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254<br />

UFFICI DI MARIA<br />

B) - La sua offerta sul Calvario. Qui viene associata all’opera redentiva coi suoi dolori secondo la<br />

profezia di Simeone «la tua stessa anima sarà trafitta dalla spada» (Lc. 2,35). Ancora volontariamente<br />

stando ai piedi della Croce rinnova il suo consenso e la sua offerta, perchè il Figlio si immoli per la<br />

Redenzione degli uomini, e insieme offre sè stessa, come vittima unita e dipendente dal Cristo, per la<br />

nostra salvezza.<br />

C) - La Tradizione, si collega a questi due concetti. S. Ireneo (Adv. Haer, 3,22,4) dice che come<br />

Eva «disobbedendo si è fatta per sè e per tutto il genere umano causa di morte, così Maria.., obbedendo<br />

si è fatta per sè e per tutto il genere umano causa di salvezza».<br />

S. Agostino (De agone Christiano, 122,24) argomenta che come per causa di una donna era venuta<br />

la morte, così per una donna la vita «affinchè da tutte e due le nature, femminile e maschile il diavolo<br />

fosse tormentato, vinto».<br />

S. Girolamo (De Cust. Virg. 208,4) dice: «la morte per Eva, la vita per Maria».<br />

D) - I recanti documenti pontifici: S. Pio X nella Encicl. citata afferma che «l’ufficio di Maria fu<br />

di custodire l’Ostia, di nutrirla, di porla sull’altare»; e dopo aver notato di non voler attribuire affatto a<br />

Maria la potenza di «produrre una grazia soprannaturale, ciò che appartiene solo a Dio» conclude:<br />

«tuttavia Essa, poiché è al di sopra di tutti nella grazia e nella congiunzione a Cristo e da Cristo scelta<br />

nell’opera della salvezza umana, ci merita «de congruo»… ciò che il Cristo ci meritò «de condigno».<br />

Benedetto XV (22 marzo 1918) più chiaramente dice: «Così col Figlio paziente e moriente, Ella patì e<br />

quasi morì; quanto era da Lei immolò il Figlio così che può dirsi giustamente che redense col Cristo il<br />

genere umano».<br />

CONCLUDENDO: Alcuni Teologi, fra cui la Scuola di Lovanio, dicono che Maria è «concausa» della<br />

Redenzione e cioè prese parte attiva e immediata all’atto redentivo, logicamente come causa secondaria<br />

dipendente e de congruo.<br />

Molti altri si oppongono a questa sentenza pensando che essendo Cristo «l’unico Mediatore» ed<br />

avendo operato una Redenzione sovrabbondante, ne resta l’unica e assoluta causa.<br />

Ci sembra però che la sentenza della Scuola di Lovanio possa conciliarsi in questo punto. La<br />

cooperazione di Maria non è un complemento quasi ché la Redenzione mancasse di qualche cosa, ma una<br />

«accettazione» della bontà infinita del Signore, il Quale elevando una creatura alla infinita dignità di<br />

Madre di Dio, come per Lei ci ha dato il Verbo così ha voluto aggiungere Lei come causa secondaria e<br />

dipendente «de congruo» alla soddisfazione e al merito «de condigno» già equivalenti e sovrabbondanti<br />

del Figlio.<br />

Le due sentenze<br />

Per capire meglio queste due sentenze, è bene vedere alcune distinzioni:<br />

La Redenzione, cioè la liberazione dell’uomo dalla schiavitù del peccato, per mezzo del Sacrificio<br />

dell’Uomo-Dio, unico Mediatore e Redentore tra Dio e gli uomini, si suoi dividere in Redenzione oggettiva<br />

e soggettiva.<br />

Accanto a Cristo Mediatore e Redentore, si colloca Maria, Mediatrice e Corredentrice, per quella<br />

cooperazione che Essa ha dato al Figlio nel riscatto del genere umano.<br />

Ma quale posto Essa precisamente occupa in questa Cooperazione alla Redenzione?<br />

È fuori di qualunque discussione che in senso principale ed assoluto unico Mediatore e Redentore è<br />

Gesù. Maria è Mediatrice e Corredentrice in senso secondario e subordinato al Cristo; però di fronte a<br />

tutte le altre creature è stata scelta da Dio come «alma Socia del Redentore» in un senso distinto e unico<br />

come non si riscontra in nessun’altra creatura.<br />

Già per questo Maria si trova in un ordine tutto suo particolare distinto da quello di Cristo, ma<br />

distinto ancora da quello di qualsiasi creatura.<br />

Ma continuiamo nell’esame delle distinzioni:<br />

La cooperazione che una creatura può dare alla Redenzione si divide in impropriamente detta,<br />

come quella data da S. Gai seppe, dagli Apostoli, da tutti i membri di Cristo, che lavorano, pregano,<br />

offrono, per la salvezza delle anime; e propriamente detta che è la cooperazione data unicamente da<br />

Maria.<br />

Fin qui tutti i Teologi si trovano d’accordo. Ma vi è un’ultima distinzione in cui si dividono le due<br />

sentenze.<br />

La cooperazione di Maria alla Redenzione oggettiva si distingue in remota o indiretta e materiale,<br />

oppure prossima, diretta e formale.<br />

La prima sentenza dice una partecipazione lontana alla Redenzione oggettiva del Cristo 1 .<br />

1 Non tanto però quanto vogliono i protestanti i quali pongono Maria nella stessa linea degli antenati di Cristo, colla sola<br />

differenza che essa coopera più da vicino di loro, in quanto Madre.

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