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IL DOGMA<br />
Fede Ecclesiastica<br />
Non ogni definizione della Chiesa è dogma di fede. Tra gli elementi essenziali del dogma c’è,<br />
come abbiamo visto, che quella verità è contenuta nella Rivelazione. Quando la Chiesa canonizza un<br />
Santo, quando stabilisce leggi liturgiche, quando definisce una conclusione teologica come semplicemente<br />
vera non dichiara che ciò è contenuto nella Rivelazione.<br />
É certo che la Chiesa è infallibile anche nel dare queste definizioni: però definisce queste verità<br />
come vere, non come contenute nel deposito della Rivelazione. Per questo tali verità non Costituiscono un<br />
dogma. Non bisogna infatti confondere la ispirazione che hanno avuto gli Scrittori Sacri nello scrivere i<br />
libri della divina Scrittura, con l’assistenza che ha la Chiesa quando propone qualche cosa a credere. Per<br />
questa assistenza dello Spirito Santo la Chiesa è infallibile, ma non viene a proporci una nuova<br />
Rivelazione, (la quale si chiude con la morte dell’ultimo apostolo). Essa ci propone queste verità come<br />
infallibilmente vere, non in quanto contenute nella Rivelazione, ma in quanto connesse alla Rivelazione.<br />
Tale fede sì suoi chiamare: fede ecclesiastica, o anche: fede semplicemente cattolica. Essa si definisce:<br />
l’assenso dato, per l’infallibile autorità della Chiesa, a quelle verità che, quantunque non rivelate,<br />
sono annesse colla Rivelazione.<br />
Qualificazioni Teologiche<br />
Da quanto abbiamo detto si vede che diverse verità vengono proposte al nostro assenso con una<br />
origine diversa, perciò vengono qualificate o come rivelate divinamente senza una definizione esplicita<br />
della Chiesa (fede divina), o come rivelate e proposteci dalla Chiesa in quanto tali (fede divinocattolica),<br />
o come infallibilmente vere anche se non contenute nella Rivelazione (fede ecclesiastica o<br />
semplicemente cattolica).<br />
Una qualificazione teologica successiva a queste si ha quando per consenso quasi unanime, una<br />
verità si ritiene rivelata e perciò si dice prossima alla fede.<br />
Altre verità vengono proposte dai teologi, che a volte tutti son concordi nella stessa<br />
interpretazione, a volte contrastanti. A chi non è a conoscenza della scienza teologica, tali opinioni<br />
diverse potrebbero portare un senso di incertezza e di smarrimento: chi, invece, considera questo fatto<br />
profondamente, vi ammira la sapienza della Chiesa, che nei punti in cui ancora non si è pronunciata nel<br />
suo magistero, lascia libero campo agli studiosi di indagare e approfondire. Così attraverso le indagini<br />
delle diverse scuole ha un elemento umano di prudenza e di studio, prima di pronunziare la sua parola<br />
infallibile per l’assistenza dello Spirito Santo. Quando però la Chiesa si pronunzia, anche senza usare il<br />
carisma della sua infallibilità, le sentenze dei teologi pur essendo in opposizione cadono, e quella verità<br />
viene ad appartenere alla dottrina cattolica, come vi appartengono tutte le dottrine anche non proposte<br />
formalmente e categoricamente come parola di Dio, ma tuttavia espressamente e autenticamente<br />
insegnate, come spesso avviene nelle Encicliche Papali.<br />
Pio XII, nella Enciclica Humani generis, dichiara: «Che se poi i Sommi Pontefici nei loro atti<br />
emanano di proposito una sentenza in materia finora controverso, è evidente per tutti che tale<br />
questione, secondo in volontà e l’intenzione degli stessi Pontefici, non può più costituire oggetto di<br />
libera discussione per i teologi».<br />
Abbiamo spiegato, parlando delle conclusioni teologiche, che cosa significa l’altra qualificazione:<br />
teologicamente certa per le verità dedotte da una proposizione rivelata e da un’altra certa per un’altra<br />
fonte. Dalla negazione dì queste ne seguirebbe la negazione di verità rivelate. Assai simile a questa, è la<br />
qualificazione dottrina comune, detta anche: moralmente certa, che si ha quando tutte le scuole<br />
convengono nella stessa interpretazione di una sentenza (per esempio che l’integrità data all’uomo in<br />
principio sia un dono non dovuto).<br />
Infine le qualificazioni: sicura, il cui contrario non può essere insegnato, come ciò che è contenuto<br />
nei decreti dottrinali delle Congregazioni romane, (per esempio i decreti della Commissione biblica per la<br />
interpretazione del Genesi); più comune o comunissima, quando da quasi tutti si segue quella sentenza.<br />
Per esempio la remissione dei peccati per la stessa infusione della grazia; (notare che questa<br />
qualificazione è meno che quella comune, dove si ha l’adesione di tutti, mentre quella più comune ne ha<br />
di fronte una meno comune); più probabile o probabile, a seconda clic vi siano solidi argomenti, che, pur<br />
non escludendo assolutamente il contrario, danno motivo sufficiente per aderirvi (sentenza probabile) o<br />
per preferirla all’opposta (sentenza più probabile).<br />
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