostiche in senso di meglio definire i vari tipi di meccanismi eziopatogeneticiche stanno alla base della vulnerabilità, dell’addiction, del carving e dellamodalità di controllo di questo fenomeno che fa <strong>per</strong>petuare questa patologia.Le potenzialità del<strong>le</strong>collaborazioninazionali einternazionali308

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