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Fac-simile Scheda Linee di Ricerca - Federalimentare

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Titolo della ricercaEFFETTO DELLE TECNICHE DI VINIFICAZIONE E DI DIVERSI COADIUVANTIENOLOGICI SUL LIVELLO DI OCRATOSSINA A DEL VINOResponsabile scientifico della <strong>Ricerca</strong>Angela SILVA, professore associatoIstituto <strong>di</strong> Enologia ed Ingegneria Agro-alimentare, Università Cattolica del S. CuoreVia Emilia Parmense, 84 – 29100 PiacenzaE-mail: angela.silva@unicatt.itComposizione del gruppo <strong>di</strong> ricerca:Maria Daria FUMI ricercatore daria.fumi@unicatt.itMilena LAMBRI milena.lambri@unicatt.itBreve descrizioneLa ricerca, continuazione del progetto WINE-OCHRA RISK con finanziamento Europeo (Contractn. QLK1-2001-01761), finanziata da Aziende <strong>di</strong> materiali enologici, ha riguardato la valutazionedella presenza <strong>di</strong> OTA nel mosto e nel vino ed il suo destino durante le operazioni dellavinificazione. Relativamente ai trattamenti correttivi da applicare in vinificazione per limitare laconcentrazione <strong>di</strong> ocratossina A nel vino è proseguita la sperimentazione per in<strong>di</strong>viduarecoa<strong>di</strong>uvanti utili alla riduzione <strong>di</strong> tale contaminante nel vino.L’OTA è un frequente contaminante <strong>di</strong> varie derrate alimentari, tra cui cereali e prodotti derivati,piante oleaginose, legumi, cacao, caffè, frutta secca, spezie, latte e altri prodotti <strong>di</strong> origine animale,quali siero, rene <strong>di</strong> suino, insaccati ed altri alimenti derivati dal suino. Nel 1996, l’OTA è statarilevata in campioni <strong>di</strong> vino <strong>di</strong> varia origine e <strong>di</strong> seguito anche in mosti concentrati, succhi d’uva eduva passa. Analisi condotte su mosti e vini prodotti in Paesi europei e me<strong>di</strong>terranei hanno permesso<strong>di</strong> accertare un maggiore rischio <strong>di</strong> contaminazione <strong>di</strong> vini rossi e da dessert rispetto a quelli bianchie rosé e, in particolare, <strong>di</strong> quelli prodotti negli areali Europei a clima più caldo e nel Nord Africa,con concentrazioni <strong>di</strong> tossina anche superiori a 10 ng ml -1 .La <strong>di</strong>ffusa contaminazione degli alimenti e la tossicità dell’OTA hanno indotto la comunità europeaa stabilire i limiti massimi <strong>di</strong> tossina in <strong>di</strong>versi alimenti. Recente è la pubblicazione del Reg. (CE)N. 123/2005 della Commissione del 26.1.2005, che mo<strong>di</strong>fica il Reg. (CE) n. 466/2001, e fissa in 2,0µg kg -1 (ppb) il limite massimo tollerabile <strong>di</strong> OTA nel vino (rosso, bianco e rosé) e in altri vini e/obevande a base <strong>di</strong> succo d’uva, in succo d’uva incluso il nettare d’uva e il succo concentrato, ilmosto d’uva e il mosto d’uva concentrato ricostituito destinati <strong>di</strong>rettamente al consumo umano. Ilregolamento, entrato in vigore l’1.4.2005, entra in applicazione per i vini prodotti dopo lavendemmia del 2005. La sperimentazione è stata focalizzata sulla vinificazione in rosso, attuandoprove su scala reale in <strong>di</strong>verse cantine della Puglia, con le cultivar Negroamaro e Primitivo in piùannate.I campioni sono stati raccolti a partire dalla <strong>di</strong>raspa-pigiatura e durante la macerazione,fermentazione alcolica, svinatura, travaso e fermentazione malolattica. Le informazioni acquisitechiariscono, in parte, il destino dell’OTA durante la vinificazione, mettendo in luce che la tossinanon è prodotta durante la vinificazione e che le fasi della fermentazione alcolica e malo-latticariducono il livello <strong>di</strong> OTA con un meccanismo non ancora completamente chiarito, maprobabilmente dovuto ad adsorbimento ed in parte a degradazione operata dai microrganismicoinvolti. Gli sta<strong>di</strong> della lavorazione portano complessivamente ad una riduzione del livello <strong>di</strong> OTAnei vini, ma non sempre questo è sufficiente a raggiungere nel prodotto finito un tenore <strong>di</strong> OTA106SISTAL - SOCIETA’ ITALIANA DI SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARIDipartimento <strong>di</strong> Scienze e Tecnologie Agroalimentari, Università degli Stu<strong>di</strong> della TusciaVia San Camillo de Lellis, 01100 ViterboTel.: 0761- 35 74 94/7 , Fax: 0761- 35 74 98, e-mail: mmoresi@unitus.it

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