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46<br />
LE CREDENZIALI DELLA RIVELAZIONE CRISTIANA<br />
6 - IN TESTIMONIANZA DI GESÙ: Gli Angeli a Betlem (Lc. 2,13); La stella ai Magi (Mt. 2,2 s.); La<br />
colomba e la voce del Padre al Giordano (Mt. 28,19; Mc. 16,16; Gv. 3,5); La nube e la voce del Padre alla<br />
trasfigurazione (Mt. 17,1; Me. 9,2; Lc. 9,28); Il sole oscurato, il terremoto, il velo del tempio si<br />
spezza alla morte di Gesù (Mt. 27,45 ss.).<br />
I Miracoli sono segni certissimi della sua testimonianza<br />
Essi sono:<br />
A) - Veri storicamente. Il valore storico del Vangelo che abbiamo già dimostrato ci dà la certezza<br />
della verità degli avvenimenti prodigiosi che in esso sono narrati. Anzi, questi avvengono in tali<br />
circostanze, che ce ne confermano ancor più oggi, se ce ne fosse bisogno, l’esattezza.<br />
a) - Essi vengono operati pubblicamente e non in segreto; di fronte ad amici e nemici, che<br />
avrebbero potuto negare il fatto se non fosse realmente avvenuto, quando dopo poco tempo se ne fosse<br />
parlato. Eppure non hanno questa possibilità di smentita. Già nel giorno di Pentecoste, e cioè appena<br />
cinquanta giorni dopo la Risurrezione di Gesù, Pietro rimprovera pubblicamente agli Ebrei il loro deicidio,<br />
dicendo chiaramente che sapevano dei prodigi e delle opere portentose che Gesù aveva fatto in mezzo a<br />
loro (Cfr. Atti degli Apostoli 2). Gli stessi Farisei non osano negarli; se mai li attribuiscono al demonio (Mt.<br />
12).<br />
b) - Le circostanze che li accompagnano e la semplicità con cui vengono narrati, ci fanno ancor<br />
meglio vedere la loro veridicità.<br />
Per esempio, nella moltiplicazione dei pani e dei pesci viene indicato il numero delle ceste riempite nella<br />
raccolta degli avanzi; nella risurrezione di Lazzaro si citano i particolari della chiamata per la sua<br />
malattia, l’incontro e le parole con le sorelle, il viaggio al sepolcro, le lacrime di Gesù, il cadavere<br />
fasciato, la preghiera ed il fremito, la voce forte, la pietra ribaltata.<br />
B) - Sono veri miracoli. Abbiamo dato la definizione di miracolo (pag. 49). I miracoli di Gesù,<br />
narratici dal Vangelo rispondono esattamente a queste definizione. Infatti vi si riscontra un:<br />
a) segno sensibile: ci sono i testimoni (a volte numerosissimi), che hanno constatato questo segno.<br />
Hanno veduto, ad esempio, che in Cana di Galilea, quella che prima era acqua è cambiata in vino, che i<br />
pani si sono moltiplicati, che coloro che prima erano infermi o infelici, sono guariti, che i morti vengono<br />
risuscitati. Lazzaro era già in putrefazione, dopo quattro giorni dalla sua morte.<br />
b) - straordinario. Ogni miracolo che ci narra il Vangelo porta in sé questo segno di<br />
straordinarietà: supera le forze della natura: è impossibile alle forze naturali cambiare l’acqua in vino, far<br />
rivivere un morto, sedare una tempesta, Si noti inoltre il modo e i mezzi che Gesù usa per operare tali<br />
fatti. Una parola, un comando, e immediatamente avviene il prodigio. A volte il miracolo avviene a<br />
distanza, come la guarigione del servo dell’ufficiale. Il giorno dopo, quando l’ufficiale incontra il servo,<br />
viene a sapere che la febbre lo aveva lasciato in quella medesima ora in cui il giorno innanzi lo aveva<br />
comandato Gesù. Altre volte il prodigio avviene con mezzi non solo inadatti, ma completamente contrari,<br />
come la guarigione del cieco avvenuta dopo avergli posato del fango negli occhi.<br />
Né si parli di frode o di suggestione, come hanno detto Reimar e Renan. Non si suggestiona un cadavere<br />
putrefatto, né un uomo può fingersi morto, chiuso da quattro giorni nel sepolcro ed involto nei lenzuoli da<br />
capo a piedi, con in più gli unguenti della imbalsamazione, che lo avrebbero soffocato, se fosse stato vivo.<br />
Non si suggestionano le onde e i venti, o i pesci che vengono pescati prodigiosamente in un momento, fino<br />
a mettere in pericolo la barca per il loro peso, mentre gli apostoli non avevano preso niente col lavoro di<br />
un’intera nottata.<br />
c) - divino. Trascendendo questi fatti le forze della natura, è necessario ricorrere all’intervento di<br />
Dio. Solo Dio può risuscitare un morto, dare la vista a un cieco, l’immediata guarigione a un lebbroso.<br />
Gesù stesso mostra questi miracoli come prova della sua dottrina, che viene da Dio. «Le opere che faccio<br />
in nome del Padre mio mi rendono testimonianza… Se non faccio le opere del Padre mio non credetemi,<br />
ma se le faccio e voi non credete in me, credete in queste opere affinché sappiate e conosciate che il<br />
Padre è in me e che io sono nel Padre» (Gv. 10,25,37,38).<br />
Dunque questi miracoli sono il segno certissimo che Gesù è inviato da Dio. Sono i fatti che parlano.