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Struttura della Materia - INFN Napoli

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<strong>Struttura</strong> <strong>della</strong> <strong>Materia</strong> 123<br />

Consideriamo un fascio di luce incidente eccitato in singolo ben definito modo<br />

<strong>della</strong> cavità, che è così stretta da poter trascurare l’attenuazione del fascio che<br />

attraversa il volume occupato dagli atomi. Supponiamo che la frequenza <strong>della</strong><br />

luce sia risonante con una transizione atomica a cui corrispondano i coefficienti<br />

di Einstein A e B. I tre processi che avvengono hanno proprietà direzionali<br />

diverse, La caratteristica più importante è che la luce prodotta per emissione<br />

stimolata dagli atomi eccitati appare nello stesso modo <strong>della</strong> cavità che dà luogo<br />

all’emissione. La luce emessa ha le stesse proprietà di fase del fascio incidente.<br />

Perciò l’emissione stimolata tende ad amplificare l’intensità del fascio incidente<br />

mantenendo tutte le sue altre proprietà inalterate.<br />

D’altra parte la luce prodotta per emissione spontanea è completamente indipendente<br />

dal fascio incidente e può essere in un qualunque modo <strong>della</strong> cavità<br />

che soddisfi la conservazione dell’energia. La direzione di propagazione <strong>della</strong> luce<br />

spontaneamente emessa è orientata a caso rispetto a quella del fascio di luce<br />

incidente. La fase <strong>della</strong> luce emessa è arbitraria.<br />

Una volta che la luce e gli atomi hanno raggiunto uno stato di equilibrio<br />

stazionario, i numeri medi degli atomi (N1 e N2) negli stati inferiore e superiore<br />

restano costanti. Quando il fascio di luce attraversa il gas di atomi i processi<br />

ai assorbimento rimuovono in modo stazionario fotoni di energia ~ω. Gli atomi<br />

così eccitati ritornano infine nei loro stati fondamentali e possono rimpiazzare fotoni<br />

nel fascio incidente per emissione stimolata. Raggiunto lo stato stazionario<br />

non c’è trasferimento netto di energia tra fascio di luce incidente e atomi. Tuttavia,<br />

poichè alcuni degli atomi ritornano allo stato fondamentale per emissione<br />

spontanea, una frazione<br />

A<br />

A + Bρ (ω) =<br />

1<br />

1+π 2 c 3 ρ (ω) /~ω 3<br />

(68)<br />

dell’energia assorbita è riemessa in direzioni casuali, e solo una piccola parte è<br />

accidentalmente irradiata nella direzione del fascio incidente.<br />

L’emissione spontanea dà luogo perciò ad una diffusione (scattering) <strong>della</strong><br />

luce e ad una conseguente attenuazione del fascio incidente.Questa diffusione è la<br />

sorgente microscopica del coefficiente di assorbimento. Nonostante l’impressione<br />

data del termine ‘coefficiente di assorbimento’ l’energia persa dal fascio incidente<br />

in condizioni stazionarie non è assorbita dagli atomi, ma è scatterata in altre<br />

direzioni. Lo stesso fenomeno fisico elementare può essere studiato sperimentalmente<br />

sia con misure del coefficiente di assorbimento che osservando l’intensità<br />

<strong>della</strong> luce scatterata.<br />

Del peso relativo tra i due processi di emissione A/Bρ (ω) abbiamo già discusso.<br />

Anche le sorgenti luminose convenzionali (per esempio la lampada al mercurio)<br />

più potenti hanno una intensità insufficiente ad eguagliare la velocità di<br />

emissione spontanea a quella indotta. Con fasci di luce da queste sorgenti quasi<br />

tuttiifotoniassorbitidagliatomisonoreirradiatiperemissionespontaneaesono

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