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166<br />

ATTRIBUTI OPERATIVI<br />

LA BEATITUDINE DI DIO<br />

La Beatitudine, se si considera nelle creature si può definire con Boezio (De consolatione philos.<br />

3): «Stato perfetto nella aggregazione di tutti i beni».<br />

Ma in Dio non c’è aggregazione o composizione, per cui S. Tommaso (S. Th. 1 q. 26 a. 1) la<br />

definisce «Il bene perfetto della natura intellettuale».<br />

Quindi secondo S. Tommaso, la beatitudine è essenzialmente nell’atto dell’intelletto. Scoto<br />

invece la pone nell’atto della volontà ossia dell’amore; S. Bonaventura nell’atto dell’intelletto e della<br />

volontà. In qualunque modo si interpretino queste sentenze si deve però dire che la beatitudine si trova<br />

prima nella cognizione e secondariamente nella volontà, perchè niente è voluto che non sia conosciuto.<br />

Il Conc. Vaticano I (D. B. 1782) dichiara che «Dio è in Sé e per Sé beatissimo».<br />

Infatti Dio è Somma Intelligenza, Sommo Bene, Somma Perfezione. Quindi conosce perfettamente<br />

Se stesso infinita Verità e fruisce perfettamente di Se stesso, infinita Bontà. Dunque è sommamente<br />

Beato.<br />

Dio partecipa a noi la sua Beatitudine. Oggetto del nostro intelletto è la Verità e della nostra<br />

volontà è il Bene. Dio è Somma Verità e Sommo Bene e perciò Lui solo può saziare a pieno il nostro<br />

intelletto e la nostra volontà. Dio, dunque, è la nostra suprema beatitudine. È chiaro che questa<br />

beatitudine o perfetta felicità, essendoci partecipata viene ricevuta da ciascuno in gradi differenti,<br />

secondo il lume di gloria, mentre Dio la possiede infinitamente.<br />

Dobbiamo concludere che dobbiamo cercare unicamente Dio, come la nostra suprema beatitudine,<br />

che solo può appagare pienamente tutte le nostre aspirazioni. Le cose create ci debbono servire solo in<br />

quanto ci conducono a Lui. Quando queste ci sono di ostacolo, perchè ingannati dai sensi cerchiamo in<br />

loro, così limitate, la nostra felicità, ricordiamoci della celebre frase di S. Agostino nelle Confessioni:<br />

«Signore, ci hai fatti per Te, ed è inquieto il nostro cuore, finché in Te non riposi».

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