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CAPITOLO SECONDO<br />
GESÙ REDENTORE<br />
Gesù essendo l’unico Mediatore è ancora l’unico Redentore degli uomini.<br />
REDENZIONE in senso generale significa riscatto, cioè riacquisto, soddisfacendone il prezzo, di<br />
una cosa prima posseduta e poi perduta.<br />
La Redenzione del genere umano, secondo quanto ci è rivelato, si può definire: atto, col quale il<br />
genere umano caduto nel peccato, fu liberato da questo e reintegrato nella amicizia di Dio, per mezzo<br />
della mediazione di Gesù Cristo che ha soddisfatto e meritato per gli uomini.<br />
Gesù, specialmente col sacrificio della croce ha pagato il prezzo del riscatto, soddisfacendo alla<br />
divina giustizia, meritandoci la grazia perduta per il peccato, liberandoci da questo e reintegrandoci nello<br />
stato di grazia, con conseguente diritto alla gloria del paradiso.<br />
Errori<br />
I Protestanti antichi asserendo con Lutero l’intrinseca e irreparabile corruzione della natura<br />
umana decaduta, sostengono una riparazione soltanto esterna: vale a dire l’uomo non verrebbe santificato<br />
con una rinnovazione interiore, ma solo gli verrebbero imputati esteriormente i meriti di Cristo,<br />
rimanendosene interiormente corrotto, quasi che Dio guardasse qualche cosa che resta immondo, ma<br />
ricoperto come da un prisma luminoso.<br />
Questo errore è dato per eccesso; ma ve ne sono altri per difetto:<br />
Gli eretici dei primi secoli, negando la Divinità di Gesù Cristo, o la trasmissione del peccato<br />
originale, (come i Pelagiani), negavano pure la Redenzione, che non poteva essere fatta equivalentemente<br />
da chi non era Dio, o non ce ne era bisogno se gli uomini nascevano senza peccato originale.<br />
I Sociniani, i Protestanti liberali e i Modernisti ammettono solo una Redenzione morale, cioè<br />
Gesù ci avrebbe salvato solo col suo esempio e colla sua dottrina.<br />
IL FATTO DELLA REDENZIONE<br />
TESI - Gesù Cristo, non solo col suo esempio ma realmente e veramente ci ha redento colla sua<br />
passione e morte di croce, accettata per obbedienza e per amore, cosicché dando per noi degna<br />
soddisfazione alla divina giustizia ci ha comprato i mezzi della riconciliazione e della salvezza.<br />
É DI FEDE<br />
Il Simbolo apostolico dice: «… patì sotto Ponzio Pilato, fu crocefisso, mori e fu sepolto».<br />
Il Simbolo Nic. Costant.: «… per noi uomini e per la nostra salvezza discese dai cieli…, crocefisso,<br />
ancora per noi, patì e fu sepolto».<br />
Il Conc. di Efeso (D. B. 122): «Offrì sè stesso per noi».<br />
Il Conc. Laterano IV (D. B. 429): «…che ancora per la salute del genere umano ha patito ed è<br />
morto sul legno della Croce».<br />
Il Conc. di Trento parlando del peccato originale definisce che non ci viene tolto se non «per il<br />
merito dell’unico Mediatore N. S. Gesù Cristo, che ci riconciliò a Dio col suo Sangue, fatto per noi<br />
giustizia, santificazione e redenzione» (D. B. 790). Esso definisce pure che Gesù è la causa meritoria della<br />
nostra giustificazione: «essendo nemici, per l’immensa sua carità con la quale ci ha amato, con la sua<br />
santissima passione sul legno della croce ci ha meritato la giustificazione e ha soddisfatto per noi a Dio»<br />
(D. B. 799).<br />
Molti altri documenti della Chiesa, che per brevità non riportiamo, confermano la stessa cosa:<br />
dalla Bolla «Unigenius» di Clemente VI che parla dell’infinito valore soddisfatorio e meritorio della<br />
Redenzione, al decreto «Tametsi» (1900) di Leone XIII e alla Enc. «Miserentissimus Redemptor» (1928) di<br />
Pio XI che inculcano la stessa cosa.<br />
S. Pio X nel decreto «Lamentabili» (1907) condannò la proposizione dei Modernisti: «La dottrina<br />
della morte cruenta del Cristo non è evangelica, ma soltanto paolina».<br />
PROVA: A) – nell’Antico Testamento la Redenzione è annunziata e prefigurata. L’agnello<br />
pasquale, del cui sangue erano bagnati gli stipiti delle porte degli Ebrei, che restavano immuni dal castigo