Struttura della Materia - INFN Napoli
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<strong>Struttura</strong> <strong>della</strong> <strong>Materia</strong> 148<br />
3.1 Separazione tra moti elettronici e moti nucleari: approssimazione<br />
a nuclei fissi ed approssimazione adiabatica<br />
Una molecola è un stato legato di più atomi e perciò consiste di un certo numero<br />
di nuclei atomici con elettroni che circolano attorno ad essi. Trovare gli stati<br />
stazionari di un sistema così complesso è un problema molto difficile. E’ reso più<br />
semplice dalla seguente circostanza: la massa degli elettroni è molto più piccola<br />
di quella dei nuclei mentre le forze a cui sono soggetti sono dello stesso ordine<br />
di grandezza. Ne segue che il moto dei nuclei è molto più lento di quello degli<br />
elettroni, e, con buona approssimazione, il moto elettronico e quello nucleare possono<br />
essere trattati separatamente. Infatti, in prima approssimazione gli elettroni<br />
“vedono” i nuclei come centri di forza fissi e il loro stato dinamico è quello di un<br />
sistema di elettroni che circolano attorno ai nuclei fissi. Dato che questi ultimi si<br />
muovono lentamente, lo stato dinamico degli elettroni segue adiabaticamente la<br />
graduale evoluzione del potenziale che determina il moto. Per contro gli elettroni<br />
compiono numerose rivoluzioni durante uno spostamento apprezzabile dei nuclei,<br />
e risentono solo in media <strong>della</strong> presenza dei nuclei: Il moto dei nuclei si ottiene<br />
con buona approssimazione sostituendo la loro interazione con gli elettroni con<br />
il suo valore medio su un gran numero di rivoluzioni elettroniche. L’applicazione<br />
di questo procedimento conduce ad una equazione di Schrödinger per i nuclei in<br />
cui gli elettroni sono completamente scomparsi. L’approssimazione su cui si basa<br />
questo metodo di separazione delle variabili si chiama approssimazione adiabatica.<br />
Prima di discutere dell’approssimazione adiabatica vale la pena di articolare<br />
la discussione precedente con una analisi semi-classica del moto nucleare con una<br />
stima per ordine di grandezza dei vari effetti in gioco.<br />
Il potenziale dell’equazione di Schrödinger dei nuclei dipende solo dalla loro<br />
mutue distanze. Poichè la molecola esiste, questo potenziale deve avere un minimo<br />
per certi ben definiti valori finiti delle distanze internucleari: questo minimo<br />
corrisponde al punto di equilibrio stabile attorno al quale i nuclei possono compiere<br />
piccole oscillazioni. A queste vibrazioni interne dei nuclei sono sovrapposti<br />
imotiditraslazione edirotazione del sistema come un tutto unico. Il moto<br />
traslatorio può essere completamente separato dagli altri introducendo il centro<br />
di massa che si muove come una particella libera la cui massa è eguale alla massa<br />
totale del sistema. Supponiamo di aver fatta questa separazione e consideriamo<br />
solo il moto di vibrazione e di rotazione dei nuclei.<br />
Sia m la massa dell’elettrone, M una massa dell’ordine di grandezza delle<br />
masse nucleari a la distanza media tra i nuclei nella molecola, gli ordini di<br />
grandezza di queste quantità sono<br />
a ' 10 −8 cm m/M ' 10 −3 –10 −5 .<br />
Se le dimensioni lineari <strong>della</strong> molecola sono dell’ordine di a, questa quantità