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LA SACRA SCRITTURA<br />
La «Volgata» quantunq-ue non sia una traduzione perfetta, pure è dichiarata autentica dal Conc.<br />
di Trento, cioè sostanzialmente conforme all’originale e immune da ogni errore sulla fede e i costumi.<br />
La divina ispirazione<br />
LA DIVINA ISPIRAZIONE è un influsso soprannaturale col quale Dio muove l’uomo interiormente<br />
perchè manifesti agli altri ciò che Egli vuole.<br />
Questa manifestazione può essere fatta a voce, come è avvenuto nei Profeti, oppure in scritto,<br />
come è avvenuto negli Agiografi della Divina Scrittura.<br />
Il Conc. Vaticano, dopo aver dato l’elenco dei Libri Sacri, dice: «La Chiesa ritiene quei libri sacri e<br />
canonici, perchè essendo stati scritti sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, hanno per autore Dio e come<br />
tali sono stati consegnati alla Chiesa… e non perchè elaborati con sola industria umana siano poi stati<br />
approvati dall’Autorità» (D. B. 1787).<br />
Perciò autore dei Libri Sacri è Dio stesso; gli Scrittori sacri ne sono io strumento razionale e<br />
libero.<br />
Sono in errore i Protestanti quando dicono che l’ispirazione è una mozione poetica naturale,<br />
oppure qualche cosa di divino che muove a buoni sentimenti, o una rivelazione dettata da Dio. Così pure<br />
sono in errore quegli autori cattolici (come ad esempio Bonfrère) che la dicono una semplice assistenza<br />
dello Spirito Santo, o come Haneberg, che considera la ispirazione come qualche cosa di conseguente che<br />
viene data per l’approvazione della Chiesa.<br />
Leone XIII nella Enc. «Providentissimus» definì che «lo Spirito Santo prese gli uomini come<br />
strumenti per scrivere…, per cui con virtù soprannaturale li eccitò e mosse a scrivere e li assisté mentre<br />
scrivevano in modo che concepissero con mente retta e volessero scrivere fedelmente tutte quelle cose e<br />
quelle soltanto che Egli voleva che scrivessero e le esprimessero in modo adatto con infallibile verità:<br />
altrimenti Egli non sarebbe l’autore di tutta la Sacra Scrittura» (D. B. 1952).<br />
L’ispirazione perciò comporta:<br />
a) per parte di Dio che illumini e muova lo Scrittore Sacro a scrivere «con infallibile verità» tutto<br />
e solo ciò che Dio comanda.<br />
b) - Per parte dell’agiografo: 1) l’intelletto che concepisce ciò che Dio vuole 2) la volontà, che<br />
voglia scrivere quello che Dio vuole 3) e le altre facoltà mosse dalla volontà. Di qui deriva che l’Agio-<br />
grafo è l’autore secondario in quanto che è strumento, ma razionale e libero, non uno strumento<br />
inanimato. Per capire meglio: una penna è uno strumento, ma non è razionale. Essa scrive ciò che vuole<br />
l’autore, ma di suo non ci mette altro che la capacità di strumento che eseguisce meccanicamente. Invece<br />
lo. Scrittore sacro ci mette le sue facoltà umane. Perciò, pur scrivendo lo Scrittore tutto e unicamente<br />
quello che Dio vuole, si vede il suo stile, per es., ordinato e con mille particolarità in Luca, irruente e, al<br />
tempo stesso, dolce in Paolo.<br />
Il fatto della divina ispirazione, lo troviamo riconosciuto:<br />
a) nella stessa Scrittura. Il Vangelo ben 150 volte si appella all’Antico Testamento colle parole<br />
«come è stato scritto». E Gesù dice: «Scrutate le Scritture esse testimoniano a mio favore» (Gv. 5,39).<br />
«Non cadrà un solo apice della Legge» (Mt. 5, 18). ecc.<br />
Più esplicitamente S. Paolo dice: «Ogni Scrittura, divinamente ispirata» (Tim. 3,16) e S. Pietro<br />
afferma che: «I santi uomini di Dio hanno parlato ispirati dallo Spirito Santo» (2 Pt. 1,21).<br />
b) - nella Tradizione: S. Teofilo di Antiochia: chiama gli Agiografi: «organi di Dio»;<br />
S. Ireneo: «Le Scritture sono perfette perché dettate dal Verbo di Dio e dal suo Spirito» (Adv.<br />
Haer. 2,28).<br />
S. Clemente di Alessandria: «Lo Spirito Santo, bocca del Signore ha detto quelle cose»<br />
(Protrecticus 9,82).<br />
S. Agostino con S. Gregorio Magno e S. Girolamo chiamano la Sacra Scrittura: «Lettera dì Dio agli<br />
uomini» (Enarrat. 90, 11).<br />
L’ inerranza<br />
La Sacra Scrittura non contiene errori. Essendo libro di Dio, la Sacra Scrittura non può contenere<br />
assolutamente nessun errore. Con parola tecnica questo fatto si chiama inerranza (cioè: non erra).<br />
Questa inerranza, quantunque non definita solennemente dalla Chiesa, è un dogma dì fede,<br />
perchè insegnata dall’ordinario ed universale magistero della Chiesa.<br />
Dice Leone XIII (Enc. Providentissimus): «É tanto falso che alcun errore possa esservi sotto la<br />
Divina Ispirazione, che non solo essa per sé stessa esclude ogni errore, ma l’esclude e lo respinge tanto<br />
assolutamente, quanto assolutamente Dio, Somma Verità, non può essere autore di alcun errore».