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Struttura della Materia - INFN Napoli

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<strong>Struttura</strong> <strong>della</strong> <strong>Materia</strong> 251<br />

per poi far cambiare nel tempo gli stati quantistici secondo la legge<br />

− |e|E<br />

dk = dt. (247)<br />

~<br />

La descrizione classica del moto è lecita fintanto che si possono specificare posizione<br />

e momento senza violare il principio di indeterminazione. Occorre che<br />

l’indeterminazione nella posizione sia tale che<br />

∆x ∼ ~ 1<br />

À<br />

∆p kF<br />

e cioè molto maggiore <strong>della</strong> distanza media tra gli elettroni che è dell’ordine degli<br />

angstrom. Questo richiede che i campi applicati varino lentamente nello spazio e<br />

che perciò non si debba specificare la posizione degli elettroni con una precisione<br />

dell’ordine degli angstrom. Il campo elettrico <strong>della</strong> luce visibile varia su una scala<br />

o<br />

3 dell’ordine di 10 A e quindi l’approssimaziome semiclassica tiene. Se riduciamo<br />

la lunghezza d’onda a quella dei raggi X diventa necessaria la descrizione quantistica<br />

del moto elettronico indotto dal campo, L’altra lunghezza importante è<br />

il libero cammino medio degli elettroni che deve essere grande a sufficienza. A<br />

temperatura ambiente è dell’ordine di 100 o<br />

A e diventa ancora più grande al calare<br />

<strong>della</strong> temperatura.<br />

Se il cristallo è perfetto a T =0l’equazione (247) implica che lo stato spazza<br />

la zona di Brillouin fino ad arrivare al bordo. Qui subisce una riflessione di<br />

Bragg con ∆k = ±2π/a per riapparire all’altro bordo. La zona di Brillouin<br />

viene scandita nel tempo con un periodo 2π~ /a |e|E molto breve. D’altra parte<br />

i cristalli sono imperfetti, contengono impurezze e a T>0 vibrano e cioè sono<br />

eccitati i fononi. Gli elettroni collidono con le impurezze, le imperfezioni e con i<br />

fononi e questi processi di diffusione fanno variare i loro momenti ~k. All’istante<br />

in cui è applicato il campo elettrico gli stati occupati sono quelli compresi tra −kF<br />

e kF < π/a. Da questo istante diventano attivi due processi antagonisti: quello<br />

del campo elettrico che sposta in modo uniforme i k degli stati occupati verso un<br />

bordo zona, le collisioni che contrastano questo spostamento e che tendono a far<br />

tornare il sistema nel suo stato fondamentale. Dopo un tempo τ si raggiunge uno<br />

stato stazionario in cui l’intervallo (−kF ,kF ) viene traslato di δk. Assumendo che<br />

il campo elettrico (E < 0)sia piccolo gli elettroni che occupano gli stati tra kF e<br />

kF + δk acquistano una velocità<br />

δv = |e|Eτ/m ∗<br />

mentre gli stati tra -kF e-kF + δk sono vuoti. Se n è la densità di volume degli<br />

elettroni allora nasce una densità di corrente<br />

j = −n |e| δv = ne2τ E (248)<br />

m∗

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