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L’ESISTENZA DI DIO<br />

essere caldo?». E troverà magari che è stato il fuoco. Continuerà: e il fuoco come si è acceso? - Attraverso<br />

la scintilla provocata da una pietra. - E la pietra?… Le domande possono continuare lungamente. Però non<br />

si può continuare all’infinito trovando sempre un nuovo movente mosso da un altro. É necessario<br />

trovare: un movente immobile cioè che non abbia bisogno di essere mosso da un altro.<br />

Ma forse questa contraddizione nel procedere all’infinito si capisce meglio con semplici esempi:<br />

Vedo un anello che sta sospeso in alto. Perché? - mi domando - Perché è sostenuto da un altro anello e<br />

questo da un altro e poi da un altro ancora, e così via. Ma non posso continuare all’infinito. É necessario<br />

che giunga ad un punto di appoggio - sarà un chiodo, una mano, un asse, quel che volete - ma perfino se<br />

non lo vedessi sarei costretto ad ammettere che un punto di appoggio ci deve essere, perché se questo<br />

non ci fosse la catena non potrebbe star sollevata. Dovrei negare quello che vedo e cioè, che gli ultimi<br />

anelli, che sono sotto i miei occhi, siano sollevati.<br />

Oppure: vedo una vettura di un treno, che pur non essendo in discesa, cammina. - Perché? - mi<br />

domando - Perché c’è una vettura antecedente che la trascina, e poi un’altra, e così via. Posso<br />

aggiungerne quante voglio, ma, pur non vedendola, devo ammettere che in testa c’è una macchina, un<br />

locomotore, che trascina tutto il treno, senza essere trascinato da una vettura antecedente. Se dicessi:<br />

anche questo è trascinato da un’altra vettura antecedente, in questo caso non è più lui che muove, ma la<br />

prima.<br />

È chiaro che, come esempi, vanno intesi relativamente e non possono riquadrare in ogni<br />

particolare. Infatti, appunto perché anche il locomotore è un oggetto degli uomini, non è la causa prima<br />

del moto. Dovrei procedere innanzi ancora, alla elettricità, alle cause che la sviluppano e avanti, fino a<br />

Dio, anche per darmi ragione di questo moto locale. Però in quanto esempi, ci sembra che illuminino<br />

abbastanza il nostro ragionamento.<br />

Ora se nello studio delle cose moventi e mosse, arrivato a Dio mi domandassi ancora: - e questo<br />

Dio da chi è mosso? - e rispondessi: da altri ancora; significherebbe che se questo essere è mosso da un<br />

altro, non è Dio. Dio è colui che muove senza esser mosso da altri.<br />

Concludendo: come dall’anello sospeso e dalla vettura mossa debbo ammettere un primo sostegno<br />

e una prima vettura movente, senza che sia trascinata da altri, così dalle cose che quaggiù vedo muoversi<br />

debbo risalire a un Movente primo che tutto muove senza esser mosso da altri.<br />

II a via: le cause efficienti<br />

A prima vista questo argomento sembrerebbe confondersi con quello del moto. C’è invece una<br />

differenza: Nel moto si considera il divenire delle cose, qui invece si considera lo stato permanente in cui<br />

si trovano: uomini, animali, piante, ecc. conservati nel loro stato di essere. Come possono esistere? Hanno<br />

in sé stessi la ragione di esistere, o sono effetto di un’altra causa efficiente, cioè una causa che li ha fatti?<br />

Il ragionamento dimostrativo è parallelo al primo, ma, come abbiamo detto, c’è la differenza<br />

delle cose viste in un concetto statico invece che in un concetto dinamico.<br />

1 - Consta che nel mondo ci sono cause efficienti, l’una subordinata all’altra.<br />

2 - Nessuna causa efficiente subordinata può essere causa di sé stessa.<br />

3 - Ma non si può procedere all’infinito in una serie di cause che di per sé sono subordinate.<br />

4 - Dunque si deve ammettere una prima Causa efficiente incausata, che è l’ultima ragione di<br />

tutte le cause:<br />

ciò che è DIO<br />

SPIEGAZIONE – Nel mondo ci sono cause efficienti l’una subordinata all’altra.<br />

Un uomo esiste perché ha avuto i genitori. Così gli animali. Questi a loro volta sono nati da altri<br />

esseri. Sono tutte cause di altri esseri, ma ciascuna dipende da altre.<br />

Nessuna causa subordinata può essere causa di sé stessa.<br />

Infatti o esisteva già, e allora non aveva bisogno di venir causata (e non sarebbe più causa<br />

subordinata), o non esisteva, e allora doveva ricevere il primo essere da altri.<br />

Ma non si può procedere all’infinito. - Rimandiamo alla spiegazione del paragrafo antecedente,<br />

notando che qui più si appropria l’esempio dell’anello.<br />

Si deve ammettere una causa prima efficiente incausata.<br />

Se non si ammette questa non si potrebbero ammettere nemmeno le cause subordinate, che pure<br />

vediamo. Questa Prima Causa ha in sé stessa la ragione del suo essere e dell’essere di tutte le cause; Essa<br />

non è soggetta ad alcuna causa (nemmeno immanente in sé stessa - come erroneamente disse lo Shell (+<br />

1906), e perciò è l’Atto puro ed eterno.<br />

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