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116<br />

IL DOGMA<br />

Censure Teologiche<br />

Alle qualificazioni teologiche si contrappongono le note o censure teologiche che esprimono il<br />

giudizio riguardo al grado in cui una negazione si trova di fronte alla verità.<br />

Possono essere dottrinali, se espresse dalle scuole teologiche; giudiziarie se pronunziate dalla<br />

Autorità Ecclesiastica.<br />

Diamo l’elenco delle principali censure<br />

Eretica è quella proposizione che nega una verità di fede divino-cattolica; ed Eretica confro la<br />

fede ecclesiastica, o presunta eretica, quella che nega una verità di fede semplicemente cattolica.<br />

Tenere questa proposizione, oltre ad essere peccato mortale direttamente contro la fede, fa incorrere<br />

anche nelle pene canoniche stabilite dalla Chiesa.<br />

Prossima all’eresia è la proposizione che non tutti, ma molti dottori, e con fondamento, dicono<br />

che è eretica. Per esempio, se uno dicesse che i bambini non hanno giustizia inerente, sarebbe prossimo<br />

all’eresia, perchè molti teologi dicono che nel Concilio di Trento fu definita la giustizia come inerente<br />

universalmente per tutti, sebbene il decreto tratti esplicitamente solo della giustificazione degli adulti.<br />

Che sa di eresia: è una proposizione equivoca, che si può intendere sia in un senso cattolico che<br />

eretico. Per esempio: la fede giustifica. Se s’intende che basta da sola a giustificare è eretico.<br />

Errore sulla fede è la negazione di una verità di fede divina. É peccato mortale.<br />

Errore nella teologia: la negazione di una conclusione teologica. Peccato mortale.<br />

Prossima all’errore è la proposizione opposta a una verità prossima alla fede. Peccato mortale.<br />

Temeraria è la proposizione che nega una verità di dottrina cattolica, (peccato mortale<br />

indirettamente contro la fede) o comune (può esser mortale per temerità) o sicura (mortale per<br />

disubbidienza).<br />

Per le proposizioni contro le sentenze più comuni, comunissime, più probabili e probabili non vi è<br />

nessuna censura e nessun peccato.<br />

Vi sono altre censure per il modo in cui sono espresse le proposizioni o per i cattivi effetti che<br />

producono: equivoca, presuntuosa, sospetta, offensiva di pie orecchie, scismatica, sediziosa, non<br />

sicura.<br />

Le Rivelazioni private<br />

La Rivelazione pubblica e ufficiale si chiude, come abbiamo detto, con la morte dell’ultimo<br />

Apostolo.<br />

Molte volte però si sa di rivelazioni private, fatte a persone particolari e non a tutta la Chiesa.<br />

Esse sono fatte per utilità loro e di altri, benché indirettamente possano portare un bene a tutta la<br />

Chiesa.<br />

Quale è l’autorità di tali rivelazioni private? - Si debbono credere? - Quale il contegno della Chiesa<br />

verso di esse?<br />

Lo spiegheremo in breve.<br />

Esistono rivelazioni private. Le troviamo narrate anche nella Sacra Scrittura. Per esempio: Noè,<br />

fu avvisato da Dio del diluvio e comandato di costruire l’arca (Gen. 6,14 ss.); Sara fu ripresa perché non<br />

credette subito, che pure in età avanzata, avrebbe avuto un figli (Gen. 18,13); così pure Zaccaria (Lc.<br />

1,20).<br />

Anche in molte vite di Santi si legge che Dio ha loro parlato.<br />

Quali I segni che Dio abbia parlato ad una persona privata?<br />

Prima di tutto, per averne la morale certezza, è necessario che la rivelazione sia accompagnata da<br />

miracoli. Inoltre è necessario:<br />

a) - per parte della materia che non si opponga in niente a quanto è stato rivelato pubblicamente<br />

e perciò a quanto insegna la Chiesa intorno alla fede e ai costumi. Dice S. Paolo (Gal. 1,8) «Ma quando<br />

anche noi o un angelo dal cielo vi annunziasse un Vangelo diverso, da quello che vi abbiamo annunziato,<br />

sia anatema». Deve perciò concordare anche coll’insegnamento comune dei Padri e dei Teologi: non deve<br />

indirizzare verso il male o impedire un bene migliore. Quando più assente rivelazioni private sono<br />

contraddittorie fra loro, è chiaro che non possono esser vere, almeno alcune.<br />

b) - per parte degli effetti. Non può esser rivelazione di Dio una cosa che porti effetti cattivi, che<br />

spinga al male, che produca superbia e vanagloria in chi la riceve.<br />

c) - per parte della persona. Per eccezione Dio può aver rivelato qualche cosa anche a persone<br />

cattive perchè si convertano. Ad esempio al Re Baldassar, apparvero delle dita che scrivevano sulla parete<br />

delle parole misteriose, spiegate poi da Daniele, che annunziavano la sua condanna (Dan. 5,5 ss.). Però<br />

ordinariamente la persona a cui vengano fatte rivelazioni deve essere molto virtuosa, e specialmente

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