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CAPITOLO TERZO<br />
EFFETTI DEI SACRAMENTI<br />
Nella definizione, in principio abbiamo detto che il Sacramento è un «segno.., della grazia».<br />
In qual modo? - Di che specie? - In quale grado ce la dà?<br />
Sono le domande cui risponderemo qui.<br />
IN CHE MODO IL SACRAMENTO CONFERISCE LA GRAZIA<br />
I Donatisti risposero che la dava secondo i meriti del ministro.<br />
Lutero: che secondo la fiducia del soggetto veniva o no imputata a lui la giustizia, cioè, in<br />
proporzione dei meriti di chi opera (ex opere operantis).<br />
Contro costoro poniamo la seguente:<br />
TESI - I Sacramenti sono causa strumentale della grazia e cioè a tutti quelli che non vi pongono<br />
ostacolo conferiscono la grazia «ex opere operato».<br />
É DI FEDE<br />
dal Conc. di Trento (D. 13. 849) il quale definisce che contengono la grazia e la conferiscono a chi<br />
non vi pone un «obice» (ostacolo) «ex opere operato» (D. B. 851).<br />
SPIEGAZIONE - La parola tecnica «ex opere operato» significa che contengono in sè la grazia che<br />
conferiscono. Questa proviene da Dio (causa principale della grazia) per Gesù Cristo (causa meritoria) il<br />
quale si serve dei Sacramenti come causa strumentale.<br />
Dunque i Sacramenti contengono in sè la grazia che dànno e non è per i meriti e le disposizioni<br />
dell’operante (ex opere operantis), sia il ministro, sia il soggetto del Sacramento.<br />
Il Concilio definisce però che per parte dell’operante non deve essere opposto un obice, cioè degli<br />
ostacoli, ma si richiedono delle previe condizioni, le quali però non sono le cause strumentali della grazia,<br />
quantunque veramente influiscano nella maggiore o minore recezione di grazia come è espressamente<br />
dichiarato per il Battesimo, che conferisce la grazia «secondo la propria disposizione e cooperazione di<br />
ciascuno» (Conc. di Trento Sess. 6 c. 7).<br />
Per cui: chi riceve lo stesso Sacramento con uguali disposizioni riceve uguale grazia; con<br />
differenti disposizioni, differente grado di grazia e questo di per sè, salvo che Dio per sua misericordia<br />
voglia distribuire differentemente 1 . Per intender meglio portiamo un esempio materiale: Se uno versa un<br />
liquido in un recipiente, non è questo la causa di riempirsi. Se al recipiente pongo un ostacolo, il liquido<br />
non potrà entrare. Se non è tutto vuoto, ne entrerà di meno; se sarà libero da ogni ostacolo potrà avere<br />
completa capienza.<br />
PROVA: A) - dalla Scrittura. Anche qui accenniamo solo ad alcune prove, vedendole poi<br />
singolarmente a ciascun Sacramento. Di alcuni essa mostra che infondono la grazia mediante il segno. Per<br />
entrare nel regno di Dio è necessario essere rigenerati «dall’acqua e dallo Spirito Santo» (Gv. 3,5). Causa<br />
della rigenerazione non è solo lo Spirito Santo, ma anche l’acqua, come causa strumentale. «Dio Padre ci<br />
ha fatto salvi per il lavacro della rigenerazione» (Tit. 3,5).<br />
Nella Cresima si riceve lo Spirito Santo per la imposizione delle mani: «Imponevano le mani su di<br />
loro e ricevevano lo Spirito Santo» (Atti 8,17).<br />
Così il Sacerdozio (2 Tim. 1,6).<br />
B) - dalla Tradizione. S. Giovanni Crisostomo (Hom. 58 in Joa.) dice che «per acqua sono<br />
rigenerati, per il sangue e la carne, nutriti».<br />
1<br />
I Teologi, sottilizzando la questione, si domandano quale sia la causalità ossia il modo col quale i Sacramenti sono<br />
strumento della grazia.<br />
Alcuni come il VITTORIA, VASQUEZ, LUGO, ecc. spiegano con una causalità morale in quanto i Sacramenti sarebbero causa<br />
strumentale morale soltanto e così con l’influsso dato da Dio conferirebbero all’anima la grazia. Altri come BILLOT, DELLA TAILLE,<br />
VON NOORT ammettono una causalità intenzionale e cioè come una disposizione di cognizione pratica che esige la grazia.<br />
La sentenza più probabile e che ci sembra concordi meglio colle definizioni della Chiesa, è quella dei TOMISTI che sostiene<br />
la causalità fisica della grazia e cioè che i sacramenti producono la grazia strumentale, sono come i canali per i quali passa la grazia<br />
dell’anima nostra, non solo moralmente o intenzionalmente, ma fisicamente e realmente.