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CIÒ CHE È NECESSARIO PER AMMINISTRARE UN SACRAMENTO<br />

É DI FEDE<br />

che non è richiesta la fede per la valida amministrazione del Battesimo e lo stato di grazia per<br />

qualsiasi Sacramento.<br />

É PROSSIMO ALLA FEDE<br />

che non sia richiesta la fede per la valida amministrazione degli altri Sacramenti, Alcuni pongono<br />

la difficoltà riguardo al Sacramento della Penitenza, perchè chi ha rinnegato la fede, di solito non<br />

l’amministra validamente. Ma la questione della invalidità non nasce dalla potestà di ordine che possiede<br />

il ministro eretico. Si deve ricercare invece nella potestà di giurisdizione che viene ordinariamente tolta<br />

dalla Chiesa a chi sia eretico, e conseguentemente scomunicato. Ma in radice questa potestà resta anche<br />

in lui, tant’è vero che in caso di estrema necessità la Chiesa riconosce valida la sua assoluzione, perchè<br />

appunto, in tal caso, gli dà di nuovo il potere di giurisdizione.<br />

PROVA: A) – L’efficacia dei Sacramenti non proviene dalla virtù del ministro, ma ex operato, cioè<br />

in forza dello stesso Sacramento. Il ministro è causa strumentale e secondaria dei Sacramenti: la causa<br />

principale e meritoria è Gesù stesso di cui il ministro fa le veci ed è la grazia di Gesù che scende<br />

nell’anima.<br />

B) – La Tradizione ha costantemente insegnato così. S. Stefano I condanna i ribattezzanti. S.<br />

Vincenzo di Lirino (Ep. 73,3) sostiene che questo errore è «contro la regola universale della Chiesa». S.<br />

Agostino contro i Donatisti (Tract. 5 in Joan, e altrove), illustra con vari esempi la santità del Sacramento<br />

amministrato anche da un indegno col paragone del seme che fruttifica anche se seminato da mani<br />

sporche; dell’acqua che irriga pur passando per canali o di pietra o di ferro; del sigillo regio che riproduce<br />

la sua effigie sia di ferro che di oro; del medico che cura gli altri anche se malato lui stesso.<br />

Il Conc. di Trento definisce esplicitamente questa verità: «Se alcuno dirà che il ministro il quale si<br />

trova in peccato mortale, purchè abbia osservato tutte le cose essenziali riguardo a fare e a conferire il<br />

Sacramento, non conferisce il Sacramento, sia scomunicato» (D. B. 855). E riguardo al Battesimo: «Se<br />

alcuno dirà che il Battesimo che viene dato dagli eretici, nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito<br />

Santo con l’intenzione di fare ciò che fa la Chiesa non è vero Battesimo, sia scomunicato» (D. B. 860).<br />

Perchè il Sacramento sia amministrato lecitamente oltre chè validamente, è chiaro che il ministro<br />

deve avere oltre la fede, lo stato di grazia. Egli tratta una cosa sacra e se è in peccato commette una<br />

profanazione di cosa sacra, e cioè un sacrilegio.<br />

LE CERIMONIE<br />

Oltre le parti essenziali, e cioè la materia e la forma, ogni Sacramento ha per la sua<br />

amministrazione diversi riti e cerimonie istituite dalla Chiesa.<br />

La Chiesa ne ha ricevuto la potestà da Gesù Cristo e ve le ha poste perchè i fedeli ne ricevano un<br />

più largo frutto spirituale e comprendano meglio il significato del Sacramento attraverso le cerimonie, le<br />

preghiere, gli insegnamenti e i simboli visibili, Inoltre con questi riti il Sacramento stesso è circondato di<br />

maggiore venerazione e amministrato con maggiore riverenza. Perciò debbono essere osservate<br />

fedelmente, senza mutazioni o mutilazioni.<br />

Tutti questi insegnamenti sono compendiati in un canone del Conc. di Trento (D. B. 856): «Se<br />

alcuno dirà che i riti della Chiesa Cattolica accettati ed approvati, soliti ad usarsi nella solenne<br />

amministrazione dei Sacramenti si possono o disprezzare o omettersi a piacere dai ministri senza peccato<br />

o cambiarsi da qualunque pastore della Chiesa, sia scomunicato».<br />

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