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Fac-simile Scheda Linee di Ricerca - Federalimentare

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Titolo della ricercaPRESENZA DELL’ETILCAFFEATO NEL VINO BIANCO “VERDICCHIO” EVALUTAZIONE DEI SUOI EFFETTI SULLE CELLULE STELLATE EPATICHEResponsabile scientifico della <strong>Ricerca</strong>Natale G. FREGA, Professore or<strong>di</strong>narioDipartimento SAIFET (Scienze Alimentari, Agro-ingegneristiche, Fisiche, Economico-agrarie e delTerritorio)- Sezione <strong>di</strong> Scienze e Tecnologie Alimentari, Via Brecce Bianche, 60131 AnconaTel. 071-2204924; e-mail: n.g.frega@univpm.itComposizione del gruppo <strong>di</strong> ricercaMassimo MOZZON <strong>Ricerca</strong>tore m.mozzon@univpm.itEmanuele BOSELLI <strong>Ricerca</strong>tore e.boselli@univpm.itDeborah PACETTI <strong>Ricerca</strong>trice d.pacetti@univpm.itBreve descrizioneI composti fenolici naturali sono metaboliti secondari presenti nelle <strong>di</strong>fferenti parti delle piante,come i frutti, i semi, i bulbi, le parti legnose, le ra<strong>di</strong>ci, i fiori e le foglie. Nelle piante possonocostituire fattori <strong>di</strong> risposta contro l’attacco <strong>di</strong> parassiti o contro i processi <strong>di</strong> ossidazione, come lafotossidazione indotta dalla ra<strong>di</strong>azione UV. Inoltre, il loro ruolo nella valutazione sensoriale deglialimenti ottenuti dai vegetali è cruciale, poiché i polifenoli sono coinvolti nella percezione del gustoamaro ed astringente e nel colore.Un’elevata concentrazione <strong>di</strong> composti fenolici bioattivi è stata riscontrata nel succo dell’uva, e <strong>di</strong>conseguenza nel vino. Nonostante i numerosi dati in letteratura sugli effetti benefici <strong>di</strong> un moderatoconsumo <strong>di</strong> vino rosso, normalmente più ricco <strong>di</strong> flavonoi<strong>di</strong> e stilbeni, c’è un interesse sempremaggiore nello stu<strong>di</strong>o dei composti fenolici bioattivi dei vini bianchi. Un incremento nel contenuto<strong>di</strong> composti fenolici nei vini bianchi può essere ottenuto per mezzo del contatto con le vinacce, chepermette la <strong>di</strong>ffusione del tirosolo e degli aci<strong>di</strong> fenolici dalle vinacce al vino, oppure operando inambiente riducente, che rallenta l’ossidazione dei polifenoli stessi.Il Ver<strong>di</strong>cchio dei Castelli <strong>di</strong> Jesi doc è il più importante vino bianco prodotto nella regione delleMarche (193.000 hL prodotti nella vendemmia 2004). E’ ottenuto con l’85% dell’omonima varietà<strong>di</strong> Vitis vinifera, secondo il <strong>di</strong>sciplinare della denominazione <strong>di</strong> origine, e se confrontato con altrivini bianchi è molto più ricco <strong>di</strong> acido caffeico e dei suoi derivati. In particolare, l’etilesteredell’acido caffeico (CfE, peso molecolare, 208 Da) è uno dei più importanti composti fenolici delVer<strong>di</strong>cchio. La sua concentrazione in questo vino era <strong>di</strong> circa 29 µg mL -1 (139 µmol L -1 ).L’identificazione del CfE è stata possibile confrontando il tempo <strong>di</strong> ritenzione in HPLC, lo spettro<strong>di</strong> massa ottenuto con ionizzazione negativa e lo spettro UV e tramite la frammentazione <strong>di</strong> massadello ione. Lo spettro UV-Vis dell’etilcaffeato mostra un massimo <strong>di</strong> assorbimento a 323 nm,peculiare per gli aci<strong>di</strong> idrossicinnamici ed i loro derivati.E’ necessario ricordare il fatto che, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altre sostanze fenoliche naturali, come ilresveratrolo, il CfE non è presente nel mosto, ma solo nel vino. Si forma infatti dalla condensazionedell’acido caffeico (presente nella polpa dell’acino particolarmente nella forma esterificata conl’acido tartarico, detto acido caffeoiltartarico) con l’etanolo, originato durante la fermentazionealcolica. Come estere etilico, il CfE è più lipofilo rispetto all’acido caffeico libero (è piùrapidamente assorbibile dalle membrane cellulari), perciò è presumibile che la sua bio<strong>di</strong>sponibilità.Le sostanze fenoliche sono classificate, da un punto <strong>di</strong> vista strutturale, in fenoli non flavonoi<strong>di</strong> eflavonoi<strong>di</strong>.SISTAL - SOCIETA’ ITALIANA DI SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARIDipartimento <strong>di</strong> Scienze e Tecnologie Agroalimentari, Università degli Stu<strong>di</strong> della TusciaVia San Camillo de Lellis, 01100 ViterboTel.: 0761- 35 74 94/7 , Fax: 0761- 35 74 98, e-mail: mmoresi@unitus.it393

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