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Struttura della Materia - INFN Napoli

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<strong>Struttura</strong> <strong>della</strong> <strong>Materia</strong> 177<br />

atomo, come in H2. Lo stato di tripletto conduce, invece, alla repulsione. Consideriamo<br />

cosa accade quando un atomo di idrogeno è avvicinato ad un atomo di<br />

elio. Entrambi gli elettroni dell’atomo di elio sono nel livello 1s, e sono nello stato<br />

di singoletto con S =0, uno degli elettroni con spin ms =+1/2e l’altro con spin<br />

ms = −1/2. L’elettrone sull’atomo di idrogeno non può scambiarsi con l’elettrone<br />

di spin opposto nell’atomo di elio perchè, se questo accadesse, avremmo due elettroni<br />

nello stesso stato di spin nell’orbitale 1s, e questo violerebbe il principio di<br />

Pauli. L’elettrone dell’idrogeno può scambiarsi solo con l’elettrone dello stesso<br />

spin nell’atomo di elio. In questo caso, la parte spaziale <strong>della</strong> funzione d’onda<br />

è antisimmetrica e l’orbitale è antilegante. Questo si può vedere con maggiore<br />

precisione e includendo anche l’interazione tra gli elettroni usando una funzione<br />

di prova del tipo Heitler-London. Essa ha la forma di un determinante di Slater<br />

formato con due elettroni nell’orbitale 1s dell’elio v1s e l’altro nell’orbitale u1s<br />

dell’idrogeno:<br />

¯<br />

¯<br />

¯v1s<br />

¯ (1) α (1) v1s (1) β (1) u1s (1) α (1) ¯<br />

Φ = N ¯v1s<br />

¯ (2) α (2) v1s (2) β (2) u1s (2) α (2) ¯<br />

¯v1s<br />

(3) α (3) v1s (3) β (3) u1s (3) α (3) ¯<br />

dove N è l’opportuno fattore di normalizzazione. Si ha<br />

hΦ |H0| Φi = J (R) − K (R)<br />

Per l’ortogonalità delle funzioni d’onda di spin e l’identità degli elettroni ci riduciamo<br />

a soli due termini: l’integrale diretto<br />

J = N 2<br />

Z<br />

d 3 r1 d 3 r2 d 3 r3 v1s (1) v1s (2) u1s (3) H0 v1s (1) v1s (2) u1s (3)<br />

e quello di scambio<br />

K = N 2<br />

Z<br />

d 3 r1 d 3 r2 d 3 r3 v1s (1) v1s (2) u1s (3) H0 v1s (3) v1s (2) u1s (1) .<br />

Il fenomeno <strong>della</strong> risonanza 3 (l’alternanza tra i due nuclei) riguarda i soli elettroni<br />

1 e 3, come si vede dalla forma dell’integrale di scambio. Questi due elettroni<br />

hanno lo stesso spin e l’effetto <strong>della</strong> risonanza è quello di introdurre una repulsione:<br />

la molecola stabile HHe non esiste. Si dice che i due elettroni sull’atomo<br />

di elio sono accoppiati. Solo gli elettroni non accoppiati contribuiscono alla formazione<br />

del legame chimico, il numero degli elettroni non accoppiati nella shell<br />

esterna è eguale alla valenza di un atomo. Poichè tutti gli elettroni in una sottoshell<br />

chiusa sono accoppiati gli atomi corrispondenti sono chimicamente inerti.<br />

3 Come al solito vi è una ambiguità d’uso tra scambio e risonanza: essi sono usati come<br />

sinonimi per intendere la condivisione, ovvero la delocalizzazione, dei due elettroni tra i due<br />

nuclei. Questo è il caso del Bransden-Jochain, dal quale sono tratte queste considerazioni,

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