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CAPITOLO QUARTO<br />

NECESSITÀ E FINE DELLA INCARNAZIONE<br />

L’Incarnazione del Verbo è stata necessaria oppure solo conveniente?<br />

Se Adamo non avesse peccato ci sarebbe stata ugualmente? A queste due domante risponderemo<br />

coi due articoli in cui dividiamo il presente capitolo e cioè:<br />

1 - NECESSITÀ DELLA INCARNAZIONE<br />

2 - IL FINE DELLA INCARNAZIONE<br />

NECESSITÀ DELLA INCARNAZIONE<br />

I Teologi si pongono la domanda: se la Incarnazione e per essa la Redenzione, di cui parleremo in<br />

seguito, sia stata necessaria di necessità assoluta o di necessità ipotetica e relativa 1 .<br />

Rispondono senz’altro affermativamente per una necessità assoluta coloro i cui ERRORI abbiamo<br />

già visto quando propugnano la necessità della creazione. Eckart e Wicleff ne sostengono la necessità<br />

fisica; gli Ottimisti (Malebranche, Leibniz) dicendo che Dio deve creare ogni cosa ottimamente in modo<br />

assoluto, sostengono la necessità metafisica della Incarnazione, come coronamento necessario di tutta la<br />

creazione.<br />

Si aggiungono poi coloro che propugnano una necessità ipotetica come Gunter il quale dice, che<br />

supposto il peccato, Dio era obbligato a dare una riparazione coll’Incarnazione.<br />

A tutti costoro rispondiamo con le seguenti:<br />

TESI I - La necessità della Incarnazione non è assoluta, ma solo conveniente, anche supposta la<br />

volontà divina di riparare il genere umano.<br />

É TEOLOGICAMENTE CERTO<br />

PROVA - L’Incarnazione non fu necessaria in modo assoluto anche dopo il peccato originale: Dio<br />

avrebbe potuto distruggere il genere umano o ridurlo all’ordine naturale. Così pure non era assolutamente<br />

necessaria anche data l’ipotesi che Dio avesse voluto una riparazione, perchè avrebbe potuto riparare in<br />

altro modo, sia, 1) condonando gratuitamente, che 2) esigendo una riparazione imperfetta da ciascun<br />

uomo, come 3) affidando ad un semplice uomo, adorno di speciali grazie e virtù, il compito di soddisfare<br />

imperfettamente per tutti.<br />

Questa imperfezione di riparazione dice la convenienza della Incarnazione per riparare in modo<br />

perfetto, ma non la necessità assoluta, che Dio poteva condonare senza esigere tale riparazione.<br />

A) – La Scrittura fa vedere sempre la Incarnazione come un dono gratuito di Dio, non come una<br />

necessità. «Così Dio ha amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito» (Gv. 3,16). «Giustificati gratis per<br />

la grazia di Lui, per la Redenzione che è in Cristo Gesù» (Rom. 3,24). «Dio, che è ricco nella misericordia,<br />

per la sua immensa carità con cui ci ha amato, ci ha vivificato nel Cristo» (Ef. 2,4).<br />

B) - I Padri. S. Atanasio (Or. 2 c. Arian) dice: «Avrebbe potuto, anche se non fosse venuto mai il<br />

Cristo, soltanto parlare Dio, e sciogliere la maledizione».<br />

S. Epifanio (Ad Haer. 69,52) dice che il Verbo si è incarnato: «per l’abbondante amore verso gli<br />

uomini spinto non da necessità ma da volontario disegno».<br />

S. Agostino (De agone christiano 11,12) dopo aver posto la domanda di alcuni, che definisce stolti,<br />

se Dio non poteva liberare gli uomini, se non incarnandosi, risponde: «Lo avrebbe potuto assolutamente».<br />

E non continuiamo con le altre numerose affermazioni dei Padri.<br />

C) - ragione teologica. Dio è libero in tutte le sue operazioni «ad extra» come abbiamo dimostrato<br />

nel trattato «Dio Uno».<br />

Supposto il peccato originale Dio, senza nessuna ingiustizia, poteva lasciare l’uomo nella<br />

condizione in cui per sua colpa si era messo, e l’uomo non aveva diritto a nessuna riparazione.<br />

Dio avrebbe ancora potuto riparare in altri modi, come abbiamo detto sopra.<br />

1 Ipotetica, cioè se nella ipotesi che l’uomo avesse peccato, Dio fosse stato obbligato a operare la riparazione del genere<br />

umano mediante l’Incarnazione. Relativa cioè se oltre alla ipotesi del peccato, vi fosse anche una precisa volontà di Dio, per cui<br />

volesse riparare con una riparazione equivalente.

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