Struttura della Materia - INFN Napoli
Struttura della Materia - INFN Napoli
Struttura della Materia - INFN Napoli
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
<strong>Struttura</strong> <strong>della</strong> <strong>Materia</strong> 214<br />
Se il cristallo fosse veramente infinito la sola condizione al contorno su ξ<br />
sarebbe la sua limitatezza all’infinito assicurata dalla realtà di ~ k. I cristalli reali<br />
non sono ovviamente infiniti anche se molto grandi rispetto alle dimensioni <strong>della</strong><br />
cella primitiva. Questa circostanza può in alcuni casi essere rilevante. Per esempio,<br />
se il campo in questione ha un numero finito di gradi di libertà per cella,<br />
allora anche il cristallo nella sua totalità ha un numero finito di modi normali. Se<br />
lasciassimo ~ k variare con continuità il numero dei modi normali sarebbe anch’esso<br />
infinito. In questo caso è necessario imporre condizioni al contorno nelle posizioni<br />
terminali del cristallo reale, e non all’infinito, per limitare ad un numero finito<br />
gli autovalori.<br />
La difficoltà stà nel fatto che non appena consentiamo al reticolo di finire<br />
da qualche parte, allora la posizione assoluta di un particolare punto reticolare<br />
acquista significato fisico e l’operatore dinamico Ω non commuta più con gli operatori<br />
di traslazione. Il formalismo che abbiamo sviluppato diventa inutile. Inoltre<br />
l’esatta specifica delle condizioni al contorno non solo è molto complicata ma è<br />
legata alla particolare natura del campo considerato. D’altra parte ci aspettiamo<br />
che le proprietà di volume (in inglese si adopera il termine “bulk”), quelle che<br />
sono indipendenti dalla struttura <strong>della</strong> superficie, non cambiano se invece di usare<br />
le corrette condizioni al contorno le sostituiamo con altre matematicamente più<br />
convenienti.<br />
E’ possibile conservare la commutazione di Ω con gli operatori di traslazione<br />
a costo di adoperare condizioni al contorno assurde da un punto di vista fisico.<br />
Queste sono le condizioni al contorno periodiche, cheprimadefiniremo e studieremo<br />
da un punto di vista matematico per poi ritornare sulla loro giustificazione<br />
fisica.<br />
Supponiamo di suddividere il cristallo infinito in celle molto grandi. Queste<br />
celle abbiano facce parallele a quelle del parallelepipedo <strong>della</strong> cella primitiva, e<br />
invece di avere gli spigoli ~a, ~ b e ~c abbiano spigoli L~a, M ~ b e N~c, conL, M e N<br />
interi molto grandi, tali che la cella grande abbia la dimensione di un cristallo<br />
macroscopico. Richiediamo poi che la funzione ξ debba essere la stessa nelle<br />
celle piccole corrispondenti in ciascuna cella grande (da qui il nome di condizioni<br />
“periodiche”). In questo modo limitiamo il numero dei gradi di libertà a quelli<br />
in una delle celle grandi.<br />
³<br />
Poichè ξ ha la forma data dall’equazione (167), la richiesta che exp i ~ k · ~ ´<br />
R<br />
sia periodico nel reticolo “grande”, le cui traslazioni primitive sono L~a, M ~ b e N~c,<br />
è equivalente a restringere ~ k ai vettori del reticolo reciproco del reticolo diretto<br />
“grande”. Dalla definizione (161) segue che se ingrandiamo ~a, ~ b e ~c di certi fattori<br />
di scala, i corrispondenti vettori primitivi del reticolo reciproco ~ A, ~ B e ~ C sono<br />
ridotti degli stessi fattori. In altri termini i valori di ~ k permessi formano un<br />
reticolo i cui vettori primitivi sono ~ A/L, ~ B/M e ~ C/N e si ha allora<br />
~<br />
r<br />
k =<br />
L ~ A + s<br />
M ~ B + p<br />
N ~ C