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ATTRIBUTI OPERATIVI<br />

distributiva, che è quella con cui il capo di una comunità distribuisce uffici e doveri, premi e pene. In Dio<br />

c’è questa giustizia, sia nel dare una ricompensa, (giustizia rimunerativa), sia nel dare castighi (giustizia<br />

vendicativa).<br />

PROVA: A) - dalla Scrittura. «Giusto .sei Signore, e retto è il tuo giudizio» (Sal. 118, 137).<br />

La vediamo esercitata in pratica nella condanna di Adamo e di Eva, di Caino, dell’umanità col diluvio, di<br />

Sodoma e Gomorra.<br />

Gesù dice che Dio è giusto rimuneratore dei buoni e dei cattivi, che sanzionerà anche ciò che è<br />

stato fatto nel segreto (Mt. 5, 7). Nel giudizio «A ciascuno sarà reso secondo le sue opere» (Mt. 16, 27 e<br />

25, 31-46).<br />

La giustizia e la bontà di Dio non si contraddicono, tanto che Gesù prega: «Padre giusto» (Gv. 17,<br />

25).<br />

S. Paolo parla della «corona di giustizia che mi darà Dio giusto giudice» (2 Tim. 4, 8).<br />

B) - dalla Ragione. Dio essendo essenzialmente buono, ama il bene e odia il male; non può<br />

lasciare perciò il bene senza premio e il male senza castigo.<br />

L’ONNIPOTENZA<br />

POTENZA si può intendere in due modi: passiva e attiva:<br />

1) - passiva, in quanto è capacità di ricevere da altri che agisce;<br />

2) - attiva, in quanto è principio di agire o di produrre qualche effetto.<br />

Quando si parla di potenza di Dio è logico che non si può intendere quella passiva che include<br />

imperfezione e perciò è contro l’atto puro, ma si intende quella attiva, che esiste in Dio in grado infinito,<br />

perché l’operare segue l’essere. «L’intelletto e la volontà in Dio, non sono come potenze, ma soltanto<br />

come azioni» (C. Gent. 2, 10).<br />

Nel nostro modo di conoscere, la conoscenza e la volontà sono puramente immanenti. In Dio, la<br />

potenza è pure principio immanente ma un principio degli effetti che si trovano al di fuori di Dio. Quindi è<br />

un principio formalmente immanente e virtualmente transeunte (Cfr. 287).<br />

TESI - Dio è onnipotente: infatti può fare tutto ciò che vuole.<br />

É DI FEDE<br />

dai vari Simboli: «Credo in Dio Padre onnipotente» e dal Conc. Vaticano I «uno è Dio, vero e<br />

vivo…, onnipotente» (D. B. 1782).<br />

PROVA: A) - dalla Scrittura. Nel V. Testamento in 70 passi Dio è detto onnipotente, fino dal<br />

Genesi (17, 2): «Io, Dio onnipotente». «La sua potenza è eterna» (Dt. 4, 31). Ne sono conferma la<br />

creazione e tutti i miracoli che Dio opera. Gesù alla domanda di chi si salverà se è cosa difficile ai ricchi di<br />

entrare in paradiso, risponde: «Per gli uomini ciò è impossibile, ma a Dio tutto è possibile» (Mt. 19, 25<br />

s.).<br />

Nella sua agonia pure dice: «Padre, tutto ti è possibile» (Mc. 14, 36).<br />

B) - dalla Tradizione<br />

1) - I Padri insistono su questo concetto parlando della creazione. S. Teofilo pensa che il nome di<br />

Dio derivi dalla sua Onnipotenza (Ad Autol. 1, 4). S. Agostino (De symb.) «Dio è Dio per la potenza».<br />

2) - La Liturgia ripete a ogni passo la parola «Dio onnipotente». Basta leggere le Orazioni della<br />

Messa.<br />

C) - dalla Ragione. Quanto più un essere è in atto, tanto più ha la potenza attiva. Dio è infinito<br />

nell’atto e perciò ha una potenza infinita.<br />

DIFFICOLTÀ - Se Dio può fare tutto ciò che vuole, può fare anche il male?<br />

No, perché non può volerlo essendo bontà infinita.<br />

A prima vista, questo non poter fare il male, sembrerebbe una limitazione alla potenza di Dio, ma<br />

se si riflette a fondo si vede ché la limitazione ci sarebbe invece nel poterlo fare. Infatti il male è il non<br />

essere del bene. Se Dio potesse fare il male, avrebbe limitato il suo Essere da questa mancanza di bene,<br />

Egli che è l’Essere sussistente. Perciò in Dio è possibile ciò che ha la ragione di essere.<br />

Così come il male in senso assoluto, anche le cose contraddittorie, che sono piuttosto un non ente,<br />

Dio non può farle.<br />

Per esempio: ripugna che una cosa sia e non sia nello stesso tempo e sotto gli stessi aspetti:<br />

ripugna che ciò che è stato fatto, non sia stato fatto; come se Tizio ha commesso un peccato, non può<br />

essere che non lo abbia commesso. La contraddizione ripugna all’Essere perfettissimo che è Dio e quindi<br />

non può farla non per limitazione sua, ma per imperfezione dell’oggetto. (Cfr. S. Th. I, q. 25 a. 3 e 4).<br />

ALCUNE DIVISIONI - I teologi distinguono fra potenza ordinata e cioè quella che riguarda l’ordine<br />

che Dio ha scelto, e potenza assoluta cioè quella che riguarda l’ordine che avrebbe potuto scegliere.<br />

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