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CHE COS’È LA TEOLOGIA<br />
Oltre al nome di scienza perciò, S. Tommaso le dà quello di sapienza (S. Th. 1, 1 a. 4) che dice la più alta<br />
cognizione delle cause supreme delle cose. Infatti fa giungere l’uomo ad altezze di conoscenza dove la<br />
sola ragione non può arrivare.<br />
La Teologia è ancora la più nobile delle scienze per l’oggetto che considera: Dio; e per ragione del<br />
fine, in quanto tende a condurci a Lui, nostra felicità eterna.<br />
Tratta di Dio e delle creature in quanto si riferiscono a Dio.<br />
Queste parole indicano l’oggetto materiale 1 della Teologia, in quante tutte le cose, che si trattano nella<br />
Teologia, o sono Dio stesso, o si riferiscono a Lui. Trattando di Dio e delle creature non viene impedita<br />
l’unità della scienza, quasi che si avessero due oggetti diversi, perchè come dice S. Tommaso (S. Th. 1, I,<br />
a. 3, ad I): «La dottrina sacra non determina di Dio e delle creature alla pari, ma principalmente di Dio, e<br />
delle creature in quanta si riferiscono a Dio, come principio e fine». E ancora: (S. Th. 1, la 7) «Nella sacra<br />
dottrina tutte le cose vengono trattate in rapporto a Dio, o perchè sono Dio stesso, o perchè hanno<br />
ordine a Dio come a principio e fine. Per cui ne segue che Dio è veramente l’oggetto di questa scienza».<br />
Se ne può dunque concludere che Dio è l’oggetto principale della Teologia; le Creature, l’oggetto<br />
secondario, in quanto vengono da Dio e si riferiscono a Lui.<br />
I Teologi moderni hanno di nuovo riaperto la questione Cristocentrica, secondo un metodo seguito<br />
da molti Padri, fra cui S. Giovanni Crisostomo, S. Agostino, e da alcuni teologi dell’alto medio evo come<br />
Roberto di Melun e Roberto Grossatesta. Questi ultimi ponevano come oggetto della Teologia il Cristo.<br />
Così oggi E. Mersch «Théologie du Corp mistyque» (voi. I . Lovanio 1933) e in Italia la scuola della<br />
Università Cattolica di Milano con Grazioso Ceriani «La Persona di Cristo» (Cavalieri - Como 1940, pagg.<br />
54.60) e Francesco Olgiati «Sillabario della Teologia Dogmatica» (Vita e Pensiero - Milano 1952).<br />
Questa sentenza non discorda affatto da quella dell’Angelico. Avvicinando la tesi di S. Tommaso a<br />
quella degli antichi si vede come la Via per andare a Dio sia Colui, che Dio ha mandato: Gesù Cristo. La<br />
sua Luce si riflette su ogni punto della Verità teologica, che diventa così la nostra Vita. Del resto tutta la<br />
dottrina di S. Paolo, così meravigliosamente illustrata nella Enciclica «Mystici Corporis Christi» (Pio XII 29<br />
giugno 1943) ci porta a questo concetto, specialmente nelle parole (Corinti 1, 22.23) «Tutto è vostro, ma<br />
voi siete di Cristo e Cristo è di Dio». E S. Tommaso (S. Th. 1, 2) dice: «Cristo, in quanto uomo, ci è la via<br />
per tendere a Dio».<br />
Per mezzo della Rivelazione e della Ragione. Queste parole in dicano l’oggetto formale cioè<br />
l’aspetto particolare sotto cui la cosa viene studiata. 2<br />
Uno stesso oggetto, o anche oggetti materiali diversi possono essere studiati sotto un unico<br />
aspetto formale. Così studio, ad esempio, l’uomo sotto l’aspetto delle sue relazioni con gli altri individui,<br />
ed ho la scienza sociale; lo studio nelle diverse parti che compongono il suo organismo, ed avrò<br />
l’anatomia. Studio l’uomo, il cavallo, il fiore negli elementi che li compongono, ed avrò la chimica. Se<br />
tutte queste cose le considero sotto l’aspetto del colore, tutte convengono nell’aspetto formale di<br />
oggetto colorato. (cfr. S. Th. 1. 1a. 3).<br />
Così posso considerare le stesse cose, secondo le loro dimensioni, ed ecco la scienza geometrica; e<br />
così di seguito.<br />
Quest’unità di oggetto formale mi dà l’unità della scienza.<br />
Ora io posso studiare Dio secondo il lume della ragione, ed ho, come abbiamo detto, la Teologia<br />
naturale; io studio in quanto si manifesta nella luce della Rivelazione, e dati questi principi rivelati, con la<br />
ragione ne deduco le conseguenze, ed ho la Teologia soprannaturale.<br />
1 Materiale intendi non nel senso comune della parola, ché Dio non è materia, ma purissimo spirito, ma in senso filosofico<br />
cioè la cosa di cui si tratta, la materia di cui si tratta. Materiale qui si dice, non in quanto si oppone a spirituale, ma in quanto sì<br />
oppone a formale e in tal senso si indica la realtà (sia spirituale che corporea) attinta da un atto di cognizione o di volizione, senza<br />
determinare il modo o l’aspetto sotto il quale è conosciuta o voluta.<br />
2 Cfr. D. MERCIER Corso di Filosofia ad uso dei Licei. Ed. Fiorentina 1921 p. 9.